Del: 11 Marzo 2018 Di: Francesco Porta Commenti: 0

Oggi è l’ultimo giorno di Cartoomics, che si svolge in Fiera a Milano come ogni anno per riproporre agli appassionati un appuntamento immancabile per una full immersion nella cultura pop: dagli anime ai videogames passando per i fumetti italiani e dal fantasy più classico fino alla fantascienza e, perché no, persino d’avanguardia. In questa cornice molto colorata e movimentata, nella giornata di sabato si sono tenuti una serie di interventi per discutere sui film di questo genere in Italia e in particolare proprio sui film di fantascienza e horror.

Si tratta di un tipo di cinema che nel nostro paese sembra non trovare molto seguito ma che, proprio per questo, offre un sacco di possibilità a chi desidera cimentarsi in un genere cinematografico inesplorato. Qualcosa però sembra si stia muovendo. In effetti, dopo Il ragazzo invisibile (del quale è stato anche fatto un sequel) e soprattutto Lo chiamavano Jeeg Robot, entrambi accolti dalla critica in maniera entusiasta, le piccole produzioni sognano in grande.

Da anni al Cartoomics le piccole produzioni dividono lo spazio dedicato alle proiezioni per farsi conoscere dal pubblico.

Quest’anno tra le tante proposte di film indipendenti stranieri abbiamo avuto anche la nostrana Astra films, che ha presentato il cortometraggio Assassin’s Creed- Resistance, diretto da Joe (Giorgio) Pastore, e realizzato in collaborazione con il suo fidato team di cui fanno parte Riccardo Garofalo, che ha diretto la fotografia, e Alessandro Carnevale Pellino, da cui è nata l’idea per questo corto. Quest’ultimo è ance protagonista sullo schermo di questo “spin off” che, benché non sia ufficiale, per certi versi sicuramente potrebbe essere apprezzato dai fan più del film del 2016 con Fassbender.

Pellino racconta di come si sia appassionato alla saga videoludica per il fatto che si basi sulla Storia e su fatti realmente accaduti e di come sia rimasto colpito dai personaggi protagonisti, gli assassini, gli agenti di morte non infallibili e disumani ma piuttosto tenaci e devoti a una causa.

Il corto si basa proprio su questi due elementi: un quadro storico distopico ma ben definito e un protagonista che è determinato a compiere la sua missione a ogni costo; non solo azione e parkour e questo, insieme a un espediente narrativo semplice ma decisamente d’effetto, rende Resistance un corto originale che riesce a far fronte al budget limitato, risultando così un prodotto molto godibile e decisamente originale incarnando lo spirito del franchise lanciato dalla Ubisoft, cosa che, chissà come mai, sembra non riuscire molto bene nelle trasposizioni cinematografiche hollywoodiane dei videogiochi.

Al termine della proiezione abbiamo avuto modo di conoscere meglio Giorgio Pastore ed ecco l’intervista esclusiva per Vulcano.

L’intervista è stata editata per questioni di brevità e chiarezza.

Giorgio, dalla tua pagina si legge che sei un artista completo, oltre a dirigere scrivi e sei un musicista.

Sì, penso che sia anche una sfida cimentarsi in più arti, in più ambiti; per me è anche una sfida affrontare più lavori, ho scritto anche dei libri (“Dei del cielo, dei della terra”; “La ricerca della pietra filosofale” e un terzo in uscita) sempre legati al genere fantascientifico. Sono libri che parlano di ufologia di mondi fantastici. Mi piace il fatto di poter sognare a occhi aperti e immaginare mondi che non esistono perché il cinema è anche questo.

Molto spesso ci propongono in TV o al cinema dei prodotti troppo legati alla realtà, invece secondo me il cinema dovrebbe proprio farci evadere dalla realtà, proporci dei finali che nella vita sarebbe difficile vedere realizzati.

Fra tutte le forme d’arte ce n’è una che preferisci oppure le consideri tutte facce di un’unica medaglia?

