Del: 28 Novembre 2018 Di: Matteo Lo Presti Commenti: 0

“Il cielo stellato sopra di me, la parmigiana di mamma dentro di me”, “il mio falegname con 30mila lire la faceva meglio”, “bene ma non benissimo”.
Ai lettori, le frasi sopracitate appaiono decisamente familiari, poiché ritrovabili su internet in numerosissimi contesti.
Ciò che, invece, differenzia i lettori, è la reazione a queste frasi. Ad alcuni un risolino; ad altri indifferenza, a terzi astio.
Focalizziamoci sui terzi: la categoria riunisce utenti reazionari ed è massacrata sui social con battute e immagini “spiritose” che non stonerebbero in un libro di barzellette e freddure da quattro soldi, pensato per suscitare emozioni differenti, più positive dal voler scaraventare al suolo il proprio device elettronico.
Specialmente tra i millennials, negli ultimi anni si è vista la creazione di una nuova tipologia di umorismo in provetta dell’internet: i dank memes.

Letteralmente “meme umidi”, i dank memes sono immagini umoristiche votate a rappresentare elementi estremamente stravaganti, il cui senso logico è inesistente.

Questi meme si contrappongono ai cosiddetti normie memes, contenuti virali della rete, il cui maggior difetto è la totale incapacità di riuscire ad autorinnovarsi, sia sul lato contenutistico che su quello estetico. Per esempio, l’assoluta immutabilità del format utilizzato, come il top text/bottom text, nato nel 2009 circa e utilizzato ancora oggi. Altri esempi calzanti sono quelli riportati ad inizio articolo: obsoleti, ma continuamente visibili.

Oltre all’ “autodistruzione dei concorrenti”, la popolarità dei dank memes è stata presenziata principalmente dal nonsense contenuto nelle immagini: è questo il punto centrale della discussione.

Non sono mancati, infatti, i confronti tra queste immagini virtuali, e le opere appartenenti al movimento artistico-culturale del dadaismo.

Sviluppatosi tra il 1916 e il 1920, “Il dadaismo rifiuta ogni atteggiamento razionale, e per poter continuare a produrre opere d’arte si affida ad un meccanismo ben preciso: la casualità”.

Una corrente antisociale, scandita dall’assenza di armonia e di regole stilistiche, dalla depravazione di ogni schema geometrico e prospettive che, pur avendo provocato all’epoca grande scalpore, si rivelò comunque un successo; si basti pensare a capolavori quali la fontana di Duchamp (minimalista), L.H.O.O.Q. sempre di Duchamp (dissacrante), il Mimi’s dada catifesto (totalmente casuale).
Nessun movimento artistico precedente avrebbe mai potuto ideare qualcosa del genere: è questo il punto di forza sia di dada che dei dank memes. Dopo tutto, il “già visto” galoppa frenetico nella nostra epoca, e gli spettatori sguazzano nella prevedibilità.
I dank memes prendono la monotonia a calci, mischiando citazioni di Lord Byron a ingredienti della torta di mele, successivamente annessi ad un background in cui si fondono il logo dell’acqua Evian con la mascotte del Monopoli, il tutto presenziato dallo skyline di Chicago.

Accantonando il lato estetico e spostandoci su quello dimostrativo, non mancano nemmeno qui analogie tra le due correnti.
Dada negava in modo assoluto la società — considerata estremamente ipocrita — come pure la vita tradizionale, l’omologazione dell’arte, e il pensiero unico e immobile dei cittadini; la necessità di distruggere per ricostruire.
I contenuti dank, analizzati sotto quest’ottica, combaciano in modo sensazionale.
Le parole della scrittrice Megan Hoins, sul suo blog su Medium, interpretano eccellentemente quest’analisi:

Questa generazione (quella dei millennials) è alimentata da un desiderio simile a quello dei dadaisti: affrontare la disillusione della nostra generazione in relazione a tutti gli eventi attuali a cui stiamo assistendo, in particolare negli Stati Uniti. Come americani, ci è stato promesso di essere quello che volevamo essere, e ci hanno dato alti tassi di disoccupazione e nessuna garanzia di un lavoro dopo il college. Ci è stata promessa pace e prosperità e ci è stato consegnato il terrorismo e una grave recessione economica.

Sul piano del risum movere, i dank memes non fanno leva su un umorismo ricercato. Ritorna qui l’elemento nonsense, accompagnato dalla derisione più eversiva possibile verso qualsiasi tipo di contenuto, dalla politica ad altri memes, fino ad eventi storici. Basta dire che su facebook è addirittura presente una pagina che crea dank memes su San Tommaso D’Aquino.

Matteo Lo Presti
Calciofilo e meme lord, il tutto innaffiato da Poretti 9 luppoli. Amo i tatuaggi, la filosofia morale, la Liguria e scrivere. Sogno l'autarchia e l'atarassia.

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