La storia di Andromeda è una storia di catene e di liberazione, di amore e di gelosia e di galassie che oggi sono lontane, ma domani saranno molto vicine.
La gravità è una forza incredibile, fa espandere l’universo, fa danzare stelle, pianeti e galassie. Grazie a lei siamo ancorati alla Terra, lavora lentamente e in silenzio per cambiare volto all’universo. La nostra galassia, la Via Lattea, non è isolata, ma appartiene a un gruppetto di circa 100 galassie, grandi e piccole, chiamato Gruppo Locale. Questo è a sua volta inglobato in un insieme di galassie molto più grande, che per questo motivo si chiama superammasso locale o superammasso della Vergine. Questo superammasso locale è in continuo movimento a causa della gravità reciproca di tutte le galassie: più sono vicine, più naturalmente questi effetti gravitazionali saranno maggiori.
La galassia di Andromeda è la più grande del Gruppo Locale e dista 2 milioni e mezzo di anni luce da noi. Si trova nella porzione di cielo che nelle mappe stellari è chiamata costellazione di Andromeda, ma la galassia di Andromeda è molto più lontana dalle stelle che compongono la costellazione, questo perché tutte le stelle che vediamo ad occhio nudo in cielo appartengono tutte alla nostra galassia, la Via Lattea. Il motivo per il quale vediamo una figura in cielo, una costellazione, è solo un gioco di prospettiva cosmica.
Per vedere ad occhio nudo la galassia di Andromeda serve un cielo buio e limpido. Appare come una nebbiosa macchietta di luce. L’individuazione non è difficile: con un binocolo, poi, è davvero facile! La costellazione di Andromeda si riconosce subito perché è a forma di A rovesciata, inoltre si trova vicina alla costellazione di Cassiopea, che invece è a forma di W, e alla costellazione di Perseo. Questa particolare collocazione in cielo –Andromeda, Cassiopea e Perseo – non è casuale, ma rappresenta una precisa narrazione mitologica che lega tutti questi personaggi.
La figura mitologica che dà il nome alla costellazione è quella della giovane Andromeda, figlia della regina Cassiopea e del re Cefeo.
Cassiopea era una donna molto sicura di sé, aveva osato addirittura vantarsi di essere più bella delle ninfe del mare, le Nereidi. Questo scatenò l’ira di Poseidone, sposato con una Nereide, Anfitrite, che inviò verso il regno di Cefeo un mostro marino, Ceto (una balena). Il re Cefeo andò a consultare l’Oracolo, chiedendo quale fosse il modo migliore per fermare il mostro marino lanciato da Poseidone. La soluzione dell’Oracolo fu quella di incatenare la figlia Andromeda ad uno scoglio e offrirla in sacrificio al mostro marino.
Andromeda era spacciata, ma in quell’esatto momento arrivò Perseo, figlio di Zeus, su un cavallo alato, Pegaso. Di ritorno da un’impresa, nella quale aveva ucciso Medusa, tagliandole la testa, Perseo, rapito dalla bellezza di Andromeda, decise di affrontare il mostro marino e di chiederne la mano. Ricorrendo al potere pietrificante dello sguardo della Medusa, riuscì ad eliminare il mostro e a celebrare la sua unione con Andromeda. Tutti felici e contenti? No, o almeno non subito. L’arrivo di Fineo, zio della giovane e suo antico precedente, al banchetto per festeggiare le nozze della coppia, complicò la situazione. Fineo, deciso a farsi giustizia e a reclamarla in sposa, trasformò la sala del banchetto in un campo di battaglia. Perseo si servì nuovamente della testa di Medusa per infliggere una dura sconfitta al rivale e ai guerrieri al suo seguito.
Anche la galassia di Andromeda ha delle catene gravitazionali, le quali legano il suo destino a quello della nostra galassia, la Via Lattea. Non sarà però Perseo sul suo cavallo alato a far sbocciare questo amore galattico, ma sarà la gravità: una forza incredibile quanto l’amore. La vicinanza tra Andromeda e la Via Lattea, porterà infatti ad un’inevitabile scontro tra galassie a spirale. Per quanto riguarda, poi, il futuro della Via Lattea, lo studio pubblicato su Astrophysical Journal conferma che siamo in rotta di collisione con Andromeda (le due galassie si avvicinano tra loro ad una velocità di 57 km/s), ma i nuovi dati indicano anche che non si tratterà di uno scontro frontale, ma, più probabilmente di una collisione laterale. La collisione avverrà solo tra 4 miliardi e mezzo di anni, quindi per ora possiamo star tranquilli!
Articolo di Sara Suffia