Del: 19 Dicembre 2018 Di: Redazione Commenti: 0

Il 2018 sta per concludersi e la redazione di Vulcano Statale ha preparato una classifica dei 5 film più vulcanici dell’anno!

Articolo di Katerina Mavroeidi

Per tutti quelli che ancora non si sono dedicati a lunghe maratone di serie tv, perchè restano fedeli al mondo del cinema, ecco una selezione delle migliori produzioni cinematografiche dell’anno che ci sta abbandonando.

[dropcap type=”square or circle”] 1 [/dropcap] Roma di Alfonso Cuarón 

 

L’abbiamo visto apparire tra i suggerimenti di Netflix pochi giorni fa, ma lo stavamo aspettando da quest’estate, da quando aveva vinto il Leone d’Oro a Venezia. Solo ora sappiamo dire con certezza che è uno dei migliori film dell’anno. Accompagnato da uno sguardo personale e sensibile, con questo film Cuaròn mette a fuoco la doppia vita di una domestica che vive nel quartiere Roma, nel Messico degli anni ’70 e lavora presso la casa di una famiglia benestante. La domestica è sempre presente e sempre necessaria, tanto che i bambini la considerano a pieno titolo un membro della famiglia. Al tempo stesso è sempre data per scontata dai genitori, che non esitano nemmeno a farle sollevare le loro valigie mentre è in gravidanza. Si può parlare di un “insider” all’interno delle famiglie di media classe nel Messico degli anni ’70, gli avvenimenti contengono tracce autobiografiche del regista (che è anche produttore e scrittore del film), questo elemento consente al regista di ironizzare su situazioni ed esperienze. Questo è uno dei motivi per cui osserviamo un’affascinante ma triste onestà nella descrizione delle vicende, oltre ad un lirismo svelatosi da un film interamente in bianco e nero.

[dropcap type=”square or circle”] 2 [/dropcap] Blindspotting di Carlos Lopez Estrada 

 

Presentato al Sundance Film Festival, Blindspotting è un film originale e attuale, al quale difficilmente possiamo resistere. In un’ambientazione tanto pericolosa quanto onesta, con uso di parole violente e di sostanze fatali, racconta dell’amicizia tra Collin e Miles, due ragazzi cresciuti a Oakland, il cui rapporto viene destabilizzato a causa di un evento che mette Collin in bilico. Quest’ultimo sta cercando di passare indenne i suoi ultimi giorni di libertà vigilata, per poter ricominciare da capo. Miles, un “trouble maker” che ha un talento speciale nello scovare problemi, sta sempre accanto a Collin, nonostante non sempre gli sia d’aiuto. Quando Collin diventa testimone dell’omicidio di un uomo di colore a opera di un poliziotto tutto cambia. Amicizia, violenza poliziesca e vita urbana diventano in seguito i temi centrali del film, senza però gettarlo nel cestino dei tanti film d’azione all’americana. Si tratta invece di un’opera artisticamente universale, che tocca sia i confini del thriller che quelli del drama umanistico.

[dropcap type=”square or circle”] 3 [/dropcap] The Ballad of Buster Scruggs dei fratelli Coen

Non è una sorpresa che un film scritto, diretto e prodotto dai fratelli Coen sia compreso nella selezione. Con The Ballad of Buster Scruggs il duo di successo conferma reputazione e  talento, regalandoci ancora una volta delle risate prodotte da un umorismo inconfondibile. Il film è un’antologia che comprende sei vignette diverse. Un vecchio libro si apre e allude alla comicità di un cartone animato, sei storie ci raccontano il Far West americano del passato, quello pieno di clichés che viene arricchito da tocchi romantici e gothic. La raccolta comprende storie che disimballano il Wild West, svelando la mancanza del controllo governativo alla frontiera e la fioritura dell’autogoverno. Si parte con Buster Scruggs, pistolero e cantante, che fa ridere e spaventa al tempo stesso, come fanno tutti i film dei fratelli Coen. A seguire un cowboy che fallisce la rapina di una banca in mezzo al deserto, segue poi un’impresario che girovaga per presentare i suoi spettacoli shakespeariani. Colpi di pistola e fucilate si scambiano a volontà e non manca l’elemento liquido, dettato da sangue e alcool.

[dropcap type=”square or circle”] 4 [/dropcap] Widows di Steve Mcqueen

Ispirata alla serie tv degli anni ’80 Widows (Le Vedove), Steve Mcqueen e Gillian Flynn collaborano sullo scenario della nuova produzione. Il regista dopo 12 anni schiavo ci sorprende con un Camper movie ossia “film del colpo grosso”, nel quale solitamente un gruppo di persone organizza ed esegue un grande furto pianificato alla perfezione. In questo caso, un gruppo di donne che hanno perso i loro mariti criminali, a causa dei lavori sporchi del grande boss, uniscono le loro menti per la vendetta. Essendo ormai rimaste vulnerabili e indifese devono lottare da sole contro i debiti, i problemi familiari e quelli con i figli, perciò, questa è l’unica strada per loro disponibile. Piene di rabbia e sete di giustizia tentano cose delle quali nessuno le crede capaci. E questo è il loro vantaggio. Per rimarcare questa forza tutta al femminile il regista sceglie un ricco cast, del quale fanno parte Viola Davis, Michele Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo.

[dropcap type=”square or circle”] 5 [/dropcap] Isle of Dogs di Wes Anderson

Dopo il suo Fantastic Mr Fox, che non per tutti era così fantastico, Wes Anderson ci racconta un’altra storia animalesca nella sua dimensione più deliziosa e comica. Una tenera fiaba con cattivi e buoni che richiama al classico universo fiabesco, ovviamente raccontata dalla voce inconfondibile di Anderson. Il regista ci porta in una distopia giapponese, ambientata in un futuro nel quale si è diffusa un’epidemia d’influenza canina e, dopo il decreto del crudele sindaco, tutti i cani sono obbligati a lasciare l’ideale megalopoli Megasaki e andare ad abitare a Trash Island. Un ragazzo abbandona la perfetta città in cui vive e arriva sull’isola in cerca del suo cane. La natura più frivola dei cani però, non fa abbandonare al regista le sue regole. Infatti, il mondo architettonico di Wes Anderson, dotato di linee verticali e orizzontali, scatti centrali e profili simmetrici, è ancora presente e si adatta perfettamente ad un’ambientazione giapponese senza però limitarsi alla tradizione dello stato orientale. Fa dialogare stili e culture tra loro per produrre il risultato finale. L’ animazione a stop motion enfatizza le simmetrie, offrendoci una produzione unica e caratteristica.

Redazione on FacebookRedazione on InstagramRedazione on TwitterRedazione on Youtube