Sono molte le realtà associative che ruotano intorno all’Università Statale di Milano, e tantissimi sono gli studenti che partecipano attivamente a interessantissimi progetti, legati al mondo universitario e non solo. Noi di Vulcano Statale abbiamo deciso di indagare questo “fenomeno” che esiste dalla notte dei tempi e per, farlo, abbiamo coinvolto alcuni studenti che ci hanno raccontato la loro esperienza.
È proprio al mito della figura mitologica di Daphne che i ragazzi della compagnia Teatro Daphne si sono ispirati per dare il nome al loro progetto.
Come una ninfa, anche il teatro nella sua forma più pura, può riparare, profetizzare, trasformarsi e trasformare.
Nella mitologia greca antica Daphne era una Naiada, una delle ninfe delle acque dolci dotate di facoltà riparatrici e profetiche. Era anche il primo amore di Dio Apollo, che non esitò di dichiararlo spudoratamente davanti alla ninfa. Lei, amante della sua libertà e indipendenza, si spaventò dalle sue parole e volle nascondersi. Si tranformò quindi in un albero di alloro (in greco: daphne/ δάφνη) lasciando il suo corteggiatore deluso. Da quel momento Apollo indossa una corona di alloro, per ricordare il suo amore perduto.
Così, con pura spontaneità giovanile simile a quella di Apollo, alcuni ragazzi riuniti dal corso di Letteratura Italiana della Statale hanno deciso di fondare la propria Compagnia Teatro.
Ciascuno è entrato da facoltà e contesti diversi ma tutti con la consapevolezza della quantità del tempo che volevano dedicare. Oltre ad una piattaforma dove dare spazio a nuove idee i ragazzi hanno creato anche un vero e proprio campo lavorativo, «un trampolino di lancio per capire se il teatro era quello che volevamo fare» afferma Giacomo Pratelli, membro e attore nella Compagnia Teatro Dafne, dando appunto la possibilità a loro stessi di fare un’esperienza lavorativa senza aspettare riconoscimenti da terzi. Sembra un passo semplice a prima vista. Un po’ d’interesse condiviso e uno spazio dove esibirlo completano la ricetta. Ma c’è un motivo in particolare per cui i ragazzi di Daphne stanno portando avanti questo progetto .
«Sappiamo che teatro si fa e si fa bene anche oggi. Esistono gli attori leggendari e spettacoli che rispettano il valore artistico del teatro. La differenza tra passato e presente non è la mancanza del riconoscimento del valore del teatro, bensì il fatto che quest’ultimo è rimasto nel passato. Esistono, sì, gli spettacoli straordinari, ma quasi sempre si basano su opere vecchie di drammaturghi che hanno vissuto in altre epoche. Di conseguenza anche le loro opere riflettono quella società. Sicuramente avranno qualcosa da dire, qualcosa di importante che possa servire come lezione per la società di oggi, ma non tutti sanno tradurlo nel proprio linguaggio. Volevamo creare qualcosa di nuovo, originale, qualcosa che avesse una communicabilità che è stata persa nel teatro» continua Giacomo.
Ed è proprio per questi motivi che il lavoro di Daphne è ammirevole. Oggi il teatro è passato in secondo piano perché opere, storie e arte vengono comunicate e rappresentate in un modo più grafico non lasciando margini all’immaginazione.
È abbastanza difficile riuscire ad ammaliare qualcuno che si è abituato ad immaginare, a pensare e a sentire. Di conseguenza c’è la paura che un progetto del genere non sarà accolto da tanti: il teatro è tornato ad essere privilegio di pochi, non dei pochi che possono permetterselo economicamente, ma dei pochi appassionati.
Per ridare al teatro il valore comunicativo perduto in modo da poter convincere anche i piu disinteressati, i ragazzi di Daphne si occupano anche di scrivere le proprie opere. Spesso ispirati da testi già esistenti, creano adattamenti più contemporanei includendo un aspetto più quotidiano, sensibile agli occhi dal pubblico di oggi. Davide Novello, regista e drammaturgo di Daphne, ci parla dell’adattamento di Il Cuore Rivelatore di Egdar Allan Poe, il primo spettacolo messo in scena da Dahpne:
Ci è piaciuto molto il gioco tra parola scritta e parola intesa, la discrepanza tra ciò che è vero e ciò che è raccontato, sembrava la nostra società allo specchio. Durante le prove abbiamo aggiunto delle scene che in un racconto potevano sembrare superficiali, ma in una rappresentazione erano essenziali per trasmettere il quotidiano e far sì che il pubblico si identifichi.
Altre volte le loro opere si ispirano direttamente alla quotidianità. Favola al telefono, Shakespeare 3/4 e Una tra tante sono opere scritte da Silvia Russo e Davide Novello per Daphne e parlano di vari problemi confrontati nella vita di ogni giorno, interpretati però da una chiave esistenziale e artistica.
Una tra tante in particolare è l’opera che sarà in scena da Marzo 2020. Parla di violenza di genere partendo dal paradosso del gatto di Schrödinger. «Passiamo ad un altro tipo di horror, un horror reale, che vediamo succedere intorno a noi ogni giorno e perciò molto più comprensibile da tutti»continua Davide. È bello fare arte per fare arte, ma è più piacevole se il messaggio riesce ad attirare l’attenzione del pubblico.
Il teatro parla dell’uomo e dovrebbe parlare all’uomo. Senza l’uomo, cioè il pubblico, il teatro sarebbe un libro scritto da qualcuno e non letto da nessuno. Sembra quindi opportuno, più che fare teatro per intrattenere se stessi, farlo per comunicare qualcosa agli altri. Meglio ancora se il teatro riuscisse a essere molto di più di un semplice palco:
«In passato il teatro era un luogo di aggregazione della società e si facevano persino delle assemblee prima di ogni messa in scena. In futuro, vorremmo anche noi gestire un teatro che sarà un luogo d’incontro dove si potrà andare a bere un caffè, parlare, studiare. Si potranno anche organizzare eventi. Sarà costantemente aperto a tutti e non solo a chi ama il teatro, e avrà il nome ‘Casa Daphne’. Vogliamo che la parola teatro diventi quotidiana ed entri in tutti i linguaggi».
E noi vogliamo vedere i sogni di Daphne realizzarsi presto.
I ragazzi della Compagnia Teatro Daphne sono:
Silvia Russo, Regista e Drammaturga,
Davide Novello, Regista e Drammaturgo,
Giacomo Pratelli, Attore,
Francesca Parravicini, Attrice,
Giulia Panzeri, Direttrice di scena.
Per informazioni: http://compagniateatrodaphne.it/