Games of thrones è giunta al termine: una delle serie più seguite e amate/odiate degli ultimi anni si è conclusa tra mille pianti, di chi è felice (pochi) e di rabbia da parte di chi invece vorrebbe una nuova ultima stagione che abbia un filo più di senso. In attesa degli spin off sui personaggi del Trono di spade, creati dalla penna di Martin (e speriamo diretti anche dalla sua mente anziché dagli sceneggiatori delle ultime puntate) si è creato un vuoto enorme da parte dei guardatori seriali: questo articolo vuole suggerirvi cinque titoli che sono stati un po’ messi in ombra dal gigante di HBO ma che possono essere guardati nel frattempo e che meritano, per un motivo o per l’altro, di avere una chance.
Per non pesare troppo sulla sessione estiva sono state selezionate delle serie relativamente corte, ma l’elenco vi offrirà una soddisfacente quantità di ore davanti allo schermo. Ultimo avvertimento: non saranno incluse serie già popolari come The walking dead, How I met your mother, Lost e le altre viste e stra viste solo perché diamo per scontato che già le conosciate. Cominciamo con…
The Bodyguard, la guardia del corpo.
Così i sostenitori della casa Stark potranno trovare lieto conforto nell’incredibile performance di Richard Madden (aka Robb Stark), in questa serie protagonista come “Sergente Budd” , una scrupolosa quanto efficiente guardia del corpo posto a fianco di una delle donne più potenti del Regno Unito. I sei episodi sono usciti in Italia solo nell’Ottobre del 2018 e, al contrario che in patria, non hanno spopolato, nonostante abbiano ottenuto diversi riconoscimenti: Madden si è aggiudicato un golden globe come miglior attore in una serie e lo show ha sfiorato la vittoria dello stesso premio nella categoria della “best television series-drama”. La trama non è mai scontata i personaggi molto affascinanti e i giochi di potere che si sviluppano tra i personaggi è avvincente. Qualsiasi altra cosa che verrebbe detta rovinerebbe il piacere della narrazione alla serie quindi non sarà aggiunto altro.
Preacher
Certo non sarà epico come vedere dei draghi, ma questa serie gioca col sovrannaturale contestualizzandolo però in un quadro sarcastico decisamente reale. I protagonisti sono un pastore che ha perso la fede, una assassina e un vampiro Irlandese finito accidentalmente in una parrocchia dove sembra essersi manifestato un antico potere mistico. Una serie a dir la verità un po’ datata ma che si concluderà solo questo agosto con la sua quarta stagione, basata sulla omonima graphic novel targata DC di Garth Ennis e Steve Dillon. La serie è sfrontata, ha elementi pulp e porta i vizi delle persone al grottesco mantenendo un tono goliardico ma tremendamente ironico. Senza mai esser chiaro dove si andrà a parare di episodio in episodio la serie è caldeggiata soprattutto a chi apprezza humor nero, ma se siete teneroni, specie nella seconda stagione avrete modo di consumare i fazzoletti che avete preparato.
The sinner
Qui si passa invece a un altro tipo di adattamento: The Sinner è originariamente il libro della scrittrice tedesca Petra Hammesfahr, e nella teoria sarebbe dovuto essere portato sul piccolo schermo come una miniserie tv autoconclusiva ma lo show è stato rinnovato visto il grande successo tra critica e pubblico. Uscite da poche settimane su Netflix Italia, le prime otto puntate narrano la vicenda di Cora Tannetti (interpretata da Jessica Biel), una donna normalissima, coinvolta in una vicenda tragica senza che lei sappia spiegarselo. I misteri rimangono fitti e aperti a ogni tipo di conclusione, e scavando a fondo verranno a galla sempre nuovi segreti.
The Office & Community
Se invece le lacrime della sessione estiva o per il trono di spade non si sono esaurite ci penseranno queste due serie tv a tirarvi su il morale. Due motivi per cui sono stati messi in elenco assieme: sono entrambe un po’ vecchiotte, nessuna delle due è mai sulla bocca di tutti (ingiustamente) e sono entrambe bellissime. Le nove stagioni di The office parlano dei dipendenti di una azienda per la distribuzione di carta della Pennsylvania, dove il dirigente Michael Scott (Steve Carrel), metterà alla prova tutti i dipendenti. La serie è girata come fosse un reality e le confessioni dei dipendenti sono sempre divertenti. The office è un remake americano della serie omonima inglese dei primi anni 2000, ma anche se non è originale il remake si conferma vincente e ha avuto il merito di riuscire a portare al grande pubblico una serie che risciava di restare nel Regno Unito. Community invece è terminata nel 2015 e parla di un college in Colorado dove un improbabile gruppo di studio si ritrova per ragioni diverse: chi per sedurre una vecchia amica, chi invece per portarsi a letto l’altro amico e anche se i partecipanti non potevano essere più eterogenei per età e derivazione sociale, il gruppo cresce e regala agli spettatori momenti di comicità davvero particolare.
Vi ricordiamo inoltre che a breve uscirà la nuova stagione di Strangers Things, quindi un rewatch è quasi obbligatorio. Vedrete che vi passerà la nostalgia di Got. O forse no, ma almeno ora farà meno male.