Del: 22 Ottobre 2021 Di: Beatrice Ghiringhelli Cavallo Commenti: 0

Camminare in un continuo fluttuare di luci, colori e melodie, è ciò che si prova entrando ai Bassins de Lumières a Bordeaux, il centro d’arte digitale più grande al mondo. Ricavato da una base di sottomarini tedeschi costruita durante la seconda guerra mondiale, è ora il luogo di incredibili esperienze immersive che permettono di calarsi totalmente nell’arte.

La base sottomarina 12.Untersseebooteflotille si trovava in una posizione strategica per la sua apertura sull’oceano atlantico; enorme, occupava una superficie totale di 45.000 metri quadrati. Prima cantiere navale e poi arsenale militare, venne bombardata duramente dagli alleati, e nell’agosto del ’44 abbandonata dai tedeschi dopo soli 22 mesi di attività. Dagli anni ’60 alla fine degli anni ’90 fu usata parzialmente da diverse aziende. Il suo debutto nel mondo nell’arte avviene nel 1999, quando diventa centro di esposizioni fotografiche e musicali, dopo una lunga serie di riflessioni all’interno dell’amministrazione cittadina; lo storico dell’arte Mathieu Marsan ha spiegato in un’intervista a CNC, centro nazionale del cinema francese, che la scelta ha richiesto molto tempo per via del peso storico e politico del luogo. Chaban-Delmas, il sindaco di Bordeaux tra il 1947 e il 1995, era restio a valorizzare un patrimonio costruito dai nazisti, dove in aggiunta erano morti circa 200 civili. La transizione è infatti avvenuta con la successiva amministrazione, concentrata sulla reintegrazione dei quartieri periferici.

Nel 2020 la città di Bordeaux ha affidato a Culturespaces la gestione di quattro degli 11 bacini della base; Culturespaces è un operatore francese che gestisce e promuove centri culturali di grandissimo successo, tra cui i Carrières de Lumières a Les Baux-de-Provence e l’Atelier des Lumières a Parigi. A seguito del grande successo di questi, i “bacini di luci” hanno preso forma. La mostra attuale, Monet, Renoir… Chagall, Voyages en Méditerranée, percorre i più bei capolavori dall’impressionismo alla modernità con il filo conduttore del mare mediterraneo; l’esposizione si propone di esplorare come il contatto con i suoi paesaggi abbia permesso tante espressioni artistiche diverse. Attraversare i bacini è un’esperienza quasi onirica: accompagnate da musiche, le proiezioni delle opere si alternano melodiosamente sulle pareti del museo, riflettendosi sull’acqua che riempie gli enormi bacini.  

I Bassins de Lumières si inseriscono nella sempre più vasta lista di spazi industriali e militari riconvertiti a musei e centri d’arte, di cui il più celebre è probabilmente il Tate Modern di Londra.

Il Tate Modern, ex centrale termoelettrica, è ora il museo d’arte moderna più visitato al mondo. Anche nella storia del teatro incontriamo spazi di questo tipo: la Cartoucherie de Vincennes, vecchia fabbrica di munizioni nei dintorni di Parigi, fu trasformata negli anni ’70 dalla drammaturga Ariane Mnouchkine e la sua troupe Théâtre du Soleil; da luogo dimesso e in rovina passò a essere uno dei centri culturali più vivaci della storia europea. È anche il caso del Centre 42 di Londra, convertito da Arnold Wesker negli anni ’60 da deposito ferroviario a centro teatrale nell’ottica di estendere gli spettacoli, fino ad allora destinati alle élites delle sale tradizionali, a un pubblico più vasto. Esempi simili non mancano in Italia: dall’Hangar Bicocca di Milano alla Punta della dogana a Venezia, l’arte si trasforma e trasforma i luoghi, dando loro nuova vita. L’arte digitale e le art experiences in particolare traggono profitto da ambienti così spaziosi, fornendo anche l’occasione di riflettere sul passato e sulla possibilità di rendere luminosi luoghi in cui la luce non è mai entrata.

Beatrice Ghiringhelli Cavallo
Sono Beatrice, studio con passione Lingue e letterature straniere. Mi piace leggere, guardare serie tv e film interessanti e informarmi su quello che succede nel mondo.

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