I fatti
Il 19 dicembre 2016, poco dopo le otto di sera, un tir è uscito dalla sua carreggiata e ha travolto il mercatino natalizio di Breitscheidplatz, una piazza del quartiere berlinese Charlottenburg, causando 12 morti .
Secondo le ricostruzioni, il conducente ha travolto i passanti intenzionalmente. Gli indizi che portano a quest’ipotesi sono molto concreti.
Il primo è la modalità con cui si è svolto l’attacco. Non è la prima volta che attentati di matrice islamica vengono compiuti con l’uso di un semplice tir. In Europa l’episodio più simile è quello del 14 luglio 2016 quando Mohamed Lahouaiej-Bouhlel aveva ucciso 84 persone investendole lungo la promenade des Anglais a Nizza.
L’attentato, poi, è stato rivendicato da Amaq News – la sedicente agenzia di stampa dell’ISIS – e questo sembrerebbe indicare che questo sia stato il primo attentato accuratamente pianificato sul suolo tedesco.
La rivendicazione su Amaq News
L’attentato a Monaco di Baviera del 22 luglio, infatti, era stato compiuto da Ali Sonboly, un diciottenne dal doppio passaporto che non praticava alcuna religione e non era in alcun modo legato a gruppi di fondamentalisti. L’altro atto di terrorismo di rilievo in Germania, poi, quello del 18 luglio 2016, compiuto dall’afghano Muhammad Riad – che nei pressi di Heidingsfeld aveva ferito cinque persone armato di ascia e coltello – si era concretizzato attraverso dinamiche da ‘lupo solitario’ nonostante la rivendicazione dell’Isis.
Infine Anis Amri – questo è il nome dell’attentatore del 19 dicembre – ha firmato il suo gesto abbandonando la carta d’identità sotto al sedile del camion con cui ha compiuto l’attentato.
Amri era già noto alle autorità antiterrorismo, almeno stando alle fonti di uno dei principali quotidiani tedeschi, la Süddeutsche Zeitung, che il 21 dicembre ha scritto: “Seit Langem gab es Informationen, dass er in radikalen Kreisen verkehrte”, era noto da tempo che [Amri] frequentava circoli radicali.
Amri era addirittura iscritto in una lista di 550 soggetti pericolosi controllati dalle autorità tedesche e dal 2011 al 2015 era stato detenuto in diverse carceri siciliane, secondo fonti investigative italiane, riportate da Internazionale, “per aver appiccato un incendio in una scuola“.
Dopo essere stato in fuga tre giorni Amri è deceduto la notte tra il 22 ed il 23 gennaio a Sesto San Giovanni, in seguito ad uno scontro a fuoco con la polizia. Durante un normale controllo, alla richiesta di mostrare i documenti, avrebbe estratto una pistola e sparato contro gli agenti, ferendone uno alla spalla. A quel punto gli agenti avrebbero risposto al fuoco uccidendolo.
In ogni caso il ministro dell’Interno Marco Minniti ha confermato che non vi sono dubbi sul fatto che l’uomo ucciso dalla polizia sia Amri.
La reazione dei berlinesi
Martedì 20 dicembre sono state convocate due distinte manifestazioni, entrambe col doppio intento di commemorare le vittime e di connotare politicamente gli avvenimenti. Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland ha convocato i suoi sostenitori all’ex-zoo di Berlino per recitare i suoi slogan xenofobi – se non apertamente razzisti – mentre a pochi metri di distanza aveva luogo una contro-manifestazione che comprendeva militanti di sinistra, volontari nel campo dell’accoglienza e rifugiati che si sono trovati per placare l’ondata d’odio che eventi come l’attacco di lunedì possono rendere tracimante.
-Berlino. Le due manifestazioni si fronteggiano. Sullo sfondo un attivista di AfD urla frasi propagandistiche, mentre in primo piano si canta “Over the Rainbow” di Israel Kamakawiwo’ole
Il rischio, infatti, è proprio quello di fare il gioco dei masterminds dell’Isis, ovvero far cedere gli europei alla rabbia e all’ira contro la popolazione musulmana in modo che finiscano per isolarla. Lo dimostrano anche le numerose polemiche sulle politiche di accoglienza di Angela Merkel, che in queste ore si sono ulteriormente montate. Ed è proprio quando si verifica l’emarginazione di musulmani nati in Europa che l’Isis trova terreno fertile per la sua propaganda anti-occidentale e quindi la forza di organizzare nuovi attentati.
Per questo motivo la reazione di molti berlinesi è stata ammirevole, come ha riconosciuto anche Angela Merkel:”Sono molto orgogliosa di quanto misurata sia stata la reazione della gran parte delle persone. […]Siamo messi sotto prova. E sono fiduciosa che la supereremo”.