Del: 6 Novembre 2019 Di: Francesco Gallo Commenti: 0

Esistono molti tipi di musei al mondo. Qualcuno è dedicato alla storia naturale, altri alla medicina, altri ancora alla pittura, persino ai metodi di tortura. Ma ad aprire un Museo dedicato esclusivamente alla filosofia non ci ha mai pensato nessuno. È una lacuna da colmare: il Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano ha inaugurato nelle Salette dell’Aula magna Il Museo della filosofia: le prime stanze, aperte al pubblico dal 5 al 21 novembre 2019.

“Dobbiamo trovare una ragione per giustificare il senso di questo Museo”, spiega il rettore dell’Università degli Studi di Milano, Elio Franzini, durante la presentazione del Museo nella Sala di rappresentanza del rettorato, martedì 5 novembre. Il Museo, continua il Rettore, è temporaneo: è ancora in cerca di una sede stabile; proprio come la filosofia stessa che per definizione è indefinita, essendo un’attività di pensiero costante interpretata in modi diversi dai pensatori stessi. “L’esperimento del Museo”, prosegue il Rettore “intende trovare entro il 2025 una sua sede fissa”.

Prosegue, dopo il Rettore, il direttore del dipartimento di filosofia, il professore di filosofia medievale Luca Bianchi: “Il successo [del Museo] supera le nostre aspettative”, spiega. “Non è un Museo nel senso tradizionale del termine dove si espongono oggetti del passato […], ma è un Museo d’altro tipo. Un luogo dove si può avere un approccio ludico e interattivo alla filosofia”.

Il Museo, infatti, è adatto sia a un pubblico di specialisti che di “non addetti ai lavori” che potranno visitare le due stanze filosofiche gratuitamente e al contempo ammirare l’architettura della nostra Università. All’interno del Museo i visitatori troveranno l’enunciazione di problemi legati alla percezione (come il gioco Scopri la tua identità personale), paradossi logici e semantici ed esperimenti mentali. “In un certo senso anche il nostro Museo è un esperimento”, conclude Bianchi, ringraziando tra gli altri i 25 studenti del corso magistrale in Scienze Filosofiche che hanno collaborato alla nascita del Museo e guidano nel percorso, durante tutto il corso dell’apertura, sia le classi degli studenti delle superiori (di mattina) sia il resto del pubblico (di pomeriggio e di sera).

Il professore Paolo Spinicci, docente di filosofia teoretica e tra i promotori dell’iniziativa, chiarisce come “la filosofia non è una cosa che si annida nella testa dei filosofi, ma vive nei problemi che sono all’origine stessa delle teorie filosofiche. La mostra è un tentativo che ha lo spettatore di vivere i problemi della filosofia. Vorremmo insistere sul fatto che ad un livello elementare la filosofia è sensibilità per un certo numero di questioni, ancor prima della risposta teorica a queste domande”.

Il Dipartimento di Filosofia dell’Ateneo ha lo scopo di far crescere la filosofia nella sua complessità, in verticale facendo ricerca e in orizzontale facendola andare al di là delle sue collocazioni classiche.

L’obiettivo è modesto ma chiaro: “volevamo mostrare che un Museo della filosofia è possibile”, afferma Spinicci. 

È intervenuto anche Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, per evidenziare l’utilità collettiva e sociale che un museo di questo tipo può avere: “Il Museo può essere uno straordinario metodo per accendere il desiderio di conoscere. L’evidenza esperienziale della portata metafisica di alcuni paradossi fa sorgere il desiderio di leggere, approfondire, studiare; pensare”.

Quando l’orologio ha scoccato le 15.22, il rettore Franzini ha annunciato in uno scroscio di applausi: “Dichiariamo ufficialmente aperto il primo Museo della Filosofia al mondo!” e aggiunge con un sorriso di aver compiuto varie ricerche in internet per assicurarsi di non poter essere smentito. Questo è davvero il primo Museo di filosofia al mondo. Questo è l’originale, i successivi saranno imitazioni, ed è nato proprio nella nostra Università.

Francesco Gallo
Mi arriccio la barba, affondo nei pensieri, a volte parlo con ironia. E nel frattempo studio filosofia.

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