La Lunga Notte è arrivata: la puntata che tutti i fan di Game of Thrones stavano aspettando ha già raggiunto il record di episodio più twittato di sempre nella storia della televisione. La terza puntata dell’ottava stagione del Trono di Spade è uscita il 29 aprile sul canale HBO, seguita da un’enormità tanto di elogi quanto di critiche. 82 minuti senz’altro intensi e potenti che ci mostrano la battaglia a Grande Inverno tra l’esercito dei vivi e l’esercito dei non-morti.
Da subito ci assale l’ansia del dramma imminente: l’episodio si apre infatti nel buio e nel silenzio angosciante dell’attesa da parte dei personaggi, attesa che noi viviamo con loro.
Protagonista è quindi la tensione, oltre all’oscurità che rende tutto nebuloso e tragico. La darkness è sicuramente manifestazione letterale del Re della Notte, ma allo stesso tempo rende alcune scene poco visibili e quasi sprecato il lavoro estremamente curato in ogni dettaglio di truccatori, costumisti e scenografi.
In qualsiasi caso bisogna ammettere che le riprese, durate 55 giorni a temperature rigidissime (fino a -14°), sono stupefacenti soprattutto per il piccolo schermo: gli spettacolari piani sequenza ci rendono quasi partecipi del massacro. Si riesce, nonostante la confusione della battaglia, a seguire passo passo ogni personaggio durante i combattimenti, mostrati con una buona alternanza. Assistiamo a pochissimi dialoghi, l’episodio è scandito per lo più dal rumore delle spade che massacrano corpi e dalle urla strazianti che ci conducono fino alla parte finale della guerra, quando ormai sembra tutto perduto, in cui il pathos viene portato all’ennesima potenza: il frastuono della battaglia viene ovattato e ritmato da una musica classica malinconica. Il regista Miguel Sapochnik ha dichiarato di essersi ispirato alla battaglia del Fosso di Helm ne Il Signore degli Anelli – Le due torri per la rappresentazione della guerra.
Riappare in questa puntata la Donna Rossa, che avevamo lasciato a Roccia del Drago quando rivela a Varys di aver compiuto il proprio dovere, “avendo messo insieme il fuoco e il ghiaccio”, e di essere in procinto di partire per Volantis a Essos. Varys le suggerisce di restare lontana, ma Melisandre afferma che ritornerà un’ultima volta: è scritto che entrambi muoiano in un paese straniero (7×03, The Queen’s Justice).
Per fortuna è tornata un’ultima volta, perchè senza di lei a quest’ora i non-morti avrebbero avuto la meglio. E’ grazie alla Dama Rossa che Arya capisce di avere una possibilità nel salvare le sorti dell’umanità.
Facciamo un salto nel passato. Melisandre incontra Arya la prima volta mentre è con la Fratellanza senza vessilli (3×06, The Climb) e si congeda da lei con una profezia:
“Vedo dell’oscurità in te e in quella oscurità ci sono degli occhi che mi fissano. Occhi scuri, occhi azzurri, occhi verdi. Occhi che tu farai chiudere per sempre. Ci incontreremo ancora.”
E infatti le due si ritrovano ora a Grande Inverno: prima dell’inizio della grande battaglia, Melisandre, appena entra nel castello, scambia uno sguardo con Arya. In seguito, durante lo scontro con i non-morti, quando la stessa Arya sembra spacciata, intervengono in suo aiuto il Mastino e Beric Dondarrion, quest’ultimo si sacrifica per lei. A questo punto riappare la Donna Rossa che spiega alla ragazza come il Signore della Luce avesse riportato in vita Beric per uno scopo, che ora è stato raggiunto: ovvero quello di proteggere la prescelta per permetterle di portare a termine il suo compito. Prima che Arya vada a compiere ciò per cui è predestinata la donna le chiede infine: “Cosa diciamo noi al Dio della Morte?”. Si tratta della frase pronunciata da Syrio Forel, indimenticabile maestro d’armi di Arya e spadaccino di Braavos, prima di morire per aiutare l’allieva a scappare (1×08, The Pointy End). La risposta della giovane Stark (la stessa che aveva dato a Syrio) chiude il cerchio: “Non oggi.”
