Anche quest’anno abbiamo mandato dei redattori di Vulcano Statale a Sanremo per seguire il Festival della Canzone Italiana. Seguiteci sui nostri social e su www.vulcanostatale.it per avere notizie sulla kermesse più famosa d’Italia.
La partenza del Festival di Sanremo 2019 è stata più simile a quella di una maratona che a quella della finale dei 100 metri. I 12 milioni di spettatori della prima ora si sono ridotti alla metà nel giro di poco. Poche idee e molto confuse: quello che doveva essere il Festival dell’armonia si è rivelato, al momento, il Festival della minestra riscaldata. Che per carità, riempie la pancia, ma poco soddisfa. Ripetitiva la conduzione di Baglioni, ormai maschera di sé stesso, intrappolato nei meme e nel personaggio che si è costruito l’altr’anno. Male Virginia Raffaele e Claudio Bisio, spalle comiche che a fatica strappano una risata. Vero, gli artisti in gara ieri erano 24, il tempo per il varietà era contato, ma tra il monologo in stile stand up dell’ex conduttore di Zelig e lo stacchetto alla Quartetto Cetra con la partecipazione di Claudio Santamaria (sic!), le labbra hanno avuto giusto un lieve tremolio.
Le canzoni si dividono tra quelle impegnate (molto impegnate) e quelle romantiche scaldacuori acchiappatredicenni (vero Ultimo?). Da segnalare le performance di Loredana Berté, Simone Cristicchi e Daniele Silvestri. Graffiano poco i rapper: Achille Lauro e Mahmood viaggiano col freno a mano, quasi volessero chiedere il permesso per essere lì, su quel palco. Poco convincente la scena indie che tra Ex Otago, Motta e Zen Circus fatica a trovare una nota intonata. Quasi quasi era meglio Lo Stato Sociale. All’alba delle 12:30, solo una rediviva Anna Tatangelo ha placato la nostra sete di bel canto.
Tra gli ospiti, Andrea Bocelli & son si dilettano a ricordare i bei tempi passati, mentre Giorgia decide di salire in cattedra e far vedere come si sta all’Ariston.
Lo show durerà fino a sabato sera: noi, come Patty Pravo ieri, rimaniamo in attesa che il pianista inizi a suonare.
Voti:
Francesco Renga: 6
Nino D’Angelo e Livio Cori: 5
The Zen Circus: 4
Il Volo: 6
Loredana Berté: 8
Daniele Silvestri: 7
Shade/Federica Carta: 5.5
Ultimo: 6
Paola Turci: 6.5
Motta: 3
Patty Pravo e Briga: 6
Simone Cristicchi: 7
Achille Lauro: 10 (per la faccia di bronzo)
Arisa: boh
Negrita: 6.5
Ghemon: 5.5
Einar: 5
Ex Otago: 4
Anna Tatangelo: 6.9
Irama: 4
Enrico Nigiotti: 4.5
Mahmood: 6.5
Articolo di Francesco Albizzati, Federico Arduini, Enrico Edoardo Bozzi, Francesco Porta.