In un contesto musicale mainstream in cui l’espressione dei sentimenti è il tema dominante, quando non assoluto ed esasperato, sarebbe una novità ascoltare un artista in grado di uscire dal proprio solipsismo per narrare qualcosa di apparentemente lontano da sé. Per quanto possa essere piacevole ascoltare canzoni che rimano in me/te o che descrivono la società introducendo l’assoluta novità di una scimmia nuda che balla, a volte è in una storia che ci si può ritrovare. Una storia cantata.
Da alcuni anni sta emergendo nel circuito dei locali underground milanesi una band folk-rock, i Nuovo Corso Cafè .
Dalle prime serate — con l’acustica così pessima da confondere le parole e con il palco talmente piccolo da lasciar intravedere a malapena il batterista — di strada ne è stata compiuta, strumenti in spalla, un sogno come unica indicazione.
Questo gruppo ( Simone Milani, voce/chitarra; Giulio Milanesi,chitarra elettrica/acustica; Samuele Roda, batteria; Andrea Balleari, basso) narra di personaggi umili, da bar. Di quelle persone la cui esperienza di vita non è riconosciuta in un curriculum.
Il cantante, autore dei testi che conferiscono note folk più intimiste all’energia dell’indie rock moderno legato ai restanti membri della band, presta la voce a personaggi che altrimenti sarebbero dimenticati: si ritrova così, nella canzone Il figlio della rivoluzione un soldato, forse un semplice ragazzo imprigionato nella logica senza via di fuga di una guerra,mero ingranaggio di un meccanismo.
La genesi del brano La commedia non muore mai è invece tratta da un episodio curioso: un attore si immedesimò a tal punto nel personaggio shakespeareano Puck che venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico.
Il brano è incentrato su chi non è in grado di smettere di interpretare un ruolo.
Queste canzoni sono contenute nell’album Racconti Espressi: espresso come il caffè che può chiedere il diavolo seduto all’angolo in Fernet mentre brutalmente urla alla «barista senza nome».
Questi ragazzi dal vivo sprigionano tutta la loro passione e verrebbe da pensare che continuino a suonare anche quando il pubblico è già tornato a casa. Ma per i Nuovo Corso Cafè la musica è innanzitutto condivisione con i propri fan, i quali hanno dimostrato di credere nel loro progetto finanziando il loro secondo extended play attraverso una campagna di crowdfunding.
La futura raccolta avrà un sound più aperto a influenze inglesi e americane, a differenza del primo, più legato al cantautorato italiano. Tratterà del circolo vizioso che intrappola gli animi: la prima parte sarà dedicata alle briciole di amori delusi, a causa dei quali ci si chiude dentro a delle mura, una sorta di Babilonia, che dà il titolo alla raccolta. La seconda raccolta, invece, è basata sul crollo di questa fortezza, su quelle briciole che ora riempiono il sorriso degli illusi, in un susseguirsi di costruzione e demolizione senza fine.
Delle canzoni che i Nuovo Corso Cafè registrano presso “Angelo Studio” del cantante Ron, con la collaborazione di Davide Maggioni e Luca Vittori, non sarà presente il brano Corvo Bianco, già fruibile su YouTube in una live session insieme a Briciole. Il brano descrive, evitando un facile patetismo, due vite che si scontrano in una giornata distratta dalla quotidianità.
Ciò che questo gruppo trasmette è la gioia di suonare, al di là della concorrenza e spettacolarizzazione che caratterizzano oggi il mondo discografico. Esempio vivente di come possa essere la musica quando non assume la fisionomia del talent show, tanto sfavillante da potersi bruciare, e quando non si concepisce la la gavetta come un fardello da evitare ma come possibilità di maturare una personale visione artistica.