Del: 24 Marzo 2021 Di: Elena Gentina Commenti: 0
Discriminazione razziale, il caso Atlanta e gli asioamericani

«Stop Asian Hate» hanno ripetuto in coro centinaia di attivisti durante la marcia che si è svolta il 20 marzo ad Atlanta per condannare le aggressioni e le violenze in continuo aumento contro persone asiatiche. Proprio qualche giorno prima, durante la sera del 16 marzo, un uomo bianco di 21 anni ha ucciso otto persone in tre centri massaggi della capitale della Georgia. Delle otto vittime, Daoyou Feng, Hyun Jung Grant, Suncha Kim, Paul Andre Michels, Soon Chung Park, Xiaojie Tan, Delaina Ashley Yaun, Yong Ae Yue, sei erano donne di origine asiatica.

Da quando più di un anno fa è iniziata la pandemia gli asioamericani hanno subito forme di violenza razzista a un tasso molto più alto degli anni precedenti. Donald Trump ha continuato a parlare di «virus cinese» riferendosi al Covid-19 portando così a un incremento dell’odio nei confronti della comunità asiatica (che negli Stati Uniti conta 21 milioni di persone), anche dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva avvertito di non legare il nome di una malattia al Paese in cui è comparsa, per evitare qualsiasi stigmatizzazione. La richiesta dell’OMS non era bastata; per questo motivo erano nate campagne social nelle quali veniva lanciato il messaggio «Asians are not a virus, I’m not a virus».

Il numero di crimini anti-asiatici in America ha visto un incremento spaventoso durante l’ultimo anno: del 150%. Sono state 2.808 le segnalazioni di discriminazione anti-asiatica che Stop AAPI Hate (un database di segnalazione creato a inizio pandemia come risposta alla crescita vertiginosa di queste violenze – AAPI sta per Asian American and Pacific Islander) ha ricevuto tra marzo e dicembre 2020. Per di più un’indagine condotta dai ricercatori della Boston University School of Public Health ha riscontrato che lo scorso anno il gruppo negli Stati Uniti con il più grande aumento di depressione (di cinque volte rispetto al 2019) era di etnia asiatica, e la psichiatra Ruth Shim ha suggerito che l’aumento potrebbe riflettere proprio l’impatto del razzismo legato all’origine della pandemia in Cina.

Già a fine gennaio il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva firmato un ordine esecutivo in cui condannava l’ondata di razzismo contro la comunità asiatica e dopo la strage di Atlanta Biden ha esortato il Congresso ad approvare rapidamente il Covid-19 Hate Crimes Act, per velocizzare la risposta del governo federale all’aumento dei crimini di odio:

«I urge Congress to swiftly pass the COVID-19 Hate Crimes Act, which would expedite the federal government’s response to the rise of hate crimes exacerbated during the pandemic, support state and local governments to improve hate crimes reporting, and ensure that hate crimes information is more accessible to Asian American communities.»

#StopAsianHate è l’hashtag che si sta diffondendo sui social per denunciare l’ondata di razzismo nei confronti delle persone asiatiche.

Amanda N. Nguyen, attivista per i diritti civili e nominata per il Premio Nobel per la Pace nel 2019 per il suo lavoro di difesa dei sopravvissuti alla violenza sessuale, ha espresso il suo orrore leggendo le notizie delle numerose aggressioni nei confronti di persone anziane asiatiche-americane. In un video-denuncia pubblicato sui social lo scorso febbraio chiedeva che le storie di queste persone e di tutta la sua comunità venissero raccontate dai giornali, affermando duramente: «We matter, and Racism is killing us». Un’altra attivista, Joey Nogood, ha creato il sito https://www.stopasianhate.info/ in cui si possono trovare tutte le informazioni in merito a ciò che le persone asiatiche stanno subendo e i link dei siti di raccolta fondi per supportare le comunità asiatiche.

Durante il 2020 in America è stato nominato più volte il mito della “minoranza modello” che si è rivelato solamente dannoso in quanto fattore che ha contribuito alla diffusione del clima d’odio attuale. Si tratta dello stereotipo secondo il quale gli americani di origini asiatiche abbiano un privilegio di classe, un alto status socioeconomico e l’istruzione, e che di conseguenza qualsiasi discriminazione non avvenga davvero o se avviene è giustificata, e inoltre viene suggerito che abbiano più successo di altre minoranze etniche a causa del duro lavoro, dell’educazione e della natura intrinsecamente rispettosa della legge. Anche in Italia la comunità cinese è stata definita da alcuni esponenti politici come “minoranza/immigrazione modello”; lo stereotipo, anche in questo caso, non portava di certo a una forma di inclusione. Episodi di violenza, fisica e verbale, nei confronti di cittadini asiatici o italiani di origine asiatica si sono riscontrati anche nella nostra penisola durante quest’ultimo anno.

Il virus dell’odio e del razzismo deve essere condannato e fermato perché non è normale che cittadini asiatici non possano nemmeno più uscire di casa per paura di essere aggrediti. Quando questa paura diventa più forte di quella di un virus pandemico significa che la società è veramente malata, di un male che deve essere estirpato alla base. Questo perché #asianlivesmatter.

Elena Gentina
Studentessa di lettere moderne. Amo la musica, la letteratura e il cinema. Vivo tra le nuvole ma cerco di capire quello che sta a terra.

Commenta