Del: 6 Maggio 2020 Di: Roberta Gaggero Commenti: 0

Classe 1998, Omega storie è un rapper di Milano che scrive musica fin da piccolo. Nel 2015 conosce il mondo del poetry slam, conquistandosi il titolo di campione italiano under 20. I suoi testi sono ricchi di giochi di parole e sono in grado di catturare al primo ascolto. Negli anni successivi pubblica per IRMA Records e Mandibola Records Bruco e Labor Limae EP. Il suo ultimo album è Mondo possibile, curato da Logos.Lux e pubblicato nel 2019. Il 4 maggio è uscito il video musicale del brano Non abbracciarmi e noi gli abbiamo chiesto di raccontarcelo e di raccontarsi. 


Il testo del tuo ultimo singolo La gente muore fa riflettere parecchio, soprattutto nel contesto in cui ci troviamo.

Il testo di La gente muore ha fatto riflettere molto anche me. L’ho realizzato ad ottobre e non eravamo neanche sicuri di farlo uscire perché è un brano molto freddo e l’inverno stava passando. Poi riascoltandolo mi sono accorto che nel testo ci sono delle frasi topiche, dei manifesti. “Perdo il controllo solamente in un ambiente intimo”, “qualcosa è strano nell’aria” e altre frasi del genere in questa situazione mi hanno fatto venire voglia di riprendere le emozioni trasmesse dal pezzo, dandogli anche un senso nuovo. Si focalizza molto sul valore del tempo e  su quanto questo sia prezioso e si debba tenere conto di ciò. È una riflessione positiva in un periodo particolare come questo.

Quando e come è nata la tua passione per la musica? Quali sono i “pionieri”, di cui parli in Però felice, che ti hanno fatto avvicinare a questo mondo?

La passione per la musica mi accompagna fin da piccolo, da quando mio zio mi regalò un mp3 con dentro una selezione da lui curata, in cui tra le altre cose c’era Perché sì degli Articolo e i primi dischi di Ax. Quella musica mi ha aperto un mondo e soprattutto mi ha fatto scoprire un linguaggio che è quello del rap e da lì è partito tutto. Gli artisti che mi hanno formato negli anni sono stati soprattutto Fibra, i Dogo, Neffa, Dargen d’Amico e altri, ma anche il conscious rap italiano.

“Se mi vedi in giro sono l’anti rapper perché a me stanno sul cazzo i rapper”, questo è l’incipit del tuo brano Però felice. Prosegui dicendo che “questa merda fatta bene non è hip-hop”. In che filone si colloca allora la musica di Omega storie?

Questo pezzo è di tre o quattro anni fa, già da subito volevo che il rap non fosse il mio manifesto ma un’arte applicata a quello che faccio. Il mio background si compone anche di altri stili e non volevo che il rap fosse solamente il grosso calderone in cui buttami, secondo me è un po’ riduttivo. Possiamo dire che la musica di Omega vuole inserirsi nel filone della nuova musica italiana. 

Omega storie è un nome piuttosto particolare, da dove nasce?

Omega storie nasce dal fatto che quando ho iniziato a rappare avevo 11 anni ed ero un nerd di letteratura epica, mi appassionavano le storie della Grecia antica: quindi ho trovato dietro al concetto di Omega, l’ultima lettera dell’alfabeto, l’inizio e la fine di tutto, il mio viaggio. Ho iniziato a farmi chiamare subito così e ad adottare questo street name. Due o tre anni dopo il mio ex manager ed io ci siamo accorti che esiste un altro Omega latino americano molto famoso, e quindi abbiamo deciso che dovevamo cambiare qualcosa e in un pomeriggio qualunque è uscito Omega Storie, perché si addice al mio modo di scrivere, al mio viaggio e al mio contesto.

Il tuo modo di scrivere in effetti è particolare, giochi in modo molto efficace con la parola, hai uno stile piuttosto poetico. Nel 2015 infatti hai vinto il campionato italiano di poetry slam, categoria under 20. Raccontaci la tua esperienza e com’è stato conoscere il mondo dello slam poetry.

Il mondo dello slam poetry è stata una scoperta. Nel 2015 Scarty Doc, il mio educatore per tantissimi anni e un grosso esponente del genere e del filone, mi ha coinvolto in questa cosa. Io avevo 16 anni ed ero forse il più piccolo poeta d’Italia in quel circuito. La mia prima volta fu al Macao, in uno dei poetry slam più duri della mia vita, con campioni affermati e poeti davvero forti, tra cui Savogin e Agrati. Da quel momento in poi ho fatto poetry slam girando tutto il nord italia per tre anni. Partecipare alle finali nazionali a Ragusa è stata un’esperienza magnifica perché ho conosciuto un sacco di poeti fortissimi da tutta Italia. 

Ad oggi stai continuando a dedicarti allo slam o ti stai concentrando solo alla musica?

Pur avendo ottenuto sempre dei buoni risultati, ho sempre praticato il poetry slam a livello dilettantistico, non sono molto competitivo. Ho sempre fatto musica, molto spesso i testi che porto negli slam sono testi di canzoni che con la musica hanno un senso e quando vengono performati acquisiscono un’altra veste. Partecipo sempre ai poetry slam organizzati da persone che conosco, se qualcuno mi chiama son sempre contento di partecipare a iniziative di questo genere, ma riconosco che ci sono un sacco di ragazzi con i denti e le unghie più affilate dei miei, non mi considero tra i poeti agguerriti nonostante io sia arrivato in finale agli over quest’anno.

Come si rapportano queste due discipline nella tua vita? Che valore e che ruolo ha la musica in relazione a ciò che scrivi?

I testi che scrivo generalmente vengono composti insieme alla musica, i miei brani nascono molto spesso nello stesso momento in cui nasce la musica, è tutto collegato. In base al testo che viene fuori mi viene in mente che potrebbe avere una destinazione nel poetry slam ma a parte rare eccezioni i miei testi vengono concepiti come canzoni. 

Quali sono i pezzi più significativi per te?

I miei pezzi più significativi sono Farfalla, contenuta nell’album Bruco, Non abbracciarmi, Windmill Lane 06, Lune distanti, e quelli che non sono ancora usciti. 

Il 4 maggio è uscito il video musicale di uno dei brani che hai citato, Non abbracciarmi.  Parlaci del progetto.

Il video di Non abbracciarmi è nato dal significato del brano stesso, dal senso di freddo che trasmette questo pezzo. Il concetto che volevamo tirar fuori  è  più che altro la paura di buttarsi in una situazione emotiva e sentimentale quando la vita ti ha già scalfito, plasmato e rovinato, quindi dopo che tutte le esperienze di vita ti hanno stravolto. Il video è stato scritto da me e Logos.Lux ed è stato diretto da Dado Freed.

Vi lasciamo con il video musicale di Non abbracciarmi e con la musica di questo giovane artista. 

Roberta Gaggero
Ligure trapiantata a Milano. Dimentico sempre la luce accesa, puccio i biscotti nella spremuta d’arancia e non so scrivere le bio. Mentre cerco di capire chi sono bevo birra e parlo di poesia.

Commenta