
Chi è un complottista? Una persona non contenta della realtà in cui sta vivendo, insoddisfatto della sua vita e portato a crearne una tutta sua. Una persona che si sente oppressa, non capita dalla società. Sente il bisogno di cambiare la realtà che ha imparato pian piano a vedere durante la sua crescita, vuole avere tra le sue mani la Verità che solo pochi eletti, chi ha veramente capito il mondo, possono sapere.
Tutto questo lo porta a ribaltare le sue idee, cercare combinazioni e coincidenze che possano dar vita a vere e proprie cospirazioni. Un esempio che ha portato alla creazione di svariati complotti è la strana connessione tra due dei più famosi e importanti presidenti americani: Lincoln e Kennedy.
Lincoln è stato eletto al Congresso nel 1846, Kennedy è stato eletto nel 1946, Lincoln è stato Presidente nel 1860, Kennedy nel 1960; entrambe le loro mogli hanno perduto un bambino mentre risiedevano alla Casa Bianca, entrambi sono stati colpiti alla testa da un sudista, di venerdì. Il segretario di Lincoln si chiamava Kennedy e il segretario di Kennedy si chiamava Lincoln, il successore di Lincoln fu Johnson nato nel 1808, e Lyndon Johnson, successore di Kennedy, era nato nel 1908. John Wilkes Booth, che ha assassinato Lincoln, era nato nel 1839, Lee Harvey Oswald, primo sospettato dell’assassinio di Kennedy, nel 1939; Lincoln fu colpito al Ford Theatre, Kennedy fu colpito in un’automobile “Lincoln” prodotta dalla Ford. Lincoln è stato colpito in un teatro e il suo assassino è andato a nascondersi in un magazzino, l’assassino di Kennedy ha sparato da un magazzino ed è andato a nascondersi in un teatro, sia Booth che Oswald sono stati uccisi prima del processo. Una settimana prima di essere ucciso Lincoln era stato a Monroe, in Maryland, una settimana prima di essere ucciso Kennedy fu visto per l’ultima volta con Marilyn Monroe.
Famose teorie e complotti che hanno preso vita e sono conosciuti da tutti sono la finta morte di molti artisti, l’allunaggio come finzione per mandare in bancarotta l’URSS, la terra piatta, le guerre mondiali finanziate dai Gesuiti per sterminare gli ebrei, loro nemici. Le torri gemelle abbattute dallo stesso Bush per avere un pretesto per attaccare il medio oriente. Il mondo comandato da società segrete come gli illuminati e massoni. Gesù non è risorto e si è sposato con Maria Maddalena fondando il priorato di Sion, detentore del santo Graal e della verità assoluta.
Sono esempi che dimostrano che un complottista vede il mondo come una messa in scena, di come i “poteri forti” vogliano tenere lontane le persone dalla verità per averle in pugno.
Questo suo atteggiamento lo porta inevitabilmente ad un forte senso di deresponsabilizzazione: non è mai colpa sua, lui è la vittima di una società bugiarda colpevole di ogni sofferenza e questo lo porta a giustificare ogni sua teoria anche senza nessuna prova scientifica, ma semplicemente vera a priori.
Ed è cosi che costruisce impalcature e sovrastrutture per sempre più nuove teorie che lui stesso identifica come vere, non opinabili e comincia a credere a tutte le teorie complottiste. È quindi a tutti gli effetti una persona dogmatica. La sua teoria ha dei capisaldi che non possono essere smentiti e chi li smentisce è un infedele, un blasfemo, complice del nemico. Non può mai avere torto perché accuserà sempre chi lo attacca di essere cieco.
Il complottista, come il religioso, brama di far conoscere il proprio dogma. Cerca nuovi adepti, qualcuno con cui condividere la propria verità. Cosi sono nate le società segrete come gli illuminati, i cavalieri dell’apocalisse e i massoni, gruppi ristrettissimi di eletti ritenuti adatti per sapere veramente la storia dell’umanità e tutti i suoi segreti.
Essendo dogmatico, il complottista non accetta l’errore. Qualsiasi cosa, detta da lui, un po’ come la parola di Dio, non può essere criticata, giudicata e disapprovata. Nonostante spesso non ci sia alcuna prova scientifica e logica a supportarla.
Il continuo e costante rifiuto di sbagliare è sintomo di una persona insicura e consapevole dei ragionamenti sbagliati, ma che erge un muro invalicabile per non crollare.
Non capisce che l’errore è uno dei più importanti obiettivi da raggiungere, perché finché si ha sempre ragione non si cresce e si impara mai. Sbagliare significa evolvere, migliorare. Assumersi le proprie responsabilità fa maturare e una persona che non lo accetta resterà per sempre un bambino pericoloso.