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Quante volte, a corto di 3G, vi siete connessi ad Eduroam, la rete Wi-Fi fornita dall’Università degli Studi di Milano? Su www.unimi.it Eduroam è descritta così: «Eduroam è una federazione mondiale di università ed enti di ricerca. È quindi possibile accedere con il proprio PC portatile, smartphone e tablet alla rete wireless in modo semplice, immediato e sicuro, con protezione del traffico».
Con Eduroam, inoltre, è possibile usare le proprie credenziali per accedere alla rete Wi-Fi di qualsiasi altro ateneo confederato.
Tuttavia il servizio Wi-Fi non è completamente libero.
Esiste una Divisione Telecomunicazioni – Servizio Progettazione e Sicurezza ICT che si occupa di stabilire quali siti è opportuno o inopportuno frequentare quando ci si trova in università.
In questa scena celebre di The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, il personaggio interpretato da Matthew Mc Conaughey consiglia a quello interpretato da Leonardo Di Caprio, senza andare tanto per il sottile, di praticare la masturbazione come valvola di sfogo per rilasciare lo stress della vita nel mondo dell’alta finanza.
Se voleste dedicarvi a tali pratiche per alleggerire la pesantezza della vita universitaria, però, non potreste fare affidamento ad altro che la vostra fantasia: la Divisione Telecomunicazioni – Servizio Progettazione e Sicurezza ICT, infatti, blocca l’accesso alla grandissima maggior parte dei siti di pornografia .
https://twitter.com/_hannahcwalker/status/672436736497197056
A volte capitano degli inconvenienti
Altri siti che risultano bloccati sono quelli dedicati alle scommesse: è impossibile accedere ai siti di Betclic, Better e Snai, tutte aziende che si occupano della gestione di scommesse sportive. Va detto che, per quanto riguarda i siti di scommesse esiste l’opzione: “se ritieni che il sito sia stato bloccato erroneamente, puoi continuare la navigazione cliccando su continue“.
Un altro sito che abbiamo scoperto essere bloccato, sempre con l’opzione “continua”, nel caso dovessimo essere così coraggiosi da indagare i più oscuri meandri del web, è Dagospia. Il sito, fondato nel 2000 da Roberto D’Agostino, tratta, con taglio scandalistico, di costume, economia, società e politica. Non risulta, invece, bloccato il sito di Novella 2000. Bloccato senza appello, però, il sito di Playboy.
È invece possibile accedere a siti che vendono armi, legalmente, e a tutti i siti di streaming illegale.Il blocco ai siti quindi sembrerebbe non essere determinato dall’illegalità o meno di certi siti, ma dalla morale di chi si occupa dei blocchi.
Insomma, viene posto un limite al libero arbitrio di un corpo studentesco che è composto, tranne rare eccezioni, esclusivamente da maggiorenni. La questione dei blocchi non è uno scandalo, però impone domande sul ruolo di un ente pubblico come l’università Statale. Se l’intento della censura di precisi siti web è la tutela degli studenti, viene da chiedersi perché censurare siti di pornografia e non siti- legali, come, però, lo sono anche i siti pornografici e quello di Dagospia- che vendono armi.
Dai diciott’anni in poi non dovrebbe essere dovere, oltre che diritto, di ogni persona decidere cosa guardare e cosa no? Certo, non saranno molti quelli che si masturbano nei bagni dell’università, ma è la linea di principio di non lasciare assoluto libero arbitrio – nell’ambito di ciò che è legale – agli studenti che lascia interdetti.
Lascia interdetti soprattutto se la censura avviene in un luogo che dovrebbe insegnare libertà ed autonomia di pensiero.
Una situazione simile si presentava nel 2014 anche all’UZH, l’università di Zurigo.
I filtri imposti dall’UZH, però, non erano passati sotto silenzio ed erano stati duramente criticati dal Chaos Computer Club zurighese, un’organizzazione di attivisti aderenti ai principi dell’hacking etico, che opposero alla censura di alcuni siti la Dichiarazione di indipendenza del Cyberspazio di John Perry Barlow affermando che:
«Qualsiasi censura finisce per portare ad abusi».
Il minimo che possiamo fare è porci la domanda su quali dovrebbero essere i criteri con cui decidere l’oscuramento o meno di alcuni siti.
Il criterio più ragionevole, che ad oggi non viene applicato, potrebbe essere quello della legalità o meno dei contenuti delle pagine web. In ogni caso, se siete indignati da questi limiti posti al libero godimento, non disperate: un paio di anni fa è nata, ad opera di Rocco Siffredi, l’Università del Porno, che sicuramente non pone blocchi alla sua rete Eduroam.