Del: 20 Giugno 2021 Di: Martina Di Paolantonio Commenti: 0
Pillole di economia. La concorrenza

Le tematiche di carattere economico rientrano senza dubbio nel ventaglio di argomenti spesso difficili da comprendere a fondo per chi non ne ha mai approfondito lo studio. Abbiamo deciso di dare vita a questa rubrica nella quale cercheremo di sviscerare, con il linguaggio più semplice e accessibile possibile, vari temi economici legati all’attualità. A questo link trovate le scorse puntate.


Sempre più spesso colossi della tecnologia come Amazon, Google o Facebook guadagnano le prime pagine dei quotidiani per accuse riguardanti violazioni in materia di concorrenza. Giusto poco tempo fa, ad esempio, Apple è stata accusata di abuso di posizione dominante nel proprio mercato.

Cosa si intende per concorrenza in un mercato? Perché è importante tutelarla?

Per concorrenza si intende l’insieme delle imprese che producono un’offerta di beni o servizi simile al fine di soddisfare la stessa domanda. Si tratta di un fattore con il quale devono confrontarsi tutte le imprese che hanno intenzione di operare in un determinato mercato, eccezion fatta per il monopolio. Esistono infatti più tipologie di concorrenza, stabilendo diverse forme di mercato.

La prima tipologia è la concorrenza perfetta, un mercato nel quale acquirenti e venditori suppongono che le loro decisioni per quanto riguarda acquisto e vendita di beni non avranno effetti sul prezzo di mercato. Perché questo sia possibile, la concorrenza perfetta prevede un mercato costituito da molti acquirenti e molti venditori.

A contrapporsi alla concorrenza perfetta troviamo la concorrenza imperfetta, nella quale gli acquirenti tengono in considerazione il fatto che le loro azioni influiranno sul prezzo di mercato. Nella concorrenza imperfetta rientrano tre principali strutture di mercato: il monopolio, l’oligopolio e la concorrenza monopolistica.

Il monopolio è il caso estremo di concorrenza imperfetta, vi si trova infatti un solo venditore di un determinato bene nel mercato, un esempio è quello dei tabacchi. Operare in una struttura monopolistica significa che chi produce deve tener conto del fatto che a parità di altre condizioni, vendite maggiori comportano prezzi minori.

L’oligopolio, poi, si ha quando in un mercato ci sono pochi venditori, i quali devono tener conto degli effetti delle loro decisioni riguardo la produzione sul prezzo nel settore.

Infine, la concorrenza monopolistica è una situazione nella quale si contano molti venditori di beni succedanei (ossia beni che possono sostituirsi, soddisfacendo lo stesso bisogno), e ogni venditore influenza in maniera limitata il prezzo al quale vendere il proprio prodotto.

Non sempre è facile distinguere le varie tipologie di mercato, indicativamente si possono seguire i criteri di numero di venditori, capacità di influenzare il prezzo e limitazioni all’entrata del mercato.

La concorrenza perfetta e la concorrenza monopolistica comprendono molti venditori, mentre l’oligopolio pochi e il monopolio uno; nella concorrenza perfetta non si ha capacità di influenzare il prezzo, capacità che aumenta via via che si va dalla concorrenza monopolistica, all’oligopolio e al monopolio, dove è considerevole; infine, per quanto riguarda le limitazioni all’entrata, esse non sono presenti nella concorrenza perfetta e nella monopolistica, sono presenti nell’oligopolio e nel monopolio è impossibile entrare.

Queste differenze tra strutture di mercato spesso esistono per un motivo tecnologico. Possono infatti esserci, in un determinato mercato, delle economie di scala che permettono ad alcune imprese di poter produrre dei beni a un costo inferiore rispetto alle altre.

Quando un’impresa si trova in concorrenza, ma riesce a comportarsi in maniera indipendente rispetto agli altri concorrenti, si è di fronte a un’impresa in posizione dominante.

Questo fenomeno si verifica in particolare quando l’azienda detiene un numero elevato di quote, ossia un’elevata percentuale di vendite rispetto al totale del settore. Si può raggiungere questo ruolo in diverse maniere, ad esempio operando in più mercati, o offrendo prodotti sempre migliori. Nel caso delle Big Tech di cui sopra, questo successo è stato raggiunto grazie alla velocità con la quale si sono inserite in un mercato all’epoca ancora neonato, quello del web, e la loro capacità di fornire servizi sempre più innovativi rispetto ai concorrenti.

La posizione dominante che ricoprono (solo Google come motore di ricerca da mobile ha un market share del 95,9%) non è di per sé dannosa, ma lo è il suo abuso. Si verifica un abuso di posizione dominante quando il potere viene sfruttato impedendo ai concorrenti di operare sul mercato, danneggiando in questa maniera i consumatori ai quali fondamentalmente viene tolta la possibilità di scegliere modalità differenti per soddisfare un determinato bisogno.

Affinché sia le aziende concorrenti, sia i consumatori, vengano tutelati, è quindi necessario garantire l’efficienza della struttura di mercato, attraverso norme e controlli da parte delle autorità Antitrust, specialmente in mercati nuovi, internazionali e ancora non regolamentati con precisione come quello in cui operano le Big Tech.

Martina Di Paolantonio
Dal 1999 faccio concorrenza all'agenzia di promozione turistica abruzzese, nel tempo libero mi lamento per qualsiasi cosa.

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