Del: 15 Gennaio 2020 Di: Redazione Commenti: 1

Il tentativo di questa rubrica è quello di essere utile per chiunque riconoscesse in sé o in qualcuno di vicino una forma di malessere. La sensibilizzazione è importante nel momento della comprensione e dell’azione, in quanto spinge alle opportune cure mirate.


Depressione. Difficile inquadrarla in un contesto ben definito per via delle implicazioni svariate che questa può avere. Vi sono più forme di depressione, a seconda della causa scatenante e a seconda del tipo di manifestazioni. Uno specialista può giudicare un paziente affetto da depressione sia nel momento in cui presenta sintomi di scarso appetito nei confronti degli stimoli vitali, sia l’individuo che manifesta una marcata reattività rispetto questi.

I sintomi influenzano piú aree, in particolare:
Sintomi cognitivi: ridotta capacità di concentrarsi; una tendenza molto forte a incolparsi, svalutarsi.

Sintomi affettivi: umore depresso o marcatamente reattivo (depressione atipica); evitamento; anedonia.

Sintomi volitivi/motivazionali: senso di fatica

Sintomi comportamentali della depressione: un appetito aumentato o diminuito; aumento o diminuzione del sonno; rallentamento motorio.

Sintomi fisici della depressione: mal di testa, palpitazioni o tachicardia, dolori muscolari, alle ossa.

All’interno di quello che sembrerebbe essere il morbo del secolo la dimensione temporale viene ad assestarsi e a cadere in un vuoto caratterizzato dalla continua reiterazione di rimuginii costanti: l’ideazione suicidaria è un demone pervasivo.

Ma questo pensiero deriva da una tematizzazione del sé come incapace,
inefficiente, inutile. Il pensiero viene pertanto distorto e assume tinte fosche, ma dai contorni ben definiti: il nemico è l’io stesso. Non c’è modo di cooperare nei confronti di quel mostro interiore, a parere di chi è dentro questa sofferenza. Si tratta di lenti cosí scure da non permettere di vedere qualsiasi cosa ci sia intorno. Anedonia, apatia, talvolta afasia e stati catatonici portano il soggetto ad annullarsi e a vedere pian piano lo sgretolarsi della propria persona.

Non c’è, apparentemente, nulla che possa rimettere in sesto i pezzi dell’individuo che si è perso nei meandri della solitudine interiore.

Ma questo perché la prima mancanza è la propria di presenza di sé. Tuttavia, se si ha la fortuna di incontrare degli ottimi terapeuti, la soluzione alla depressione può essere affrontarla in un’eventuale via farmacologica e psicoterapica. Riconoscere la depressione è difficile, ma attraverso i professionisti competenti si può arrivare alla guarigione. L’importante è proprio non identificarsi in questo spettro che è la depressione, ma riconoscerla come una mera parte di sé. Per questo è necessario non definirsi “depressi”, quanto piuttosto affetti da depressione.

È fondamentale infatti ridurre la dose di giudizio nei confronti di se stessi, nel momento in cui questa “caccia al colpevole” diventi invalidante: non si tratta di trovare un colpevole, si tratta di trovare un senso per le nostre azioni e i nostri pensieri, in modo tale da scovare il meccanismo che fa incappare in questi vortici. A chiunque stia combattendo questa battaglia, la via di uscita è possibile, ma occorre avere fiducia nei propri terapeuti. Occorre prestare pazienza in merito ai risultati, proprio poiché questi arrivano nel momento in cui si sa abitare il qui ed ora presente, senza pretendere di avere sotto controllo la vasta gamma delle possibilità e senza leggere il passato come dimostrazione del proprio fallimento.

Articolo di Chiara Dambrosio

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