Del: 23 Settembre 2021 Di: Francesco Pio Calabretta Commenti: 0
Space Jam 2, ne è valsa la pena?

Sono bizzarri e divertenti, e sono tornati a distanza di 25 anni sul grande schermo in compagnia di una nuova star della pallacanestro. Sì, sono proprio i Looney tunes e sono più scatenati che mai.

Ma facciamo per prima cosa un salto nel tempo. Tutto nasce da una collaborazione tra Nike e Warner Bros per pubblicizzare le nuove scarpe del cestista americano Michael Jordan. L’enorme successo dello spot portò così la Warner a realizzare il cult che tutti conosciamo. Il 2021 è stato scelto perciò come l’anno decisivo per sferrare il reboot dell’opera che fece appassionare milioni di bambini nel mondo.

Tutto inizia con il nuovo protagonista di Space Jam, il campione americano LeBron James, alle prese con le difficoltà del rapporto padre figlio, che preferisce i videogiochi allo sport. Ritrovandosi all’improvviso intrappolati in una realtà virtuale, James dovrà lottare con tutte le sue forze, accompagnato dai Looney Tunes, per liberare il figlio dalle grinfie di Al-G Ritmo e della sua squadra composta da grandi campioni NBA e WNBA.

Space Jam 2 è, come è stato ormai definito da molti, un vero e proprio reboot dell’opera originale, che non segue la storia conclusa da Michael Jordan ma piuttosto ne introduce una nuova, con protagonista appunto LeBron James.

I due film hanno poco in comune e se il primo era considerato una rivoluzione per il lontano 1996, questa versione non colpisce per nessun dettaglio in particolare, se non per la grafica. La regia è ottima, certo, così come gli effetti speciali sia 3d che 2d. Da evidenziare soprattutto la realizzazione del “server-verso” che, creato con il classico stile Warner, può creare quel senso di nostalgia agli spettatori più adulti.

Ottime anche le prove degli attori, uno su tutti proprio LeBron James, che sebbene faccia altro nella vita riesce ad uscirne con una grande dignità attoriale. Inizia con una leggera difficoltà, certo, ma riesce a riprendersi benissimo e a figurare come il migliore, tra “gli umani” nell’opera. Il resto dei protagonisti, Looney Tunes ed eroi, sono i classici strampalati personaggi che ormai conosciamo da decenni, e proprio per questo sono sempre fantastici da vedere, anche in un film come Space Jam 2, che ha moltissime cose che non funzionano, una su tutte la presenza costante di citazioni.

Chiunque avrebbe difficoltà a credere che Space jam 2 sia un vero e proprio film considerata la moltitudine di pubblicità presenti al suo interno.

Fin dall’inizio si capisce la strada che il film vuole prendere. I titoli di testa sono tutti all’insegna della vita e carriera di LeBron James. La volontà di mettere così in alto il cestista porta in alcuni momenti a dimenticarsi dei veri protagonisti dell’opera, che restano comunque i Looney Tunes.

Durante tutta la pellicola si susseguono in rapida successione invece riferimenti espliciti a opere realizzate da Warner Bros, e non è molto difficile vedere il logo della casa di produzione o sentirne parlare. Nell’universo (che comunque non sarebbe male visitare) i personaggi si alternano infatti tra vari mondi a tema, da Matrix ad Harry Potter, da Arancia meccanica ai supereroi DC, tutte opere di grandissimo spessore ma che pensandoci bene non hanno nessun legame con i Looney Tunes, se non il fatto di essere prodotti da Warner Bros.

Sebbene i Looney Tunes sia diventati nel corso dei decenni personaggi per bambini, non è semplice inquadrare la loro dimensione nel reboot del film del ’96.

Certo sono simpatici ed il loro obiettivo è far ridere i più piccoli, ma sono purtroppo inseriti in un contesto che non gioca a loro favore. La miriade di riferimenti a opere più o meno longeve rischia di non rendere il giovane spettatore partecipe di gran parte del film, poiché non conoscitore di programmi come Mad Max o Il trono di spade.

La volontà di inserire forzatamente personaggi di altri universi è purtroppo presente anche nella seconda metà del film, quella in cui James deve affrontare la “partita più importante di sempre” per salvare suo figlio. Il pubblico, composto quasi nella sua totalità di personaggi di altre opere, distrae dalla storia principale, che resta comunque il basket. Tra un canestro e l’altro ci si può ritrovare a non seguire più le avventure dei Tunes ma a cercare tra il pubblico i Druidi di Arancia meccanica o Neo. E tutto questo non gioca a favore di nessuno. Potrebbe certo far avvicinare i giovani a opere che altrimenti non conoscerebbero, ma non il contesto non sembra adatto a farlo.

Space Jam 2. A New Legacy resta perciò, nonostante tutto, un bel film godibile e simpatico da vedere sia da soli che in compagnia, ma è, paragonato al suo predecessore, una grande occasione sprecata.

Francesco Pio Calabretta
Classe 2000, studio Scienze dei beni culturali. Mi godo il momento ma penso al futuro. Per adesso invece imparo, esploro e bevo birra.

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