Demetrio Monorchio, maestro di arti marziali, un anno fa pubblicava una sua foto con alcuni studenti del Liceo Manzoni, proprio all’interno della palestra dell’Istituto. «Lezione di Kung Fu durante autogestione» recita il sensei meneghino, esaltando la verve degli studenti nell’aver voluto trasformare la loro scuola, per una giornata, in un Dōjō.
Tempi giocondi, e non funesti come quelli di oggi: il Liceo Manzoni di Milano si trova infatti nell’occhio del ciclone a causa dell’ultima direttiva emanata dal Consiglio d’Istituto. Per cercare di tamponare un ipotetico sovraffollamento delle aule, a partire dall’anno scolastico 2021/2022 verrà ridotto il numero di studenti che potranno iscriversi, rendendo il Liceo “a numero chiuso”.
«Il Liceo Manzoni – si legge nella premessa ai criteri di ammissione approvati dal Consiglio d’Istituto con 15 voti a favore e 4 contrari – ha deciso di sospendere la sua tradizionale apertura a tutti gli studenti». Così, l’ingresso sarà limitato ai neo liceali che saranno in grado di rispettare due parametri: il primo riguardo i giudizi, il secondo riguardo la residenza. Infatti, sarà data precedenza agli studenti con la media del 9 o del 10 in italiano, inglese e matematica nella pagella di seconda media, così come verranno favoriti gli studenti che abitano il più vicino possibile all’Istituto.
La procedura che ha voluto adottare il Manzoni è stata fortemente criticata: non stiamo infatti parlando di un test d’ingresso (come nel caso del Liceo Volta), ma di criteri di valutazione discriminatori. L’ammissione di uno studente in virtù della pagella degli anni precedenti non viene impugnata nemmeno per le ammissioni alle università. Inoltre, vi è il rischio che spronare degli studenti giovanissimi a voler a tutti i costi primeggiare, pena la non ammissione in un istituto, non sia in tutto e per tutto moralmente corretto. Ma la direttiva più assurda sembra essere quella riguardo la distanza casa-scuola, essenziale per poter essere favoriti nella selezione. Un “chi prima arriva meglio alloggia“, se non fosse per un particolare: il Liceo Manzoni si trova in Via Orazio, in pieno centro storico. Una zona di Milano non proprio residenziale ed economicamente alla portata di tutti, che rischia di creare una tensione classista.
Prese di posizioni anche troppo affrettate, vista l’impossibilità di trarre conclusioni sull’andamento della pandemia da qui a un anno, e che sembrerebbe escludere un eventuale potenziamento delle modalità di didattica a distanza.
A insorgere e a rendere di dominio pubblico la notizia sono stati gli studenti del Collettivo Politico Manzoni. Il 7 ottobre hanno organizzato un picchetto davanti all’Istituto per protestare in merito alla decisione, documentando tutto sulla loro pagina Instagram.