Del: 16 Novembre 2019 Di: Luca Pagani Commenti: 0

Quando lo scorso 5 settembre il Whasington Post riportava per la prima volta la storia delle pressioni della presidenza degli Stati Uniti all’Ucraina, in pochi avrebbero pensato che di lì a due mesi la situazione per il presidente americano Donald Trump sarebbe arrivata a questo punto. Eppure a poco più di due mesi da quella data, sono iniziate le prime audizioni pubbliche riguardanti la procedura di impeachment.

Lo scetticismo che molti esperti continuano ad avere rispetto a una procedura di impeachment nei confronti del presidente rappresenta una delle caratteristiche più sbalorditive di Trump, la sua quasi totale invulnerabilità agli scandali – politici e non – che lo investono in pieno.

Non è un segreto che tutti i democratici (e anche qualche repubblicano) stiano facendo, da quasi tre anni, qualsiasi cosa per rispedire Mr. Trump nella sua torre dorata di Manhattan, per poi far finta che non sia successo nulla nell’ultimo periodo.
Nonostante questi intenti, nessuno finora, era riuscito neppure a scalfire la corazza di consensi del Presidente, a causa di varie problematiche, come per esempio la sfiducia nell’informazione, con cui gli Stati Uniti e il resto del mondo dovranno fare i conti ancora per molto tempo.
Per la prima volta, invece, Mr. Trump sembra in difficoltà. Tuttavia, perché proprio adesso sembra essere così reale la possibilità che Mr. Trump possa essere licenziato dalla Casa Bianca e, soprattutto, esiste davvero questa possibilità che ora i media rendono così probabile?

I fatti finora

Il Presidente degli Stati Uniti è accusato di aver mosso pressioni al neo eletto Presidente Ucraino, Volodymyr Zelensky, per trovare informazioni relative al figlio di Joe Biden, candidato alle primarie democratiche per il 2020. Hunter Biden lavorò per una compagnia ucraina quando il padre era Vice-Presidente durante l’amministrazione Obama.
Secondo la costituzione degli Stati Uniti, chiedere l’aiuto di una nazione straniera per vincere le elezioni è illegale.

Le prove

La storia è nata dopo che un whistleblower – un anonimo ufficiale dell’intelligence USA – ha inviato una lettera, riservando dubbi rispetto a una conversazione telefonica tra i due Presidenti, Trump e Zelensky, avvenuta il 25 luglio.
Nella trascrizione della telefonata, che è stata resa pubblica dalla Casa Bianca, Trump parla in primo luogo degli aiuti che l’Ucraina riceve dagli Usa e, successivamente, chiede “un favore” a Zelensky riferendosi alla storia di Biden. Nei giorni scorsi un diplomatico statunitense che lavora in Ucraina, Bill Taylor, ha confermato davanti alla camera dei rappresentanti che il Presidente intendeva continuare a concedere gli aiuti umanitari, ma solo nel caso in cui Hunter Biden fosse soggetto a investigazioni.

La difesa di Mr. Trump

Il Presidente ha definito il processo una “caccia alle streghe” e ha mostrato grande disappunto rispetto a tutta la faccenda. In ogni caso i repubblicani baseranno la loro strategia difensiva su tre principali temi: il presidente ucraino ha dichiarato di non aver mai subito alcun tipo di pressioni; gli ucraini non erano a conoscenza del fatto che gli aiuti fossero stati tolti e  alla fine (l’11 settembre 2019) ripristinati.

Qual è il processo per l’impeachment?

Il processo è iniziato nella frangia minore del governo americano, la Camera dei Rappresentanti (a maggioranza democratica), che dopo aver valutato le prove ha bisogno della maggioranza della camera per far passare il tutto al secondo livello, ovvero il Senato (a maggioranza repubblicana).
Al Senato, allo stesso modo, inizierà un processo a carico del Presidente che, se verrà considerato colpevole da più di 2/3 dei senatori, verrà rimosso dal suo incarico.

Menzioni onorevoli

Solamente due presidenti hanno subito una procedura di impeachment nella storia democratica statunitense: Bill Clinton, nel ’99, a causa delle storie relative a Monica Lewinsky, ma che non passò al Senato; e Andrew Johnson, che venne accusato nel 1868 di aver licenziato un suo segretario senza l’approvazione del congresso (una mossa politica all’epoca), ma che allo stesso modo non passò al Senato.

Trump potrebbe lasciare la Casa Bianca?

Sì, ma allo stesso tempo è difficile che il Senato repubblicano, seppur con una piccola maggioranza, possa votare contro il suo candidato di punta alle presidenziali 2020. E considerando che il tempo è ormai poco per gestire una campagna elettorale in meno di un anno, molto probabilmente voteranno contro al processo.

Luca Pagani
Tento di esprimermi su un po' di cose e spesso fallisco.
Però sono simpatico.

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