Io sono partito scrivendo, poi sono arrivato a far musica e ho suonato per diverse band per anni. Il cinema, però, effettivamente è l’arte che mi permette di pensare sia al video, quindi con la fotografia sia alla pittura perché a pensarci fare una bella fotografia è simile a preparare un quadro e sia anche alla musica. Nel caso di Resistance le musiche sono di Marco Giardina, ma molte colonne sonore le compongo io, del resto lavorando per se stessi… Magari lavorassi per Hollywood! Ad ogni modo, mi piace molto creare colonne sonore, a volte proprio da una musica vengo spinto per creare un corto, definendo immagine apposite.

A proposito di Hollywood, hai accennato al budget che per questo lavoro è stato ridotto. Ritieni che questo sia sempre una limitazione? Si dice spesso che sia possibile fare di necessità virtù e in effetti in questo corto avete compensato alla grande. 

Mi fa piacere sentirtelo dire, noi ce la mettiamo sempre tutta e abbiamo una visione del cinema molto anni ‘90, in cui non so se hai presente Indiana Jones o i Goonies, in cui ci sono delle storie semplici. Oggigiorno, secondo me, si conta molto sugli effetti speciali. Pensa ai film sui super eroi: negli ultimi anni puntano molto sulla CGI, fantastica per carità, però con poca sostanza, a parte alcune eccezioni, lasciano poco spazio a delle trame che potrebbero invece valorizzare il lavoro, ricchi di effetti speciali ma poveri di idee; poi dipende da caso a caso.

Abbiamo parlato dei film di genere, ma che mi dici delle serie TV? Oggi si stanno sempre più affermando come prodotti di qualità molto apprezzati. Tu lavori a una tua web series, Links. Cosa puoi dirci in proposito?

“Links the web series” è un progetto nato nel 2012 e siamo arrivati al terzo capitolo che è il film di Stargods che è una sorta di reboot perchè chiunque non avesse visto Links lo comprende lo stesso ma chi invece conosce le prime due stagioni sicuramente lo apprezza di più; è un lavoro partito dalla mia passione per le serie tv e telefilm. Mi ricordo che la prima parola scritta di Links è stata buttata giù dopo aver visto Lost e Doctor Who (specie le prime due stagioni) che con certi alieni, vedi quello con la cerniera sulla fronte, mi ha fatto pensare “Beh anche con pochi soldi si può fare”. Non sempre servono alti budget per ottenere dei bei effetti o che possano sembrare buffi ma realistici. Links non si prende mai sul serio, lo stesso film di Stargods  fa sempre un po’ il verso alle teorie sugli ufo, pur parlando proprio di ufologia, un po’ per mancanza di budget e perché ci piace riderci sopra. Si tratta della stessa ironia presente nei film di cui parlavo prima anni ‘80-’90 che hanno segnato la nostra infanzia.

Vulcano è il magazine dell’università statale di Milano, vuoi dare qualche dritta ai giovani artisti che ci leggono?

Quello che posso dire io è “fare, fare, fare fare” cioè non fermarsi perché non si trova il budget, non si trova la location, non si trovano persone che collaborano perché quelle arrivano, quando tu cominci a fare le cose poi quelle arrivano. Molta gente si ferma e magari si autopreclude la possibilità di realizzare qualcosa o per paura, per scoraggiamento o perché aspetta una telefonata che può anche non arrivare mai. Insomma, mai fermarsi perchè si pensa di non avere le qualità o il budget o i mezzi per fare qualcosa perchè il rischio è quello di ritrovarsi adulti senza aver realizzato nulla.

Il corto Resistance verrà presto presentato a Ubisoft. Gli autori sperano che il loro lavoro possa rientrare nel “canone” della serie. Il suo finale aperto lascia spazio a nuove idee che nel gruppo di Astra films sembrano non mancare.

Francesco Porta
Amo il cinema, lo sport e raccontare storie: non si è mai troppo vecchi per ascoltarne una.

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