Del: 1 Novembre 2019 Di: Francesco Gallo Commenti: 0

Non sarebbe eccessivo né adulatorio sostenere che buona parte della nostra cultura individuale e sociale, dei nostri modi di pensare e di approcciarci alla realtà, derivi dalla fortunata trasmissione di determinate categorie mentali, filosofiche e pratiche immaginate e scoperte dai grandi pensatori dell’antichità. Questi intellettuali ‒ i nostri padri del pensiero occidentale ‒ affondano le loro radici non solo nella penisola greca del VII-VI sec. a.C., ma anche in zone tanto famose a livello mondiale quanto apprezzate oggi dal punto di vista turistico nonché culturale: è la cosiddetta Magna Grecia, la fetta meridionale della nostra penisola, quell’area montuosa e verdeggiante che ha tanto ispirato gli autori di ogni tempo. D’altronde lo stesso termine magna indica qualcosa di grande, di importante.

L’Italia meridionale (pressappoco quell’area geografica che si estende dal nord campano fino a coprire la Sicilia) ha dato i natali a personalità illustri dell’intera storia europea; uomini antichi di cui magari non si conoscono le storie o il pensiero, ma noti a tutti i portatori della cultura mediterranea: qui nacquero il matematico Archimede, gli storici IppiGlauco e Lico, il poeta Teocrito, e ‒ decisamente più noti ‒ i filosofi Gorgia, Empedocle, Parmenide e Zenone (l’autore dei famosi paradossi), questi ultimi due di Elea.

Nell’immaginario comune è la Grecia vera e propria ad essere dipinta come la madre della cultura propriamente greca, la terra natia del pensiero, delle arti e della politica (superata in efficienza forse soltanto dai Romani, ma qualche secolo dopo); in realtà le colonie greche, dal Mar morto all’Italia, all’inizio dell’avventura ellenica eguagliavano o addirittura superavano la qualità artistica e tecnica della loro terra d’origine. Insomma la Magna Grecia, come tante altre comunità umane comparse nella storia, merita di essere raccontata, valorizzata, riportata alla mente.

Il Festival della Filosofia in Magna Grecia, conclusosi proprio in questi giorni dopo l’inaugurazione del 23 ottobre, intende conseguire proprio questi obiettivi. Il Festival della Filosofia in Magna Grecia (FFMG) è un evento formativo e culturale dedicato in particolare agli studenti liceali di tutta Italia. Il Festival vuole avvicinare la pratica filosofica al quotidiano, renderla interessante ed attuale e fungere da sostegno all’insegnamento scolastico tradizionale. Vuole afferrare e tradurre le parole dei libri filosofici, i concetti e i metodi della filosofia in azioni, eventi, attività condivise e, perché no, anche divertenti. Dal 2012 il Festival, nato ad Elea nel comune di Ascea in provincia di Salerno, nel cuore del Parco nazionale del Cilento conosciuto per i suoi suggestivi paesaggi, litorali e località marittime come Palinuro, diventa itinerante raggiungendo e promuovendo luoghi simbolo della cultura mediterranea come Paestum, Metaponto, Gallipoli, Lecce, Siracusa, e dal 2015 supera i confini nazionali giungendo nella stessa Grecia tra cui ovviamente Atene.

La presidente del FFMG Giuseppina Russo spiega infatti come:

“l’iniziativa ha consolidato una dimensione nazionale ed internazionale coinvolgendo oltre quarantamila liceali nelle precedenti edizioni, diffondendo la conoscenza del patrimonio culturale e archeologico dei territori della Grecia e della Magna Grecia. Il Festival della Filosofia (…) è un ponte ideale tra i luoghi rappresentativi del pensiero occidentale. I liceali provenienti da tutta Italia disserteranno sul tema filosofico passeggiando tra le meraviglie delle aree archeologiche di Velia e Paestum, e nel centro dei comuni di Casal Velino e Vallo della Lucania”.

Il FFMG propone passeggiate filosofiche negli stessi luoghi dove migliaia di anni fa camminavano Parmenide e Zenone dissertando sul senso dell’essere; laboratori didattici di stampo teatrale e musicale; nonché dialoghi filosofici con professori e studiosi del panorama italiano contemporaneo. I liceali hanno cioè l’occasione di sperimentare un percorso di conoscenza e di riflessione che porta allo sviluppo e alla crescita del proprio pensiero critico. Dal 23 al 26 ottobre infatti la DIKE (questo il tema del Festival di quest’anno) ha guidato studenti e docenti nei suggestivi paesaggi cilentani, intavolando anche un dialogo (come nell’antica agorà) con Massimo Adinolfi, professore di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Si dice spesso che la storia europea, quella greca e antica in generale seguita da periodi temporali molto diversi, sia troppo complessa, troppo ricca e lunga che diventa difficile padroneggiare periodi umani fatti di così diverse impalcature sociopolitiche e differenti modi di agire e di organizzarsi, di farsi la guerra e di fare politica, che tenere a mente i resoconti anche soltanto di una regione italiana dalla preistoria ad oggi sia un compito arduo. Forse è davvero così: l’Europa ha una fila di vicende ancora da indagare.

In forza di tutto ciò, il FFMG cerca da svariati anni a questa parte di promuovere quella particolare sezione della nostra storia, della storia di tutti noi cittadini d’Europa, che risponde al nome di civiltà greca in Magna Grecia e anno dopo anno questa iniziativa sta riscuotendo un interesse e una pubblicità sempre maggiori. Oggi si conclude un’altra esperienza emozionante, la persona al centro di tutto recita il post sulla pagina Facebook del Festival, che ha già organizzato intanto il prossimo appuntamento filosofico previsto per la prossima primavera. Il percorso di riscoperta dell’antichità ellenica e del suo pensiero partirà da Atene stessa, sbarcando in Sicilia per tornare infine al suo luogo di nascita nel cuore del Cilento campano; laddove Parmenide disse: “L’essere è e non può non essere”. Una di quelle massime che iniziative come il Festival si propongono di illustrare con praticità e curiosità, tirando la filosofia dalle nuvole alla terra.

Francesco Gallo
Mi arriccio la barba, affondo nei pensieri, a volte parlo con ironia. E nel frattempo studio filosofia.

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