Il suo album di debutto non è ancora uscito eppure Dermot Kennedy è già impegnato in un tour europeo che durerà almeno fino al 2020. Poco conosciuto in Italia, questo cantautore irlandese si è fatto strada nel mondo della musica grazie all’applicazione Spotify sulla quale ha rilasciato i primi brani nel 2016, ottenendo un successo streaming straordinario.
Nato nei pressi di Dublino nel 1991, Dermot decide di dedicarsi seriamente alla musica solo a diciassette anni: iniziano così i viaggi da un locale all’altro per partecipare alle mic open nights, per poi spostarsi in strada: chitarra alla mano, custodia aperta ai suoi piedi e un semplice cartello “cercami su Facebook”. Bazzica per anni le strade di Dublino e perfino Boston raccogliendo i soldi necessari a pagare uno studio di registrazione. Dopo il primo singolo After rain esce così nel 2017 il suo primo EP Doves & Ravens, subito caricato sulla piattaforma Spotify, una scelta diversa, nuova eppure vincente: grazie alla sua inclusione nella Spotify Discover Weekly (lanciata nel 2016) e in seguito alla pubblicazione del singolo Moments passed, il suo canale ha raggiunto quasi 6 milioni di visualizzazioni mensili, nonché più di 300 milioni di streaming plays.
Il suo ingresso ufficiale nell’ambiente discografico avviene poco dopo grazie all’intervento di Glen Hansard (idolo di Dermot) che era rimasto affascinato dalla sua musica quando, durante un evento benefico per le strade di Dublino, si era fatto avanti tra la folla per suonare accanto a lui. Anni dopo, Hansard lo chiama ad aprire un suo concerto e, in quei dieci minuti sul palco, la performance di After rain attira l’attenzione della Iterscope Record che lo mette poi a contratto.
In circa due anni la sua carriera musicale prende una spirale rapidissima procedendo di singolo in singolo: il brano Power over me del 2018 raggiunge gli schermi televisivi in America grazie a programmi quali The Ellen DeGeneres Show e The late night show di Stephen Colbert; nel 2019 esce Dermot Kennedy, album che raccoglie tutti i singoli finora realizzati, cui segue poco dopo il nuovo brano Lost.
I pub in cui si esibiva si trasformano presto in palchi e le singole performance in veri e propri concerti.
A partire da un tour americano nel 2017, questo giovane cantautore ha raggiunto l’Australia l’anno successivo per dare ora avvio ad un tour europeo in compagnia di artisti quali Florence & The Machines, Bastille, Mumford & Sons e Franz Ferdinand.
Nella concitazione del momento, non c’è stato ancora il tempo per comporre e incidere un vero e proprio album di debutto che è invece in programma per la fine dell’anno. Questo cantante si è quindi imposto nello scenario musicale solo grazie ai singoli rilasciati: tredici brani che fanno ora il giro del mondo. È quindi naturale domandarsi quale sia il segreto di un tale successo sulla base di una così breve carriera e la risposta più plausibile è l’unicità di questo artista. A partire dal timbro di voce graffiante in cui riescono a unirsi perfettamente grinta e grazia, passando per i testi densi di significato e arrivando ad una musica senza genere.
Infatti, se i primi brani sono principalmente acustici e si incastrano perfettamente nella corrente folk irlandese a seguito di artisti quali Ray Lamontagne, Glen Hansard e Bon Iver, l’interesse che Dermot prova per l’hip hop e il rap traspare nei suoi brani successivi grazie anche alla collaborazione con Mike Dean (mixing engineer per 2Pac, Kanye e Jay-Z) che ne pubblica un mixtape. L’ammirazione per artisti quali Drake, Kendrick Lamar e Stormzy trova fondamento nella brutale onestà e nel ritmo dei loro testi; caratteristiche che, assieme ad una “sensibilità spudorata”, permettono di creare testi che rasentano la poesia, forma d’espressione da lui molto studiata e apprezzata.
La centralità del testo si accompagna poi ad una musica che apporta un valore aggiuntivo, una musica che, data la forza delle parole, non può essere da meno per poter mantenere il giusto equilibrio. Ne derivano sound in continua evoluzione che a partire da una base folk, sentono l’influenza dell’hip-hop e delle percussioni dell’R&B uniti a elementi organici ed elettronici. Come racconta lo stesso cantante:
La prima volta che abbiamo provato a inserire una percussione sul verso di una canzone, mi eccitai per quanto bene l’elemento acustico della chitarra si sposasse con il suono programmato della batteria. Capii che se avessi ignorato quella sensazione che la musica mi dava e non avessi perseguito questa tendenza, avrei deluso me stesso.
Di fronte ad uno stile in continua metamorfosi e spesso contraddittorio, con una musica oscillante fra l’acustico e l’elettronico, fra il folk e il rap, bisogna riconoscere una costante che rende il tutto armonico: l’attrazione per i contrasti che si manifesta anche nel contenuto delle sue canzoni. Vita e morte, gioia e dolore, amore e perdita sono binomi identificabili in ogni brano: «In ogni mia canzone, verso dopo verso, riga dopo riga, si balza avanti e indietro fra queste tematiche». Nello scrivere, il cantante si ispira ai momenti di luce e ombra che questo mondo ha da offrire dando così vita ad una musica che è al contempo vertiginosa e intima, spoglia ed esplosiva. Una combinazione di così ampio spettro da stupire singolo dopo singolo e coinvolgere empaticamente qualunque ascoltatore, facendo la fortuna di Dermot Kennedy e del suo Keep the Evenings Long Tour.