Del: 24 Novembre 2021 Di: Contributi Commenti: 0

“Contributi” è la sezione di Vulcano dove vengono pubblicati gli articoli, le riflessioni e gli spunti che ci giungono da studenti e studentesse che non fanno parte della redazione. Con un fine: allargare il dibattito. 


Questo articolo segue il dibattito che si è svolto nelle scorse settimane su Vulcano in merito al problema degli spazi in Statale. Il 15 novembre abbiamo raccontato lo sgombero di alcuni locali occupati da alcuni collettivi in questo articolo. Il 5 novembre avevamo pubblicato questo Contributo di Andrea Bacchin. L’autore di questo articolo è invece Youssef Siher, rappresentante in Senato Accademico per la lista UniLab.


Talvolta è importante, in un contesto complicato e intricato quale è quello universitario, fermarsi un attimo e ragionare su questioni basilari e di principio che, teoricamente, tutti dovrebbero condividere al di là delle proprie convinzioni ideologiche e di parte. In questo frangente, è quindi importante soffermarsi su una questione che è sorta recentemente e che però non ha generato quel dibattito sacrosanto (se non necessario) all’interno del contesto accademico (e fuori): la svalutazione del ruolo della rappresentanza studentesca in ateneo.

Nelle ultime settimane e mesi è esploso mediaticamente il tema degli spazi in Statale e il 19 ottobre scorso un collettivo ha occupato alcune aule in ristrutturazione adibite a uffici di docenti e PTA della nostra università quale segno di protesta contro la poca volontà manifestata dall’amministrazione dell’ateneo di adibire più spazi per le attività didattiche di studio individuale, di attività culturali e di ristoro degli studenti.

Senza entrare nel merito del tema degli spazi (tema già ampiamente dibattuto e di cui anche i rappresentanti degli studenti se ne occupano da mesi) sarebbe utile appunto soffermarsi sugli effetti della vicenda degli sgomberi avvenuti la mattina del 4 novembre scorso. Tutti (ma proprio tutti) hanno dato, giustamente, peso alla questione degli sgomberi, invitando l’amministrazione e la governance del nostro ateneo, nella persona del rettore Franzini, di intraprendere un dialogo con i collettivi in questione.

Ma ad una parte della componente studentesca della Statale pare che tutti si siano dimenticati di una cosa molto importante, e cioè che questi collettivi non rappresentano nessuno, nessuno li ha eletti democraticamente e nessuno sa nemmeno chi siano.

I rappresentanti degli studenti (invece eletti democraticamente) non sono stati interpellati né da parte di questi collettivi né da parte dell’amministrazione, svalutando il loro ruolo. Un ruolo legittimato non da poche decine di studenti ma da migliaia di voti. Scavalcare i rappresentanti degli studenti vuol dire scavalcare gli studenti stessi e parlare in loro nome senza averne il permesso. Questo vuoto di rappresentanza è stato permesso da più parti e gruppi sociali che hanno dimenticato che anche loro esistono e che sono la vera voce degli studenti.

Nessuno ha chiesto ai rappresentanti degli studenti commenti sulle vicende sopra menzionate né ha valorizzato il loro lavoro (soprattutto quel lavoro congiunto di tutte le liste nella Conferenza degli Studenti) che ha portato a importanti risultati, anche sul tema degli spazi. Sarebbe quindi doveroso concludere invitando alla riflessione su questo punto e cogliere l’occasione per prestare attenzione agli studenti rappresentanti negli organi del nostro ateneo, da quelli nelle Commissioni paritetiche Studenti Docenti a quelli nel Consiglio di Amministrazione, che ogni giorno si impegnano, in nome della democrazia che li ha fatti eleggere, per tutti gli studenti e le studentesse della nostra università, portando avanti un’attività istituzionale sana e democratica.

Contributo di Youssef Siher.

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