Del: 22 Marzo 2020 Di: Redazione Commenti: 0

Noi redattori di Vulcano, rinchiusi in casa, abbiamo deciso di raccogliere opinioni e sensazioni su questo strano periodo che come tutti stiamo vivendo. Eccone alcune.


La laurea – Francesca Rubini

Devo ammettere che i miei primi istanti di riflessione legati a tutto quello che stava accadendo intorno a me durante i primi giorni di “catastrofe” li ho trascorsi a pensare egoisticamente a cosa ne sarebbe stato della mia laurea imminente. Ragazzi, capitano tutte a me era finalmente arrivato il mio momento il giorno che aspetto da cinque anni il termine dei miei studi la festa di laurea gli amici la corona di alloro. Si è trattato però di istanti, le notizie che guardavo in televisione, leggevo sui giornali, mi hanno fatto ritornare subito con i piedi per terra a pensare in realtà a quanto in questo momento io sia fortunata. La mia famiglia sta bene, è qui con me, i miei nonni sono lontani ma stanno bene. E il fatto di aver pensato come prima cosa alla laurea mi è sembrato stupido, ma è il risultato della società che ci siamo costruiti, quella in cui la laurea è il primo pensiero che ci viene in mente quando l’università chiude per un’emergenza sanitaria, provo a consolarmi così.

Adesso invece dopo aver fatto un esame di coscienza è il pensiero di uscire e mettere piede in una città, nazione, mondo, tornati alla normalità che mi fa stare bene, ora, seppur imprigionata tra le quattro mura della mia casa. Alla fine dei conti penso che questo periodo di stacco dalla routine potrebbe avermi fatto bene, mi ha fatto capire quanto siano importanti le mie abitudini, quelle che quando le vivo vorrei cambiare e quando cambiano vorrei che non lo facessero. Mai avrei potuto pensare che sarebbe successa una cosa del genere nel corso della mia vita, tutte le catastrofi sembrano sempre lontane, e questo mi ha fatto pensare che non siamo mai al sicuro, è una cosa che non possiamo controllare, non totalmente, ma con cui dobbiamo imparare a convivere – serenamente


Dalla campagna – Roberta Gaggero

Oggi c’è il sole e il mio umore è più luminoso del solito, anche se la routine è sempre la stessa. In questi giorni ho avuto modo di poter riflettere su quanto sta accadendo e ho iniziato piano piano a realizzare la portata epocale della situazione che oggi ci troviamo a vivere, anche se a tratti faccio ancora fatica a credere che quello che sta accadendo sia reale. Chi avrebbe mai pensato che l’Italia intera si sarebbe fermata, o almeno ci avrebbe provato, a causa del Covid-19? Mi sembra così surreale dover compilare un foglio per poter andare a far la spesa o per portare a spasso il mio cane, eppure le cose stanno così, e chissà per quanto ancora durerà. Per il momento però posso dire che questa quarantena si sta rivelando meno sgradevole del previsto. Può sembrare banale ma ho realmente riscoperto il piacere di stare in famiglia e, da studentessa fuori sede quale sono, qualche giorno a casa non può che farmi piacere. Certo, Milano mi manca come mi manca la mia indipendenza, e la convivenza forzata con i genitori non sempre è cosa facile, ma per rivedere mio padre fare la pasta fresca come in questi giorni dovrò senz’altro attendere l’arrivo del Covid-20. Sono piccole cose, ma sono quelle a cui mi aggrappo per trarre qualcosa di positivo dallo stato attuale. Per quanto riguarda gli amici posso dire che la tecnologia mi sta aiutando molto, tra una videochat e l’altra il tempo scorre più in fretta.

Abito in campagna e questo mi permette di uscire a passeggiare per i boschi senza troppe limitazioni, ma purtroppo alle 18:00 uscendo sul terrazzo non ho nessun vicino a tenermi compagnia con qualche strumento musicale. Fortunatamente per questo esiste Twitter, che si sta rivelando una delle piattaforme migliori in questi giorni di reclusioni: mi strappa sempre un sorriso o, nel migliore dei casi, una lacrima di commozione. Diciamolo una volta per tutte: si possono fare tutte le polemiche del mondo ma siamo italiani e, anche se a volte facciamo qualche cavolata, un cuore grande come il nostro non ce l’ha nessuno. Non mi vergogno ad ammettere che, essendo una ragazza semplice, mi emoziona vedere una popolazione così compatta e piena di speranza come non la si vedeva dall’estate del 2006.

Sarebbe bello svegliarsi il primo aprile e scoprire che era tutto uno scherzo, un pesce d’aprile finito male. Sarebbe bello alle 23.59 del 2 aprile, il giorno del mio ventunesimocompleanno, poter uscire sul terrazzo e vedere tutti i miei amici corrermi incontro per farmi gli auguri e fare una mega festa a base di baci e abbracci. Sarebbe tutto molto bello, ma purtroppo non sarà così. Quel che è certo però è che questo compleanno non lo dimenticherò mai, come non dimenticherò mai questa splendida giornata di marzo in cui la primavera non si è curata del decreto e ha deciso di uscire lo stesso a farsi un giro per rallegrare le persone meteoropatiche come me. Non dimenticherò mai nemmeno questo maledetto Covid-19, nella speranza che dal brutto possa nascere qualcosa di bello e che il nostro paese, insieme al mondo intero, possa rialzarsi e uscire in strada più rumorosamente di prima.


Ai lettori: queste sono alcune delle nostre impressioni sulla quarantena, ma siamo sicuri che ne abbiate anche voi. Perciò vi invitiamo a mandarci all’indirizzo consegne.vulcano@gmail.com le vostre: pubblicheremo le migliori nei prossimi giorni.

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