Del: 24 Ottobre 2020 Di: Giulia Ghirardi Commenti: 0

L’atletica meneghina torna a casa. Dopo più di un anno di chiusura per ristrutturazione infatti, la storica Arena Civica Gianni Brera di Milano riapre le sue porta agli atleti della città. Restituita «decisamente più bella ai milanesi» come afferma il sindaco Giuseppe Sala alla chiusura dei lavori. 

L’atletica torna a casa. O forse no? «E’ stato un rientro amaro. Perché non sappiamo cosa succederà domani» scrivono gli atleti sui social. Nessuno ne parla, nessuno sa. Eppure pochi giorni fa l’Arena è stata concessa a titolo quasi simbolico, per una cifra irrisoria, a un singolo richiedente privato, estromettendo conseguentemente tutti gli altri atleti regolarmente tesserati FIDAL da una fascia oraria giornaliera di tutti i giorni feriali. Concessione che non ha precedenti nella storia dell’impianto civico sportivo milanese. Concessione – conferita dal Comune di Milano, di fatto proprietario dell’Arena – alla Sprint Academy SRL, società nata da un’idea di Salvino Tortu che conta, ad oggi, quattro soli tesserati.

«Una società che opera nel mondo dell’Atletica Leggera con l’intento di promuovere, a 360 gradi, la diffusione di questo sport», si legge sul loro sito internet. Ma evidentemente il messaggio diviene valido solo per i tesserati alla loro società e non più per gli altri, i molti che di questa promozione restano vittime. «Quale motivo può aver spinto il Comune a concedere l’Arena a questa società ad un prezzo simbolico» ha scritto Giannino della Frattina sul Giornale del 19 ottobre «di 30 euro l’ora rispetto ai 200 stabiliti dai documenti pubblici?». 

La società ha portato come principale motivazione alla richiesta di affitto la necessità di allenamento di Filippo Tortu (primatista italiano dei 100 metri con il tempo si 9″99 secondi). Atleta, però, tesserato per le Fiamme Gialle e non per la Sprint Academy SRL. In più la pista di Giussano, dove l’atleta si allena regolarmente, attualmente in ristrutturazione, sarà consegnata nuova e pronta agli atleti a fine novembre. È quindi una domanda lecita chiedersi se l’atleta si sposterà effettivamente ogni giorno da casa fino a Milano per allenarsi proprio all’Arena.

E’ giusto dare risalto e riqualificazione a un luogo su cui sono stati investiti molti fondi; ma perché farlo a favore di pochi e a discapito di molti? Perché concedere la possibilità di allenamento solo ai loro tesserati?

Bisognerebbe domandarsi se sia giusto privare tutti quegli atleti che, dopo più di un anno di allenamenti in parco Sempione, nel buio e nel fango, hanno atteso pazientemente di poter tornare a casa. Hanno atteso di potersi allenare nella loro Arena. Civica proprio perché di tutti, come mostra la stessa etimologia della parola.

Non ci si può permettere di creare un precedente di privatizzazione dei pochi beni sportivi pubblici e civici dell’Atletica Leggera italiana, già tenuta in scarsa considerazione e troppo poco valorizzata. Di questa consapevolezza sono sicure e se ne sono fatte portavoce molte storiche società italiane di Atletica Leggera che da decenni si allenano all’Arena senza aver mai dovuto chiedere il permesso per poterlo fare. In libertà, come è giusto che sia lo sport.

Tra queste ci sono la Riccardi, la Bracco, ABC Progetto Azzurri, Cus Pro Patria Milano, Nuova Atletica Astro e Atletica Meneghina che si è fatta portavoce del problema e si è attivata per sollevarlo tramite lettera firmata.

«L’Arena appartiene alla collettività dei milanesi, è patrimonio inclusivo del nostro sport, ne costituisce un riferimento storico e una opportunità per il futuro» – scrivono le società alla FIDAL – «non può essere accettabile che si contrasti con la possibilità di ingressi, compilando liste di proscrizione, poiché l’accesso in una struttura pubblica non può essere un fatto eccezionale». 

«Il rispetto verso le migliaia di famiglie ci spinge a vibrare una protesta». Una protesta condivisa, accorata, sentita. Una protesta «di civiltà per le ragioni della condivisione, dell’eguaglianza» e del rispetto di quella vocazione “civica” di cui l’Arena Gianni Brera si fa portavoce con il suo stesso nome. Deriva dal latino civis, cittadino. Dei cittadini, degli atleti. Di tutti gli atleti. Un luogo in cui poter continuare ad allenarsi, a crescere, divertirsi e cercare di realizzare qualcosa che qualcun altro aveva detto essere impossibile. Con la forza e il coraggio dell’uguaglianza e la speranza della libertà.

Giulia Ghirardi
Scrivo quello che non riesco a dire a parole. Amo camminare sotto la pioggia, i tulipani ed essere sorpresa. Sono attratta da chi ha qualcosa da dire, dall'arte e dalle emozioni fuori luogo. Sogno di vedere il mondo e di fare della mia vita un capolavoro.

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