Del: 13 Settembre 2021 Di: Rebecca Nicastri Commenti: 0
Le api: da Platone al 2021

Le api sono un elemento imprescindibile per il nostro ecosistema. A stupire non è soltanto il loro fondamentale lavoro di impollinazione – dal quale dipende più del 70% delle colture mondiali –, ma anche il loro ingegnoso modo di comunicare, in particolar modo per segnalare la presenza di cibo.

Con la loro danza fatta di vibrazioni, formano piccoli circuiti a forma di 8 sui pannelli verticali dell’alveare: la figura realizzata indica la posizione della fonte del cibo rispetto al sole, mentre l’intensità delle vibrazioni ne indica la vicinanza. In questo modo, se la parte centrale della figura è percorsa verso l’alto, il cibo si trova in direzione del sole; se verso il basso, in direzione opposta. Ma non finisce qui: per segnalare tutte le altre posizioni del cibo, esse inclinano la figura realizzando un angolo tanto ampio quanto quello che intercorre tra il sole e il punto interessato.

La letteratura, sin dai tempi più antichi, rende giustizia a questi piccoli esseri formidabili attribuendo loro innumerevoli virtù, prime fra tutte eloquenza, poesia e intelligenza.

Secondo un’antica credenza – riportata da Valerio Massimo nei Factorum et dictorum memorabilium libri IX –, alcune api inserirono del miele in bocca a Platone, ancora fanciullo e dormiente nella sua culla, e gli conferirono così il dolce eloquio.

Tra le pagine degli autori antichi, le api tornano anche in Semonide. Nel suo Biasimo delle donne, egli elenca i vizi femminili paragonandoli a quelli di diversi animali. Le sole donne a salvarsi apparterrebbero al modello della donna-ape che, laboriosa, si integra nel sistema sociale ed economico.

Una viene dall’ape: fortunato
chi se la prende. È immune da censure
lei sola; è fonte di prosperità;
[…]
E si distingue fra tutte le donne
Circonfusa d’un fascino divino.

Ma torniamo ai nostri giorni. Che siano fonte di poesia o laboriose impollinatrici, negli ultimi anni le api stanno vivendo una profonda crisi.

Secondo un rapporto dall’United Nations Environment Programme (UNEP), il numero degli alveari è calato dal 10 al 30% negli ultimi anni in Europa, del 30% negli Stati Uniti e oltre l’85% in Medio Oriente. Dai pesticidi all’inquinamento atmosferico, fino alla perdita di diversità botanica, sarebbero più di una dozzina i fattori che provocano il declino delle api e degli impollinatori.

Per sensibilizzare sul problema, l’ONU ha voluto istituire il World Bee Day: ogni 20 maggio una giornata interamente dedicata a queste piccole lavoratrici intelligenti.

Rebecca Nicastri
Classe 2000. Studio lettere, sono innamorata del mondo e vorrei sapere tutto di lui. Per me le giornate sono sempre troppo corte.

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