Si è aperta oggi 17 ottobre la mostra “Toulouse-Lautrec. Il mondo fuggevole”, allestita nelle splendide stanze di Palazzo Reale a Milano e visitabile fino al prossimo 18 febbraio.
Una collaborazione straordinaria, nata tra Comune di Milano-Cultura, Giunti Arte Mostre e Musei, Electa, MuséeToulouse-Lautrec di Albi e Institut national d’historie de l’art di Parigi, che conferma il grande legame culturale tra il capoluogo lombardo e la Francia, un sodalizio confermato dalle parole dall’Assessore alla Cultura Filippo del Corno durante la conferenza stampa di presentazione.
Curata da Danièle Devynck e Claudia Zevi, la mostra monografica propone oltre 250 opere del celebre artista francese. Simbolo di un periodo storico-culturale, quello della Belle Epoque, il Conte Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec Montfa nasce il 24 novembre del 1864, erede di una delle più prestigiose e antiche famiglie nobili di Francia. I genitori, entrambi nobili e cugini primi tra loro, si separarono poco tempo dopo e così il piccolo Henri visse la propria infanzia diviso tra i lussuosi castelli di proprietà delle rispettive famiglie.
L’amore consanguineo, tipico dell’alta aristocrazia medievale, sarà però la causa delle malformazioni dell’artista. Sostenuto pienamente dalla propria famiglia, Henri scopre la pittura e decide di intraprenderne la strada. Allievo di Leòn Bonnat prima e di Fernand Cormon dopo, il giovane entra a contatto con artisti straordinari come Vincent Van Gogh e Albert Grenier. A Montmartre Toulouse-Lautrec apre il proprio atelier, contribuendo enormemente alla nascita del Moulin Rouge, divenendone il maggiore ritrattista e illustratore.
Morto il 9 settembre del 1901, il suo talento rimarrà per anni non riconosciuto. La Galleria Nazionale di Parigi rifiutò il dono da parte dei genitori di Toulouse-Lautrec delle proprie opere del figlio.
L’esposizione di Milano non è solo un imponente raccolta di opere dell’artista ma anche una brillante ricostruzione della sua vita familiare, delle sue influenze artistiche e culturali, delle atmosfere da lui evocate e vissute.
Il percorso inizia con una ricostruzione fotografica dei primi anni del pittore, la sua infanzia, gli scatti di famiglia, ma anche numerose fotografie che lo ritraggono nell’età adulta (Henri amava infatti essere fotografato e ritratto).
Vengono esposte opere della pittura giapponese, che ebbero una grandissima influenza artistica sull’artista, ma anche schizzi, bozzetti, disegni preparatori, per arrivare alla sala più evocativa delle 15, riguardante il climax creativo di Toulouse-Lautrec, il fortunato periodo del Moulin Rouge e dei suoi manifesti.
Quello di Palazzo Reale non è solo un percorso consigliatissimo ai grandi amanti di questo straordinario artista ma anche un’ottima occasione per conoscerlo nella sua totalità, nel suo genio ma anche nella sua fragilità, nella sua eccezionale vitalità, paradigma di un’epoca e di una generazione affamata di vita.