Del: 26 Novembre 2018 Di: Francesca Rubini Commenti: 0
The ballad of Buster Scruggs- l'America raccontata dai fratelli Coen -Vulcano Statale

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Misanthrope? I don’t hate my fellow man, even when he’s tiresome and surly and tries to cheat at poker. I figure that’s just a human material, and him that finds in it cause for anger and dismay is just a fool for expecting better.

Il 16 novembre è arrivata su Netflix, prodotta proprio dalla piattaforma streaming, l’ultima fatica dei fratelli Coen, The Ballad of Buster Scruggs –La Ballata di Buster Scruggs, presentato in anteprima alla 75esima Mostra del cinema di Venezia, e vincitore del premio per la miglior sceneggiatura. 

Dal punto di vista tecnico, come è stato abbondantemente sottolineato, è difficile da definire perché di complessa natura. L’idea all’origine era quella di creare una serie tv, o meglio una mini-serie di sei episodi. Il risultato finale è stato, invece, una sorta di lungometraggio costituito da sei cortometraggi, e se esista o meno un filo rosso a legare gli episodi, sarà lo spettatore a decidere. 

I fratelli Coen hanno voluto raccontarci una storia: un libro si apre, una splendida colonna sonora avanza, e si dispiega il racconto. Si ride, si canticchia, ci si sorprende, e ci si abitua a sorprendersi. 

Proprio Buster Scruggs è il primo personaggio che incontriamo, interpretato da Tim Blake Nelson, un abile pistolero vestito di bianco che tutto ci sembra eccetto che uno che pianta un buco in fronte alla velocità della luce.

È nel secondo episodio che, invece, incontriamo un cowboy rapinatore di banche, ma uno strano, se così si può dire, sicuramente non uno di quelli che ci aspetteremmo essere interpretato dal James Franco a cui siamo abituati.

Uno degli episodi più toccanti è forse quello intitolato Meal Ticket, che vede come protagonisti Liam Neeson ed Harry Melling —ebbene sì, proprio il Dudley Dursley, cugino di Harry Potter—.

Il quarto episodio, All Gold Canyon, dispiega in tutta la sua bellezza la natura e il paesaggio americano disturbato dall’umana presenza: quando l’uomo non c’è le farfalle svolazzano indisturbate e si posano sui fiori, quando arriva l’uomo le farfalle volano lontano.

Il penultimo racconto affronta, invece, le vicende di una donna partita insieme al fratello con una carovana diretta in Oregon, dove i due avrebbero dovuto cominciare una nuova vita: una serie di vicissitudini metterà a repentaglio i loro piani, lasciando allo spettatore nel finale quell’amaro in bocca che già aveva sperimentato alla fine degli episodi precedenti, e di cui ormai aveva già il sentore. 

L’ultimo racconto, che va a chiudere il libro aperto ormai quasi due ore prima, è intitolato The Mortal Remains, ed è una lunga e interessante conversazione sulla natura umana portata avanti da una donna, un irlandese, un inglese, e un trapper (e no, non stiamo parlando di un trapper alla Young Signorino, ma di un esploratore della natura selvaggia, figura tipica soprattutto del nord America della seconda metà del XVIII secolo). Ed è con una porta che si chiude che termina il viaggio attraverso l’America sotto la guida dei fratelli Coen. 

Che il filo rosso sia l’ineluttabilità della vita? Forse sì, forse no. I fratelli Coen hanno lasciato un prodotto aperto ad interpretazioni: ognuno di noi potrà avere il piacere di fare una sua analisi e decidere cosa trarne dalla visione.

Con The Ballad of Buster Scruggs, ancora una volta, hanno sicuramente creato qualcosa di unico e imparagonabile a precedenti lavori. Hanno dato vita, se ci è permesso dirlo, ad un prodotto cinematografico, anche se prodotto per il cinema non è.

E anche se lo avremmo gustato con molto piacere seduti su una comoda poltrona di una sala cinematografica, non possiamo negare di non aver tratto piacere dalla visione che ne abbiamo fatto dalla comoda poltrona di casa. 

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Francesca Rubini
Vado in crisi quando mi si chiede di scrivere una bio, in particolare la mia, perché ho una lista infinita di cose che mi piacciono e una lista infinita di cose che odio. Basti sapere che mi piace scrivere attingendo da entrambe.