Del: 7 Aprile 2021 Di: Letizia Bonetti Commenti: 0
Non finiscono i guai per Sun Yang

È arrivata il 2 aprile la notizia del nuovo processo che definirà la carriera di Sun Yang. Il campione di nuoto cinese classe 1991 è stato infatti protagonista di una serie di episodi poco trasparenti riguardanti il doping.

Ma chi è Sun Yang?

L’atleta sale alla ribalta del nuoto internazionale ai mondiali di Shangai del 2011, dove stabilisce il nuovo record nei 1500 stile libero. La sua carriera continua alle olimpiadi di Londra 2012, dove abbassa ulteriormente il suo record timbrando il tempo di 14’31’’02 e dove vince altre tre medaglie olimpiche. Tuttavia negli ultimi anni la sua figura è diventata sempre più controversa non solo all’interno del mondo del nuoto, ma dello sport in generale e le sue vicende stanno tenendo tutti col fiato sospeso.

I guai iniziano nel 2014 quando, in un controllo antidoping durante i campionati nazionali di maggio, viene trovato positivo alla trimetazidina, uno stimolante che serve per aumentare la riserva del flusso coronarico. La positività porta l’Agenzia antidoping cinese (Chinada) a squalificare l’atleta per tre mesi, permettendogli così di partecipare ugualmente ai giochi asiatici di settembre. L’uso della sostanza viene motivato come terapeutico, volto alla cura delle palpitazioni di cui Sun Yang soffrirebbe dal 2008. Proprio per questo motivo, la squalifica dura solo tre mesi. Il nuotatore, spiega la Chinada, avrebbe dimostrato di non essere a conoscenza che il farmaco fosse tra le sostanze vietate. Rimane il fatto che la notizia della positività viene comunicata al resto del mondo solo nel novembre del 2014: da quel momento si scatenano una serie di polemiche, dal dorsista francese Camille Lacourt che alle olimpiadi di Rio 2016 afferma il famoso «Quello fa la pipì viola», all’australiano Mack Horton che lo accusa apertamente in una conferenza stampa con la frase «Io non ho rispetto per chi si dopa».

Ma l’episodio più eclatante si verifica nel 2018 durante un controllo antidoping ordinato dalla federazione internazionale di nuoto (FINA) che consisteva nel prelievo di campioni di sangue e delle urine.

La sera del 4 settembre, gli operatori della Fina si presentano a sorpresa alla casa di Sun Yang per il controllo e si identificano. L’atleta firma il modulo per il test ma, dopo essersi mostrato collaborativo, chiede di riesaminare i documenti di identificazione presentati dal personale addetto ai campioni. Il nuotatore li ritiene insufficienti e chiede che i campioni prelevati vengano restituiti. Viene però avvertito dagli operatori che il comportamento potrebbe essere considerato un mancato rispetto del controllo antidoping, con conseguenze gravi. Il materiale viene quindi riconsegnato a Sun Yang e la sua guardia di sicurezza, su pressione della madre dell’atleta e dell’atleta stesso, distrugge le provette con un martello.

Dopo questo controllo, l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ritiene colpevole Sun Yang di una violazione del regolamento antidoping. Tuttavia, nel gennaio 2019 la commissione antidoping della Fina dichiara il nuotatore innocente, portando come motivazione l’irregolarità del controllo. Nonostante ciò, l’Agenzia decide di continuare la sua battaglia e di ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), corte con sede a Losanna. Il processo inizia ma diventa progressivamente complesso, il tribunale federale svizzero viene invocato ben quattro volte dalla difesa, ma alla fine il verdetto dà ragione alla Wada: Sun Yang viene condannato a una squalifica di otto anni. Non viene invece accolta la richiesta dell’Agenzia di annullare i risultati ottenuti dal nuotatore tra il 2018 e il 2020.

Ma neanche Sun Yang si arrende: nel giugno 2020 fa ricorso al Tribunale Federale svizzero, lamentando una serie di tweet razzisti del presidente della giuria del Tas. L’atleta sostiene infatti che i commenti su Twitter contro i cittadini cinesi del giudice Franco Frattini siano inaccettabili e possano viziare di parzialità la sentenza. Alla fine, il Tribunale Federale svizzero ha effettivamente confermato l’accusa di parzialità di Sun Yang, annullando la sentenza di squalifica (uno tra i tanti tweet recitava “Old yellow-face sadic trying to kill and torture a small dog:this is China?s picture!!!Westerners doing rich business with China bear in mind these atrocities” — Franco Frattini (@FrancoFrattini) June 2, 2019.

Insomma, tra sfortune e fortune, Sun Yang è ancora salvo ma le date del nuovo processo di fronte al Tas sono state fissate: si terrà tra il 24 e il 28 maggio, in tempo per stabilire se il nuotatore cinese ci sarà o meno alle olimpiadi di Tokyo. Il campione mondiale in carica dei 1500 stile libero Gregorio Paltrinieri, impegnato fino a qualche giorno fa negli assoluti di nuoto di Riccione, ha dichiarato ai microfoni di Sky sport: «Io seguo la mia preparazione, se decideranno di riammettere Sun Yang significa che è giusto così. Se ci sarà cercherò di batterlo, certo sarebbe strano che da una squalifica di otto anni si passasse a zero».

Letizia Bonetti
Sono Letizia e studio giurisprudenza a Milano, anche se dall'accento bergamasco non si direbbe. Nel tempo libero mi piace nuotare, mangiare gelati e scrivere per Vulcano Statale.

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