Del: 3 Aprile 2021 Di: Beatrice Ghiringhelli Cavallo Commenti: 0
The Handmaid's Tale, verso la quarta stagione

The Handmaid’s Tale è un romanzo scritto da Margaret Atwood nel 1986. Nel 2017 è diventato una serie di successo mondiale. L’opera di Margaret Atwood viene descritta come fantascienza o distopia, generi in voga da anni nel mercato letterario. La mera definizione è però fuorviante; il suo romanzo – e la serie – hanno infatti legami strettissimi con l’attualità, e il mondo che l’autrice descrive non è poi così lontano dal nostro.

The Handmaid’s Tale racconta la storia di June, “ancella” a Gilead, stato neonato a regime teocratico che ha sostituito gli Stati Uniti dopo un colpo di stato. Le donne a Gilead sono poco più che oggetti, esseri inferiori che nel migliore dei casi si limitano a stare a casa a lavorare a maglia e a fare giardinaggio, e nel peggiore sono solo dei corpi funzionali alla procreazione in un mondo in cui il tasso di natalità è diminuito drasticamente. Le ancelle infatti sono le poche donne ancora fertili. La narrazione alterna la vita di June a Gilead ai suoi ricordi, la vita prima dello stravolgimento della sua esistenza. Una vita normale, come quella che viviamo noi: prima di Gilead June aveva un lavoro, un marito, una figlia, un iPhone; poteva leggere e scrivere, uscire con le amiche, fare quello che voleva.

È inquietante pensare che quella che categorizziamo come distopia sia realtà in alcune parti del mondo; basti pensare alla storia narrata da Azar Nafisi nel suo bestseller Leggere Lolita a Teheran, che racconta la vita universitaria femminile nel periodo della rivoluzione in Iran, o al film Non conosci Papicha, che mostra le difficoltà di un gruppo di ragazze nella Algeri negli anni ’90, dove il fondamentalismo religioso si fa sempre più opprimente e le costringe a diventare ribelli per continuare a vivere come hanno sempre fatto.

Margaret Atwood ha scritto il suo romanzo 35 anni fa, poco dopo le elezioni di Reagan e Thatcher, in un periodo in cui nei paesi anglosassoni un revival religioso e conservatore era nato in reazione alla rivoluzione sessuale e al femminismo radicale degli anni ’60 e ’70. Eppure quello che ci racconta è più che mai attuale, e l’impatto si fa ancora sentire: nelle recenti manifestazioni delle donne polacche contro la legge che limita il diritto all’aborto, molte indossavano i vestiti rossi delle ancelle, come era già successo in molte manifestazioni in altri paesi del mondo.

Il 28 aprile uscirà la quarta stagione della serie, che dal suo debutto nel 2017 ha totalizzato 54 nominations e 15 vincite agli Emmys.

Oltre ai temi importanti ha come punto forte un’estetica e una cura del dettaglio notevoli – dalle scelte musicali alle riprese simmetriche, dall’uso della luce ai colori vibranti – che presentano il dramma di June e di un’intera nazione come, paradossalmente, un’esperienza visiva considerevole, ricca di immagini bellissime. The Handmaid’s Tale non è una serie da guardare se si è alla ricerca di un momento di leggerezza e di relax; è una serie cruda, straziante, che porta inevitabilmente a una partecipazione emotiva. Però, se si è disposti a farsi coinvolgere, restituisce qualcosa di prezioso, il vero motivo d’essere dell’arte: la capacità di far riflettere, l’impossibilità di rimanere indifferenti.

Beatrice Ghiringhelli Cavallo
Sono Beatrice, studio con passione Lingue e letterature straniere. Mi piace leggere, guardare serie tv e film interessanti e informarmi su quello che succede nel mondo.

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