Del: 1 Novembre 2020 Di: Costanza Mazzucchelli Commenti: 0
Cortocircuiti e «transesperienze» a Pirelli Hangarbicocca

Le ampie stanze del complesso industriale di Pirelli HangarBicocca, una delle realtà culturali più attive all’interno del panorama artistico contemporaneo milanese e italiano, ospitano dal 15 ottobre 2020 al 21 febbraio 2021 Short-circuits, la prima grande retrospettiva dedicata all’artista Chen Zhen.

Il 13 dicembre di quest’anno ricorreranno i 20 anni dalla sua morte: esporre oltre venti tra le sue principali installazioni è il modo migliore per rendergli memoria. 

Chen Zhen, nato a Shangai, inizia ad avvicinarsi al mondo dell’arte negli anni Settanta, in un primo momento concentrandosi sulla pittura e, successivamente, sperimentando in maniera notevole nell’ambito delle installazioni.

Queste sono realizzate tramite l’accostamento di diversi oggetti di uso quotidiano (sedie, tavoli, biciclette, vasi da notte…) con materiali (alluminio, argilla, acqua, rami di bambù): gli oggetti vengono quindi privati della loro funzione primaria e di base e ne acquistano una metaforica, che consente all’osservatore di riflettere su come un oggetto così comune possa condensare in sé un messaggio di più vasta portata.

La scelta di accostare oggetti differenti e a un primo sguardo incongruenti è realizzata da Chen Zhen in conformità con il suo desiderio di trovare, nelle sue opere d’arte, una sintesi visiva tra le caratteristiche della Cina, suo paese d’origine, e i luoghi con cui entra in contatto (in particolare Parigi, dove si trasferisce a 31 anni, e più in generale l’Occidente).

Concetto fondamentale e fondativo di tutta la produzione artistica di Zhen è quello di transesperienze.

Termine coniato dall’artista stesso, «sintetizza in modo efficace e profondo le diverse esperienze vissute quando si lascia la terra dove si è nati e ci si sposta da un luogo all’altro» («Transesperienze. Una conversazione tra Chen Zhen e Zu Xian», in Chen Zhen. Un artista fra Oriente e Occidente, a cura di J.-H. Martin, Gli Ori, Prato-Siena, 2003).

La scelta del titolo dell’esposizione, curata da Vicente Todolí, si richiama direttamente al metodo creativo sviluppato dall’artista, definito il “fenomeno del cortocircuito”, che consiste nello svelamento del significato recondito dell’opera d’arte quando è spostata in un luogo diverso dal contesto originale per cui era stata concepita.

Il contesto in cui l’opera è posta influisce in maniera prorompente sul significato e l’interpretazione di quest’ultima.

Nel mondo dell’arte e, in particolare nell’ambito dell’arte contemporanea, i luoghi espositivi sono parte integrante dell’esperienza artistica e non meri contenitori. 

Le opere esposte, dunque, dialogano con lo spazio espositivo, tra loro e con lo spettatore, e a quest’ultimo offrono l’occasione di riflettere su diversi temi: la globalizzazione, il rapporto tra uomo e natura, il consumismo, il superamento dell’egemonia dei valori occidentali, l’incontro tra differenti culture, la cura del corpo e dello spirito.

In numerose installazioni, inoltre, Zhen indaga come il suo paese d’origine, la Cina, si sia trasformata nel corso della sua storia, diventando una società capitalista e consumista. Il legame con le sue origini è forte e tematizzato in questa esposizione. Il fatto che Zhen abbia vissuto in due continenti lontani e differenti gli ha permesso di analizzare con spirito critico le differenze che intercorrono tra Oriente e Occidente. 

Nella Navata di Pirelli HangarBicocca è esposta la maggior parte delle opere che accompagnano lo spettatore di questa esposizione-performance, attirando la sua attenzione continuamente.

L’esperienza è di tipo immersivo: le opere non sono statiche e inerti rispetto all’ambiente circostante e all’osservatore.

E ciò già si nota dalla prima opera che si incontra nell’ampio spazio espositivo, Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), (2000), un’installazione composta da letti e sedie ricoperti da pelle di mucca (vedi immagine di copertina).

L’opera può essere attivata durante una performance artistica: dei danzatori interagiscono con il complesso artistico, trattando le pelli come se fossero delle percussioni. Sarà possibile assistere all’attivazione dell’opera, tramite una performance di danza e percussioni, nei giorni 5 novembre 2020 e 14 gennaio 2021. 

Un’opera particolarmente significativa, specialmente in un momento come quello che il mondo sta attualmente attraversando, è Round Table (1995), realizzata per Il Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra.

Chen Zhen Veduta della mostra, Short-circuits, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2020 © ADAGP, Parigi. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto: Agostino Osio.

29 sedie di diversa forma, colore e stile sono fissate nella superficie di un tavolo rotondo e diventano da un lato un simbolo delle azioni del potere, delle organizzazioni e dei dibattiti politici internazionali, e dall’altro rappresentano un invito all’unità e all’armonia, un’occasione di incontro e di scambio.

Il fatto che le sedie siano tutte componenti e parti integranti di un unico tavolo può, inoltre, far pensare a quanto l’azione di ciascuna di esse influisca su tutte le altre e sulla tenuta del tavolo: togliendone anche solo una il tavolo risulterebbe sbilanciato e questo potrebbe sottolineare quanto, in questi ambiti di confronto, siano necessari il coinvolgimento attivo di tutti e il mantenimento di un equilibrio. 

L’esposizione si conclude nella sala Cubo, in cui si può osservare e attraversare l’installazione Jardi-Lavoir (2000).

Chen Zhen Jardin-Lavoir, 2000 – Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2020 © ADAGP, Parigi. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano, e GALLERIA CONTINUA. Foto: Agostino Osio.

All’interno della stanza sono disposti 11 letti, privi di materassi e riempiti di acqua e oggetti quali libri, schermi di computer, vestiti. La visita si chiude con quella che l’arista definisce un “giardino di purificazione” in cui meditare e raccogliersi. 

Questo è ciò che si può vivere tra le stanze silenziose e spaziose di Pirelli HangarBicocca, con un’immersione fisica e mentale in un tempio dell’arte contemporanea, prima di rientrare nel flusso della vita quotidiana. 


Foto di copertina: Chen Zhen Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), 2000 – Veduta dell’installazione e performance, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2020 PINAULT COLLECTION © ADAGP, Parigi. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto: Francesco Margaroli.

Costanza Mazzucchelli
Classe 2000, studentessa di Lettere. Guardo il mondo attraverso i miei occhiali spessi, ascolto e leggo, poi scrivo di ciò che ho imparato.

Commenta