E’ quindi Arya Stark a sconfiggere il Night King distruggendo di conseguenza tutto l’esercito degli Estranei e dei non-morti, ed è giusto così. Si può dire che con questo gesto valoroso Arya abbia a tutti gli effetti raggiunto l’apice del suo percorso di formazione iniziato proprio con Syrio Forel nella prima stagione e maturato con l’addestramento a Braavos nella Casa del Bianco e Nero (quinta e sesta stagione).
Secondo alcune teorie dei fan, inoltre, la giovane potrebbe corrispondere alla profezia che si legge negli antichi libri di Asshai, secondo cui, dopo 5.000 anni dalla sua venuta, Azor Ahai (eroe leggendario che durante la Lunga Notte sconfisse gli Estranei brandendo una spada di fuoco) sarebbe rinato per ostacolare una nuova Lunga Notte.
“Negli antichi libri di Asshai sta scritto che verrà il giorno, dopo la lunga estate, in cui le stelle sanguineranno e il respiro gelido delle tenebre scenderà e incomberà sul mondo. In questa ora terribile, un guerriero estrarrà dal fuoco una spada fiammeggiante. Quella spada sarà la Portatrice di Luce, la Spada Rossa degli Eroi, e colui il quale la impugnerà sarà Azor Ahai reincarnato. E di fronte a lei le tenebre fuggiranno.”
Secondo altri, invece, l’idea che la figlia di Ned e Catelyn sia Azor Ahai è priva di fondamento e semplicemente si sarebbe trovata a compiere l’assassinio perchè è stata condotta dalle sue scelte, in linea con la natura di GoT, secondo cui ogni azione conduce ciascuno dove deve essere.
L’oscurità è stata vinta, Melisandre ha fatto sì che si raggiungesse ciò che il Signore della Luce voleva. La sacerdotessa può quindi uscire di scena in modo glorioso sotto lo sguardo di Ser Davos ed è con la sua morte che si conclude questo denso episodio del Trono.
Ci saremmo forse aspettati un numero di vittime superiori durante questa battaglia. In ogni caso anche le poche morti avvenute ci hanno fatto sgorgare fiumi di lacrime. Il primo a cadere è Edd “l’addolorato” per salvare Sam. Una scena molto forte emotivamente è quella in cui, in modo estremamente coraggioso, si sacrifica la piccola Lady Lyanna Mormont, che prima di morire riesce a sconfiggere un gigante non-morto.
In origine il personaggio di Lady Mormont doveva apparire solo in una scena della serie, ma per via delle abilità recitative di Bella Ramsey e dell’apprezzamento che ha suscitato nei fan, gli sceneggiatori David Benioff e D.B. Weiss hanno deciso di lasciarle più spazio offrendole una morte eroica. I fiumi di lacrime aumentano con la morte di Theon che completa il suo percorso di redenzione con la benedizione da parte di Bran: “Sei un brav’uomo. Ti ringrazio”. Theon si lancia così contro il Night King in un tentativo disperato, ma quest’ultimo lo trafigge. Il giovane Greyjoy continua a guardare negli occhi il nemico, dimostrando di aver riconquistato il suo valore, e si accascia morente. Ad abbandonarci è infine Ser Jorah Mormont che combatte fino all’ultimo per proteggere la sua amata Khaleesi contro un esercito infinito di non-morti. Con la sua morte Daenerys sembra ritrovare un po’ della sua umanità e forse si rende conto di non poter essere invicibile.
Nella Lunga Notte si chiude così uno dei due filoni narrativi di GoT con l’annientamento degli Estranei. Adesso però rimane l’ultimo atto del gioco per la conquista del trono di spade, il teaser del prossimo episodio sembra suggerire che Daenerys e i suoi alleati scenderanno in guerra contro Cersei. A questo punto sorge spontanea la domanda: a chi spetterà uccidere Cersei? Forse è un altro compito di Arya Stark? Sempre secondo alcune teorie dei fan infatti Arya per ora ha “chiuso” gli occhi blu del Signore della Notte e gli occhi scuri di Walder Frey (6×10, The Winds of Winter), mancherebbero quindi gli occhi verdi, verdi proprio come quelli di Cersei Lannister, ancora sulla lista delle persone che meritano di morire secondo la giovane Stark.