
In piena era pandemica ci ritroviamo a dover scegliere chi ci rappresenterà in Comune e nei vari Municipi nei quali Milano è divisa. La sfida si preannuncia accesa. Le liste in campo sono ventotto, tredici i candidati al ruolo di sindaco. Per trovare un numero più alto di contendenti bisogna ritornare al 1997, anno della prima vittoria di Gabriele Albertini.
Beppe Sala, forte dell’esperienza maturata nello scorso mandato, si ripropone alla carica di sindaco. Il suo programma è all’insegna della continuità: realizzare la “Città in 15 Minuti”, riqualificare luoghi chiave come gli ex Sscali ferroviari e i centri sportivi, prolungare le metropolitane, ammodernare gli edifici scolastici, sociali e di edilizia popolare. Inoltre, nel programma si sottolinea l’importanza della sicurezza tramite l’assunzione di 500 nuovi vigili. Sala spinge anche sul tema che sarà di punta nel prossimo decennio: la digitalizzazione. A questi punti si aggiungono l’elettrificazione di tutti i mezzi pubblici e la creazione di un unico Grande Parco Metropolitano.
Dall’altro lato della barricata si apposta Luca Bernardo, primario di Pediatria del Fatebenefratelli candidato del Centrodestra unitario. La ricetta del programma è tipica della destra: 600 nuovi vigili, chiusura dei campi nomadi, sgomberi dei centri sociali, meno tasse comunali per le categorie in difficoltà, prolungamento delle concessioni di suolo pubblico per i dehors di bar e locali. Il capitolo fondamentale è la mobilità, tema sul quale Bernardo si pone in netta contrapposizione con l’operato di Sala: reintroduzione dell’Ecopass (ingresso a pagamento in Area C solo per le auto più inquinanti e non per tutte le auto), abolizione dell’Area B e sospensione dell’Area C dalle ore 14.00. Si aggiunge l’idea di trasferire il carcere di San Vittore e di trasformare il penitenziario in un’area sede di importanti strutture culturali. Anche Bernardo punta sulla digitalizzazione della macchina amministrativa.
Sembra scontata la corsa a due, coi candidati degli altri schieramenti assai indietro nei sondaggi.
La Destra giunge alle elezioni in un momento particolare del suo percorso: la Lega appare spaccata dalla contestazione interna, con Fratelli d’Italia affacciata alla finestra e Forza Italia relegata alle ultime palpitazioni. Le esternazioni di Bernardo, poi, hanno fatto scalpore sin da inizio campagna: dalla battaglia in difesa della sacra automobile all’“incidente” delle armi portate in reparto (secondo la denuncia di un collega), fino ad arrivare all’audio rubato nel quale minaccia il ritiro nel caso di mancato supporto economico dai partiti. Parole forti anche da parte di Vittorio Feltri, capolista di Fratelli d’Italia che ha etichettato come «una rottura di palle» il comizio al quale avrebbe partecipato in Piazza Duomo assieme alla leader Giorgia Meloni, dichiarando di aver accettato la candidatura in un momento «di debolezza mentale».
Addirittura otto le liste a supporto di Sala: dal Pd ai Verdi; da Milano Unita (lista delle sinistre) a Volt; da Milano In Salute lista “dei medici e degli infermieri” a Milano Radicale per giungere ai Riformisti, innovativa coalizione alla quale aderiscono fra le tante Azione di Carlo Calenda, Italia Viva, +Europa, interessante in prospettiva di un nuovo Terzo Polo a livello nazionale.
In prospettiva a sinistra il 3 e 4 ottobre potrebbe consumarsi un’occulta battaglia interna per la conquista dei seggi. L’attenzione, inevitabilmente, deve ricadere su alcuni punti di capitale importanza, a partire dal tema dei giovani, usato troppo spesso a mo’ di slogan, ma si spera non questa volta. Siamo stati la categoria più colpita dell’Era Covid.
A correre per rappresentare gli elettori stavolta c’è un nutrito drappello di giovani e giovanissimi.
Fra i candidati ai consigli municipali troviamo infatti 146 ragazzi nati dopo il 1997 su 609, il 24% dei candidati ai Municipi milanesi ha quindi meno di 24 anni. Se poi si prendono in considerazione anche i candidati “più vecchi” nati dopo il 1990 allora la percentuale si alza in maniera notevole. Tra gli schieramenti che si contendono il primato di “miglior cantera” con venti Under 24 sono a pari merito la Lega e la Lista Beppe Sala: scegliere di mettere in campo così tante forze fresche è coraggioso, ma non può che far bene alla nostra politica. Al contrario nelle liste a supporto dei due candidati sindaco più accreditati spicca il dato negativo di Milano Unita (3) e Milano Popolare (7).
Una nuova primavera della politica milanese. A riprova che la litania del “questa è una generazione di sfaticati” è uno stereotipo che i fatti smentiscono. Il fattore-isolamento ha di certo contribuito nel desiderio all’impegno. Probabile anche un sentimento di rivalsa nei confronti della generazione dei padri, colpevole di non aver lavorato per lasciare in eredità la miglior versione possibile del mondo. Potremmo chiamarlo “effetto Greta”, l’ardita diciottenne che ha ispirato il movimento fridays4future. Bene, la scelta alle urne in qualche modo si semplifica: come vogliamo che sia la Milano del futuro? La risposta a coloro che – nel futuro – la dovranno abitare.
Articolo di Edoardo Arcidiacono.