Del: 5 Gennaio 2017 Di: Giulia Gelmetti Commenti: 0

Il primo dicembre Amnesty International ha promosso un appello diretto al presidente uscente Obama “invitandolo a porsi dal lato giusto della storia attraverso la concessione della grazia ad Edward Snowden”.

Edward Snowden è un informatico, ex tecnico della CIA e collaboratore della Booz Allen Hamilton, azienda consulente della NSA (National Security Agency).
Snowden, con la collaborazione del The Guardian, ha diffuso diverse informazioni su alcuni programmi dell’intelligence riguardanti la sicurezza nazionale quali il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti e Unione Europea e  programmi di sorveglianza internet.

A seguito delle rivelazioni, l’ormai ex presidente Obama ha emesso una direttiva per chiedere di apportare delle significative modifiche ai programmi di sorveglianza. Nel 2015 ,dopo che una corte federale ha giudicato illegale la raccolta di informazioni da parte della NSA su quasi ogni utenza telefonica domestica, il Congresso ha messo sotto controllo i programmi governativi.

È la prima volta dopo quasi quarant’anni.

Rimane tuttavia l’accusa da parte degli Stati Uniti di aver violato l’Espionage Act rivelando documenti segreti nel 2013, mettendo così a rischio la sicurezza nazionale.
Di tutt’altro avviso è Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International che dichiara: “Snowden ha chiaramente agito nell’interesse pubblico: ha dato vita a uno dei più importanti dibattiti sulla sorveglianza governativa da decenni a questa parte, contribuendo alla nascita di un movimento globale in difesa della privacy nell’era digitale. Punirlo darebbe un messaggio pericoloso: chi assiste in segreto a violazioni dei diritti umani non dovrebbe rivelarle”.

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Aggiunge in seguito: “La sorveglianza di massa rivelata da Snowden ha conseguenze sui diritti umani delle persone in ogni parte del mondo. La nostra nuova campagna invita l’opinione pubblica a sollecitare la grazia e a riconoscere a Snowden il merito di aver stimolato le persone a pretendere il rispetto della privacy.

Amnesty International, l’Unione americana per le libertà civili e Human Rights Watch, insieme ad altre organizzazioni e singole personalità chiedono quindi di ricorrere all’Articolo II, sezione 2.

L’articolo prevede la possibilità da parte del Presidente di concedere la grazia agli imputati di reati federali.

Dal 2013 ad oggi, la talpa del Datagate si trova in esilio in Russia per evitare la reclusione a trent’anni di carcere prevista da leggi sullo spionaggio che risalgono al 1915.
Ad interessarsi del caso Snowden però non sono solo le Associazioni umanitarie, il regista Oliver Stone ha deciso di mettere su pellicola il rapporto di Snowden con l’Intelligence e i motivi etici che lo avrebbero portato a diffondere informazioni riservate.
Questo potrebbe essere il punto di svolta per la situazione di stallo in cui si trova Edward Snowden.
A pensarla così è Ben Wizner, direttore di ACLU e nuovo legale dell’informatico che all’anteprima del film dichiara: “Credo, che riuscirà a fare di più Oliver Stone in due ore di quanto non sono riusciti a fare in tre anni i suoi avvocati”

Un agente, anche un agente dell’intelligence americana, ha il dovere di conservare una coscienza non governativa.
In una situazione da 1984, come è quella descritta da Snowden nelle dichiarazioni al The Guardian, decidere di denunciare delle pratiche che permettono ai Governi di Washington e di Londra di spiare milioni di persone non sarà un atto legittimo nel senso stretto del termine, ma è sicuramente una scelta morale.

Per quanto riguarda la grazia, l’ex consulente della National Security Agency ha affermato: “è vero, le leggi sui libri dicono una cosa ma, forse, è per questo che il potere di grazia esiste: per le eccezioni, per le cose che possono sembrare illegali sulla carta, ma che se le analizzi moralmente ed eticamente, se si guarda ai risultati, appaiono necessarie, vitali” .

Per sostenere la causa di Snowden è possibile sottoscrivere la petizione di Amnesty International.

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