Del: 8 Giugno 2019 Di: Michela La Grotteria Commenti: 0
BookAdvisor, novità editoriali -Vulcano Statale

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica mensile che raccoglie e presenta le novità editoriali scelte dalla nostra redazione. Buona lettura!

Illustrazione di Ludovica Marani, rubrica curata da Michela La Grotteria

Sally Rooney, Persone normali

Marianne è parte di una famiglia ricca, ma è riservata e fuori dai circuiti di popolarità del liceo. Connel, amato da tutti, è figlio della sua domestica. Scoprono di piacersi, nonostante l’insormontabile divario economico e sociale che li separa. La relazione tra i due, nel loro continuo prendersi e lasciarsi, sembra crescere di intensità e verità, mentre i problemi e i traumi dietro le maschere che indossano di fronte ai loro compagni di college cominciano ad emergere violentemente. Il secondo libro della 28enne dublinese è di nuovo un bestseller, come la sua opera d’esordio “Parlarne tra amici”. La formula del successo della Rooney è una, ma è in grado di declinarla in modi diversi: è una millenial che parla di cosa significhi essere millenials, con tutte le contraddizioni e le incomprensioni che caratterizzano i rapporti d’amore e amicizia. Sicuramente la Rooney non è politicamente corretta, e non ha filtri di mieloso romanticismo nel parlare di sesso, famiglie disfunzionali, prepotenza e vittimismo.

Elena Ferrante, L’invenzione occasionale

L’enigmatica autrice de “L’amica geniale”, quella mente brillante nascosta dietro uno pseudonimo, ha tenuto l’anno scorso sul Guardian una rubrica. Oltre 50 articoli sono usciti sul giornale londinese per poi essere raccolti e pubblicati in un volumetto da Edizioni e/o. I temi sono varissimi, secondo la sua convinzione che bisogni parlare di tutto, senza porsi autocesure: spaziano dal potere patriarcale al primo amore, dalla necessità di più cultura al suo essere madre.  Interessanti le pagine in cui riflette sul ruolo delle donne, finalmente non più costrette nel “gineceo letterario”. La Ferrante ci apre uno spiraglio sulla sua vita privata e ci consente di sbirciare, non con l’avidità di un gossip, ma con la curiosità che suscita l’incontro con un personaggio nuovo, di cui non sappiamo ancora nulla.

David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più 

Il libro perfetto da leggere nei mesi estivi, quando si è costretti nel caldo di Milano ma si sogna di sorvolare l’oceano. Uscito nel 1998, ma ripubblicato da Minimum Fax nel 2017, è il resoconto di una vacanza in crociera extralusso ai Caraibi fatta da Wallace su finanziamento della rivista Harper’s, che gli aveva commissionato un pezzo in cui decantare le lodi di quella vacanza e di quella compagnia navale, ma a lui non interessava. Il risultato è invece un reportage in cui annota tutte le paradossalità di un gruppo di ricchi costretti per settimane in un edificio navigante, annebbiati dall’ozio, dai cocktail e dalle feste che vengono proposte senza sosta. Il capolavoro dell’umorismo postmoderno, una critica spietata alla società americana, al consumismo e all’omologazione che la stanno divorando.

Richard Powers, Il sussurro del mondo

Vincitore del Man Booker Prize 2018, appena pubblicato in Italia, è un esperimento narrativo senza precedenti. Il libro è diviso in 4 sezioni rappresentanti le componenti di un albero: Radici, Tronco, Chioma e Semi. I protagonisti di questa “Overstory” che si dipana attraverso i capitoli sono tutti individui che si scoprono legati ad un’unica radice, e le cui vite sono intrecciate da un fitto reticolo di rami. La potenza di questo libro sta nel fatto che il mondo vegetale non è una presenza passiva sullo sfondo, ma un personaggio che agisce ed interviene, seppur indirettamente. Quello di Powers non è un ambientalismo che si limita a lanciare un appello contro la deforestazione: è un duro attacco alla società capitalistica e un invito a pensare al nostro futuro non come su una linea retta di progressione e sviluppo ai danni del pianeta, ma in modo circolare, come dentro il tronco di una quercia. Forse, visto che sono gli esseri più longevi e meglio adattabili sul pianeta, trarre ispirazione dagli alberi gioverebbe anche l’umanità.

Mark Fisher, Realismo Capitalista (recensione di Arianna Preite)

Originariamente pubblicato nel 2009 da Winchester: Zero Books con il titolo Capitalist Realism: Is There No Alternative? questo testo ha suscitato dibattiti accesi in ambito culturale, in primis nel mondo anglosassone, ed è finalmente accessibile anche in italiano da gennaio 2018 grazie a NERO Editions. Il libro avvia la riflessione basandosi su una celebre citazione, che si domanda se sia più facile immaginare la fine del mondo o quella del capitalismo. Fisher parte da qui, indagando la società e la cultura contemporanea, riflettendo se davvero non esista più una via d’uscita al capitalismo, analizzando il modo in cui le nostre menti sono spesso profondate in una palude di rassegnazione che non si sforza più di immaginare, di ripensare un percorso alternativo. Con molteplici riferimenti all’arte, alla cultura pop, al cinema e alla fantascienza che rendono la riflessione estremamente fruibile, Fisher cerca in questo testo di far intravedere una luce intorno al tunnel, di aprire un varco verso riflessioni alternative e speranze di cambiamento.

Michela La Grotteria
Made in Genova. Leggo di tutto per capire come gli altri vedono il mondo, e scrivo per dire come lo vedo io. Amo le palline di Natale, la focaccia nel cappuccino e i tetti parigini.