Del: 31 Gennaio 2020 Di: Laura Colombi Commenti: 0

Elettra Lamborghini sarà tra i 22 big in gara alla 70esima edizione del Festival di Sanremo e polemiche non hanno tardato ad arrivare: Red Ronnie – conduttore, dj e critico musicale – in un video su Facebook la accusa di essere lì solo grazie al suo cognome e al suo lato b, mentre Cristiano Malgioglio commenta in un’intervista ad Adkronos: «Le avrei scritto io un brano ma non so se sa cantare, sa cantare? Per cantare non bisogna avere le natiche di fuori ma il talento». Tanto per citare alcune delle critiche che le sono state rivolte. Per capirne i motivi, è necessario un breve riepilogo della sua carriera.

Che la Lamborghini sia un personaggio trash, è un dato di fatto. Infatti, oltre che ad essere una giovane ereditiera, Elettra esordisce nel 2016 in numerosi programmi tv in giro per il mondo (come il Grande Fratello spagnolo e brasiliano e Geordie Shore, reality inglese che ha come protagonisti dei giovani alle prese con feste, alcol e sesso). Così si costruisce un personaggio stravagante, o meglio “ignorante” (nel linguaggio giovanile sinonimo di “trash”), legato anche al tormentone del twerking, che alla fine è un modo di scuotere il sedere. Un mix di grande successo sui social, soprattutto su Instagram.

È solo in seguito che Elettra diventa cantante e addirittura giudice/vocal coach nella scorsa edizione del talent show The Voice of Italy, nonostante ad oggi abbia pubblicato un solo album, Twerking Queen (2019), contenente 10 tracce.

Mala e Pem Pem, i singoli di maggior successo, sono brani reggaeton: è pop latino, musica da ballo, e in effetti Elettra si esibisce soprattutto nelle discoteche. È un genere di grande tendenza soprattutto nel mondo latino e che ben si adatta al suo personaggio, ed è naturale che le case discografiche propongano i loro artisti di punta all’Ariston, che nonostante tutto rimane la più grande vetrina musicale in Italia.

Il video musicale di Pem Pem, da 128 milioni di visualizzazioni su YouTube.

Per ora potete tranquillizzarvi. Primo, perché a Sanremo tutti i brani sono suonati dal vivo dall’orchestra, perciò un minimo di linea melodica è irrinunciabile. Secondo, perché essere fuori luogo in una vetrina simile sarebbe una mossa quantomeno azzardata. Non a caso si parla da sempre di “canzone sanremese”: politicamente corretta, tanto lineare nella melodia quanto sofisticamente impegnata nel testo.

Si può ipotizzare che quella di Elettra con Musica (e il resto scompare) sarà una sfida ragionata a questa canzone sanremese: che possa anche essere frivola e ritmata senza che per questo risulti priva di contenuto? Che possa piacere a giovani e meno giovani?

Per il momento il titolo della canzone e i nomi dei suoi autori – Davide Petrella, autore di successo e collaboratore di Cesare Cremonini, e Michele Canova, produttore affermato, già collaboratore di Tiziano Ferro, Jovanotti e tantissimi altri – fanno ben sperare, nonché la scelta di duettare con Myss Keta, icona della cultura queer in Italia.

Quanto a chi si scandalizza per via delle scarse doti canore dell’ereditiera, basti ricordare che le scorse edizioni annoverano tra i partecipanti Francesco Facchinetti (2004, 2005, 2007), Platinette (2015). A ben vedere, poi, le polemiche stupiscono ancora di più se si pensi all’esperienza di Achille Lauro dello scorso anno che, in gara con Rolls Royce, ottenne un discreto successo anche tra i meno giovani pur senza possedere particolari doti canore.

Certo, parliamo comunque di spettacolo e di personaggi più che di cantanti: non si può pretendere di paragonarli a cantautori o grandi interpreti semplicemente perché non lo sono, né aspirano ad esserlo; tantomeno a venire considerati come tali. Se invece riteniamo ingiusto che l’industria discografica dia spazio a questo tipo di personaggi dovremmo interrogarci sul perché i loro brani riscuotano simile successo.

Foto di Roberta Marciello (fonte: hano.it)

Laura Colombi
Mi pongo domande e diffondo le mie idee attraverso la scrittura e la musica, che sono le mie passioni.

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