Sinistra Universitaria ‒ UdU Statale ha condotto un’inchiesta sulla tassazione universitaria, analizzando i bilanci passati e quello corrente (quest’ultimo in forma ancora preventiva). Quello che emerge è che le tasse che ogni anno vengono richieste agli studenti non sono a norma di legge: l’università chiede infatti agli iscritti 34 milioni di euro in più di quanto dovrebbe.
Perché non a norma di legge? Perché la normativa prevede che l’importo totale della tassazione studentesca non possa superare il 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Questo fondo viene erogato ogni anno dal Ministero a ciascun Ateneo, che può utilizzarlo come vuole, sempre rispettando la suddetta normativa.
L’Università degli Studi di Milano quest’anno preventiva di incamerare un gettito totale di tassazione studentesca di 87.5 milioni di euro a fronte di un FFO stabile rispetto all’anno precedente (cioè di 268 milioni di euro). Se queste cifre, cioè 87.500.000 euro di tassazione a fronte di 268 milioni di FFO, fossero cristallizzate le tasse richieste corrisponderebbero al 32,77% di tale FFO ed ecceredebbero quindi il limite legale (20%) di 12,7 punti percentuali. In cifre si parla di 53 milioni totali, 550 euro (in media) per ogni studente. Uno sforamento decisamente illegittimo, facile da notare agli occhi di un esperto e mai dichiarato nella relazione del personale tecnico-amministrativo.
Per questa ragione UDU ha deciso di esporre ricorso contro l’Ateneo nella figura pro tempore del Rettore Gianluca Vago.
Ma a dire il vero il nostro Ateneo supera da tempo questo limite del 20%. Andando a vedere i bilanci degli anni precedenti, l’utile dell’Università (cioè il saldo fra le entrate e le uscite) è sempre superiore all’ammontare della tassazione studentesca fuorilegge, tranne che in due anni (nel 2013 e 2014), e anche quest’anno è preventivato un trend simile. Ecco un esempio per chiarire di cosa stiamo parlando: nell’anno 2011 sono stati incassati di fatto 86 milioni (31 % del FFO) quando in realtà il massimo incassabile secondo legge sarebbe dovuto essere 56 milioni (20 % FFO). Questo 11 % di differenza, pari a 30 milioni di euro, costituisce il gettito fuorilegge sopradescritto.
Emerge chiaramente come l’università non abbia bisogno di incamerare tasse ulteriori perché il suo saldo è già abbondantemente positivo. Il gettito di tasse extra, quindi, oltre non essere legale, è anche ingiustificato.
C’è poi una seconda questione: il Governo Monti con la legge 135/12 ha modificato l’impianto del DPR 306/98, scorporando dal limite del 20% le entrate della tassazione provenienti dagli studenti fuoricorso, permettendo così una liberalizzazione delle tassazioni per queste tipologie di studenti. Questa discriminazione tra studenti in corso e fuoricorso risulta però ingiusta: gli studenti fuoricorso, scorporati dal conteggio del 20%, pagano tasse più alte, pur non costando all’Università più di uno studente in corso.
In seguito alle sentenze favorevoli ottenute in consiglio di Stato dall’UdU Pavia nel marzo 2016 la norma Monti è stata dichiarata non applicabile. Nonostante questo l’Università Statale è convinta che lo sforamento sia solo (se si tenesse conto solo degli studenti in corso) di 3 punti percentuali rispetto al 20% a norma di legge.
L’Ateneo ha riscosso a novembre 2017 (quindi ad anno non concluso) oltre 90 milioni di euro di tasse. Viene preventivata una riduzione di 2 milioni e mezzo di euro rispetto all’anno precedente per l’introduzione della No Tax Area, quindi si mette a preventivo un saldo entrate/uscite di circa 20 milioni di euro.
In questi anni l’Università è sempre andata in positivo: ha accumulato risorse e il cosiddetto “avanzo di amministrazione” cresce di anno in anno. Nel 2011 era di 73 milioni di euro, nel 2012 passava a 208 milioni, nel 2013 a 229 milioni, nel 2015 a 260 milioni, nel 2016 a 299 milioni, fino ai 356 milioni di euro del 2017. Manca ancora l’utile di bilancio del 2018 per poter confermare a quanto ammonta attualmente l’avanzo di amministrazione. Ma calcolando in teoria un utile di bilancio pari a 30 o 40 milioni di euro (una media di quelli passati) si arriva a un avanzo di amministrazione di 380 milioni di euro. Con questi 20 milioni in più di quest’anno, si dovrebbe arrivare a 400 milioni di euro. Ipoteticamente parlando l’università ha un conto corrente da 400 milioni di euro. Di questi, 283.497.551 euro provengono dalla parte delle nostre tasse fuorilegge: più del 70% dell’avanzo di bilancio, quindi, è stato incamerato illegalmente.
Unione degli Studenti Universitari vuol far valere questa violazione della legge, facendo ricorso contro l’Università.
SU ‒ UdU Statale vuole inoltre ottenere la restituzione delle tasse pagate ingiustamente dagli studenti. Oggi, lunedì 19 febbraio 2018, ha quindi presentato un ricorso al TAR Lombardia chiedendo l’annullamento delle delibere che istituiscono il regime di tassazione attuale e il bilancio di previsione e la differenziazione del regime di tassazione per gli studenti fuori corso. Questa modalità permetterà, in caso di vittoria, di ottenere un nuovo modello contributivo, che SU ‒ UdU Statale ha già presentato all’amministrazione, che sia progressivo e che ampli la No Tax Area fino a 23 mila euro di ISEE (oggi la soglia è a 15 mila euro), e abbassi la tassazione massima dai quasi 4000 euro a 2500 euro, permettendo così all’università di non sforare il limite del 20% e arrivare ad una riduzione media delle tasse di 550€.
Per spiegare più approfonditamente i dati e l’intera questione Sinistra Universitaria ‒ UdU Statale ha convocato una conferenza stampa per annunciare il ricorso contro l’Ateneo, proprio oggi lunedì 19 febbraio 2018 alle 11.30 in Sala Lauree Studi Umanistici, nella sede di Festa del Perdono. Una seconda assemblea aperta gli studenti si terrà invece lunedì 26 febbraio.
A questi link si trovano tutti i bilanci approvati dal 2011: http://www.unimi.it/ateneo/15756.htm.