Del: 3 Marzo 2021 Di: Redazione Commenti: 0

Fabio Tuiach è un consigliere comunale di Trieste, noto alle cronache per il suo pensiero estremista, che ha voluto ribadire ancora una volta. Il 16 febbraio, infatti, a Repen, Antonio Parisi, attivista LGBT del Friuli-Venezia Giulia viene picchiato duramente mentre si trova in un locale con due amici e Tuiach digita sulla tastiera l’ennesimo post sconcertante.

“Un esponente LGBT è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina. Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge antigay come in tutto l’est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobi.”


Tuttavia questa volta non c’è stata solo l’indignazione generale, perché I Sentinelli, un’associazione laica e antifascista che combatte per i diritti umani, hanno deciso di denunciare il consigliere. 

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare il loro presidente, Luca Paladini, che ci ha chiarito l’intera vicenda in corso. Chiediamo per prima cosa se la l’associazione si sia mai spinta così tanto e da cosa sia stata mossa.

Evidentemente se noi siamo arrivati agli estremi della denuncia è perché riteniamo che si sia passato il segno, si sia passato da molto e soprattutto se ci riferiamo a questo personaggio e a ciò che scrive da anni troviamo delle tracce di riferimenti all’antisemitismo, all’omofobia, alla xenofobia. Nella Giornata della Memoria aveva messo la foto di Hitler. La domanda che ci facciamo noi è come è stato possibile che un personaggio che non ha mai fatto nulla per nascondere le proprie idee potesse essere candidato alle elezioni. La Lega questo problema non se l’era posto.”

Veniamo messi a conoscenza anche del duro lavoro dei Sentinelli che hanno scoperto molto del passato dell’ex pugile Tuiach.

Io ho preso contatti con alcune realtà che mi hanno raccontato che pre-campagna elettorale, quando Tuiach era ancora un cittadino e non un consigliere parlava in modo negazionista dei campi di concentramento, quindi siamo di fronte a una persona che non si è rivelata adesso un mostro, lo era già. C’è una responsabilità individuale di noi che denunciamo alla procura di Trieste e c’è una responsabilità politica come la Lega che governa la città di Trieste che lo ha candidato e gli ha permesso di accedere e solo dopo lo ha espulso ma il danno ormai era fatto. È stato espulso anche da forza nuova ed era considerato estremista persino per loro.

Inoltre, questa denuncia è la prima azione giudiziaria mossa dai Sentinelli.

Noi che l’arma dell’uso della giustizia come strumento per fare politica non l’abbiamo mai usata perché secondo noi la politica deve muoversi tramite altri canali, per la prima volta abbiamo pensato che avesse senso una denuncia penale. Il tentativo sarà quello di non arrivare a processo, anche se non navighiamo nell’oro, se arriveremo al processo ci presenteremo come un movimento che si batte per i diritti civili e come parte in causa dell’accusa per incitamento all’odio e omofobia.

Luca Paladini dei Sentinelli

Sul motivo per cui è stata possibile l’elezione di una persona così controversa, il presidente dei Sentinelli ha le idee chiare.

C’è un partito o due che capiscono che personaggi del genere sono in grado di parlare a una parte del paese e quindi a una parte della città di Trieste e hanno sfruttato questa cosa per portare i voti di quell’ala che guarda all’estrema destra e capisce che votare Forza Nuova sarebbe un voto sprecato e dà il voto alla Lega. La strumentalizzazione di usare questi personaggi viene usata per ottenere un elettorato che sennò si perderebbe.

Qual è invece la seconda ragione della denuncia?

Non ci aspettiamo nulla, ci aspettiamo, forse è una speranza vana, che con la raccolta firme online per chiedere le sue dimissioni e il discorso del sindaco si potrà ottenere qualcosa. Lui non si vuole dimettere, da parte nostra vogliamo sottolineare che se la legge Zan passasse al senato, il consigliere verrebbe punito. Questo è un appiglio, se ci fosse la legge Zan, Tuiach rischierebbe una denuncia penale con una legislazione che supporta la tesi dell’accusa. Oggi con un buco legislativo del genere, il consigliere Tuiach può anche cavarsela. Ovviamente l’abbiamo fatto per le affermazioni del consigliere ma anche per la legge Zan”.

Cosa ne sarà del tanto atteso ddl Zan in virtù della formazione di questa nuova maggioranza allargata?

Siamo molto preoccupati e temiamo che questo allargamento che sposta a destra il centro del governo possa non permettere che una legge come quella Zan, che sicuramente è una legge divisiva passi, una parte della maggioranza che sostiene Draghi non voterebbe ed essa potrebbe essere sacrificata sull’altare. Abbiamo manifestato ma temiamo che la legge possa essere sacrificata in nome delle governabilità. È una preoccupazione. Prima i numeri c’erano con il governo Conte, persino Renzi avrebbe assicurato questa legge, ad oggi ci sono ancora i numeri seppur esigui ma la Lega potrebbe osteggiarla.

In tempi di Covid, l’operato dell’associazione ha subito un riassetto e un adeguamento in virtù dell’imminenti emergenza sanitaria.

Noi siamo un movimento di piazza, abbiamo fatto numerose manifestazioni anche in piena pandemia tra cui ad ottobre dove c’erano più di 4000 mila persone per la legge Zan, ovviamente la pandemia rende tutto più complicato in una dimensione di piazza. Non abbiamo smesso di fare politica, pensiamo che mai come in questo momento, non si possa pensare che con il Covid possa sparire tutto. Deve rimanere accesa la fiammella dei diritti umani, civili e sociali. Usiamo molto i canali social, stiamo pensando di fare qualcosa l’8 marzo ma siamo consapevoli che non ci possano essere tante persone. Ci stiamo lavorando con la nostra pagina. Lo facciamo meno in termini fisici ma il consenso si trova anche su altre piattaforme, paghiamo questo deficit ma non ci fermiamo.

Concludiamo l’intervista con una domanda etica, chiedendo al presidente quale sia l’atteggiamento migliore nei confronti dell’intolleranza.

Noi con una pagina molto seguita, quando facciamo dei post, ci troviamo a dover cancellare una marea di commenti che hanno una gran quantità di odio, di gente che la pensa come noi ma usa un linguaggio che è simile a quello di coloro che combattiamo. Se vogliamo essere migliori non possiamo abbassarci a un livello come quello che appartiene ai leghisti. Noi cancelliamo i commenti, più la pagina cresce più aumentano e capiamo che viene meno la qualità del pubblico anche a sinistra e in questo modo non ci sarebbe alcuna differenza tra noi e loro, cerchiamo di educare.

E sicuramente i Sentinelli provano a smuovere qualcosa nelle coscienze delle persone: la loro denuncia è solo uno dei primi passi per costruire un mondo educato alla tolleranza verso il prossimo.

Articolo di Gaia Iamundo.

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