
Che cosa ne pensano gli studenti della Statale sulla recente ipotesi del numero chiuso nelle facoltà umanistiche?
Gli studenti si sono confrontati con la redazione interna su questo tema dibattuto che vede contrapposti molti fronti e pareri diversi. Tramite un’inchiesta on- line abbiamo potuto raccogliere le loro dichiarazioni opportunamente riportate in quest’articolo.
È emersa una prospettiva pressoché plurima fortemente ostile all’idea del numero chiuso. Le principali motivazioni sono state: la preoccupazione di togliere alle facoltà umanistiche il ruolo di centri culturali, la fretta con cui gli organi alti sono pervenuti a quest’ipotesi e la visione di un’università pubblica aperta a tutti minacciata dalle possibili riforme.
«Anche se non riguarda il futuro degli studenti già iscritti, si tratta di una decisione che investe l’idea stessa di università e il nostro modo di viverla» afferma uno studente. «L’introduzione del numero chiuso a Studi Umanistici è solo l’ultimo atto di un processo di riforma che cerca, col pretesto della meritocrazia e della competitività, di annullare la specificità di questi insegnamenti universitari nel contesto dell’università pubblica». Prosegue un altro: «1. La forzatura del rettore nei confronti dei dipartimenti. 2. La troppa fretta con cui si sta prendendo una decisione così importante 3. La non necessaria consequenzialità tra numero chiuso e qualità dell’Università e degli insegnamenti 4. L’alto numero di studenti non deve essere un problema, sono risorse. 5. Se diminuiscono gli studenti, è alto il rischio che gli anni prossimi i bandi di ricercatori e docenti vengano bloccati».
Il 64,8% degli intervistati crede che l’ipotesi del numero chiuso porterà a grandi svantaggi, contro il 35,2% che si dichiara favorevole.
Alla domanda “Credi che il test di ammissione ti abbia aiutato nel tuo percorso universitario?” il 75,4 % dei candidati ha risposto in modo negativo.
I test di ammissione non sono per più della maggioranza dei candidati (71,7 %) una soluzione che si addice all’idea di un’università meritocratica.
Al riguardo si è affermato: «Può, e si sta facendo, continuando ottusamente a preferire principi utilitaristici a un’idea seria e globale di istruzione superiore e diffusione della cultura. Ma secondo un altro principio di facciata, in un futuro agognato da certi dove tutte le facoltà saranno a numero chiuso, si rendono conto queste persone che la percentuale di laureati nel nostro paese potrebbe portarci a livelli da terzo mondo? Di nuovo, è una questione di come vogliamo che sia la nostra società».
Afferma un candidato: «Sì se i test per il numero chiuso sono corretti ed equilibrati, in modo che non valutino il merito ma banalmente la comprensione dell’indirizzo della facoltà, magari anche tramite un colloquio, perché un numero inferiore di studenti permetterebbe lezioni più frontali, test scritti e di scrittura, modalità di formazione diverse e forse più specifiche. Naturalmente sono opzioni realizzabili anche con un aumento del comparto docente e una maggiore suddivisione degli studenti, per cui una delle due opzioni credo dovrebbe necessariamente essere portata avanti».
Sostiene un altro candidato: «Sì. Ci lamentiamo che gli spazi in Statale sono pochi, che le aule non sono agibili e molte volte si è costretti a seguire in piedi o seduti per terra. Ci lamentiamo che le lauree umanistiche valgono “poco” e che concedono pochi sbocchi professionali, che sono inflazionate e oramai di poco conto. Una riduzione dei posti disponibili garantirebbe un servizio maggiore, donando più senso e fattibilità a questo corso di studi».
Il questionario ha raccolto in totale 216 risposte. Non ha perciò alcuna pretesa di esaustività sull’oggetto preso in considerazione né di rappresentare la totalità del pensiero studentesco.
La redazione ringrazia gli studenti che hanno partecipato all’inchiesta.
Oggi, martedì 23 maggio, il Senato accademico si riunirà di nuovo per decidere se approvare o meno la riforma del numero programmato a Studi Umanistici. Si terrà inoltre un nuovo presidio nel cortile centrale di Festa del Perdono a partire dalle 14.00 per mostrare il disaccordo degli studenti davanti a questa riforma.
A questo link trovate l’infografica coi risultati del sondaggio e tutte le risposte dei candidati.