Del: 20 Novembre 2019 Di: Matteo Lo Presti Commenti: 0

Al civico 127 di Via Archimede, ci si imbatte nello studio di una realtà meneghina di rilevante importanza nell’ambito del Terzo Settore e dell’impegno sociale. La ONLUS Terrenuove da più di 20 anni si occupa, oltre a ricerca interpersonale e interculturale, di fornire consulenza psicologica e formazione ad un’ampia rosa di realtà della nostra epoca, con particolare attenzione per gli stranieri. Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Lele Maggiora, educatore e counselor da 20 anni a Terrenuove, e Elga Quariglio, psicoterapeuta anche lei da 20 anni a Terrenuove, entrambi impegnati nell’area dedicata ai minori stranieri non accompagnati. Numerosissime informazioni sulla ONLUS sono comunque reperibili sugli appositi siti web, e sull’apposita pagina di Facebook.

Quando e come nasce Terrenuove?

Terrenuove nasce nel 1998, da parte di un team di specialisti in psicologia, in riferimento ai mutamenti avvenuti riguardo l’immigrazione, volendo fornire un servizio di consulenza psicologica gratuita in appoggio al lavoro sociale svolto dai servizi territoriali. Successivamente, sono state create 3 aree relative ai servizi che Terrenuove offre: minori stranieri non accompagnati, (MSNA), rifugiati e richiedenti asilo, e un servizio per la famiglia. Io e Lele ci occupiamo da sempre del servizio minori stranieri non accompagnati.

Le modalità con cui Terrenuove opera hanno subito cambiamenti negli anni?

Sì, inizialmente la nostra attività era concentrata sulle consulenze individuali, successivamente abbiamo proposto i gruppi di apprendimento della lingua italiana, mentre negli ultimi anni sono arrivati i gruppi di parola. Abbiamo anche lavorato per anni con i minori in ricongiungimento familiare, appoggiando i Servizi Sociali del comune di Milano. Il ricongiungimento avviene tra i minori, e la famiglia d’origine, presente da anni in Italia per motivi di lavoro. In questo caso, sono stati utili dei gruppi di auto-aiuto per genitori e per figli per favorire questo loro ricongiungimento.

Nel lungo periodo quali sono stati i progressi dei giovani passati da voi?

L’anno scorso, abbiamo voluto invitare dei ragazzi che abbiamo seguito negli anni passati, in modo tale che raccontassero la loro esperienza a quelli appena entrati nel progetto. I percorsi autonomi di questi ragazzi, che abbiamo ricontattato, sono stati molto buoni; hanno ottenuto un lavoro, una loro casa, qualcuno è persino riuscito a portare la sua famiglia in Italia. In sintesi, hanno continuato con successo il loro percorso di autonomia. Tuttavia, non per tutti è stato un successo roseo: alcuni hanno infatti deciso di abbandonare il percorso per andare all’estero, per esempio.

Come ha fatto Terrenuove a ottenere visibilità dopo essere nata?

Attraverso convegni, pubblicazioni, grazie ad alcuni finanziamenti ottenuti dai bandi organizzati dalComune di Milano. Il ruolo dei bandi è stato fondamentale soprattutto nei primi anni. Da alcuni anni la Fondazione Cariplo sostiene alcune delle attività di Terrenuove (come il progetto GESI di cui questo gruppo di parola fa parte) e anche c’è molto lavoro volontario da parte dei professionisti. In questi anni con il nostro modo di lavorare abbiamo costruito una rete di collaborazione all’interno della realtà milanese e dell’hinterland, che va dai Servizi Sociali, alle comunità per minori, alle UONPIA, e abbiamo preso contatto con molteassociazioni del Terzo Settore già operanti sul territorio.

Lavorare in rete, rimanendo in contatto con realtà come le nostre, è fondamentale.Il contatto con le assistenti sociali del Comune è stato importantissimo specialmente per la conoscenza di progetti futuri riguardo l’immigrazione o l’assistenza ai minori. Anche la collaborazione con l’USSM (Ufficio Servizio Sociale Minorenni) è stata rilevante, tramite consulenze eseguite, da parte nostra, verso i giovani detenuti stranieri del carcere minorile Beccaria.

Che progetti avete per il futuro?

Il tema centrale rimane sempre quello della consulenza ai minori stranieri non accompagnati. La legge Zampa del 2017 ha permesso la formazione e l’utilizzo di tutori volontari, ed è con questa nuova figura istituzionale che stiamo avendo un approccio e lavorando ad una collaborazione tra assistenti sociali, educatori di comunità e tutori. Per il resto, teniamo aperti alla consulenza i servizi storici, oltre al servizio MSNA il servizio per le famiglie e quello per richiedenti asilo. I nostri interventi sono connessi ai cambiamenti a livello storico e sociale che avvengono: per esempio, la chiusura di molti centri d’accoglienza e la dispersione di una rete di servizi sul territorio ha comportato anche da parte nostra una riflessione e un ripensamento su alcune modalità di intervento.

Matteo Lo Presti
Calciofilo e meme lord, il tutto innaffiato da Poretti 9 luppoli. Amo i tatuaggi, la filosofia morale, la Liguria e scrivere. Sogno l'autarchia e l'atarassia.

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