
I gatti non sono sempre stati gli animali da compagnia che popolano milioni di case, soprattutto in occidente quando la loro figura è stata accostata alla sfortuna, al maligno e fedele compagno delle streghe del diciassettesimo secolo. Il piccolo felino solo dall’Ottocento tornò ad essere un animale apprezzato dall’uomo e una delle persone che ha contribuito a questo processo è stata Louis Wain, un folle artista vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo, che con i suoi quadri pieni di gatti ha portato l’Inghilterra ad accoglierli dentro casa e godere della loro compagnia. Un personaggio anticonvenzionale, particolare e con una vita stravagante, che Will Sharpe ha deciso di raccontare tramite un film, intitolato Il visionario mondo di Louis Wain (The electrical life of Louis Wain in originale), distribuito da Amazon Prime Video dal 5 novembre e con un ottimo cast: l’ormai famosissimo Benedict Cumberbatch nel ruolo del protagonista e l’ottima Claire Foy (First Man e la prima regina di The Crown) nei panni della moglie.
1881, l’Età Vittoriana illumina l’Inghilterra, la veste con vestiti appariscenti, la divide in classi sociali ben distinte e si appresta a farla entrare nell’era dell’elettricità, delle macchine e della fotografia.
Louis Wain è un illustratore tuttofare, con un labbro leporino coperto dai baffi, appassionato di mille cose e un solitario antiromantico. Dopo la morte del padre diventa il capofamiglia, dovendosi così occupare economicamente delle cinque sorelle e della vecchia madre. Anche se vorrebbe concentrarsi sui suoi brevetti, è costretto ad accettare un impiego fisso come illustratore di animali presso uno dei giornali più importanti di Londra e soprattutto di placare i suoi atteggiamenti pazzi e coloriti. La sua routine cambia quando la famiglia assume un’insegnante per istruire le piccole sorelle e i due si innamorano follemente, anche contro il volere della famiglia e del quartiere per la differenza d’età e il divario sociale.
Louis ed Emily decidono di andarsene da quell’ambiente dove si sentono giudicati e vanno a vivere in campagna, firmando il loro amore con il matrimonio nel 1883. Lui continua a mantenere la sua famiglia da lontano lavorando sempre per il giornale e per richieste private, ma questa stabilità viene scossa dall’arrivo sempre più ingombrante della fotografia che cannibalizza il suo lavoro artistico e il cancro terminale al seno diagnosticato a Emily, notizie che lo devastano emotivamente, solo un piccolo gatto nero chiamato Peter e accolto in casa dalla coppia sembra alleviare traumi difficili da accettare. Louis inizia a dipingere e disegnare compulsivamente il suo amico a quattro zampe, lavori molto apprezzati dal giornale e dalla gente, così da renderlo un artista sempre più conosciuto, anche se la sua amata si sta sempre più spegnendo. Louis dovrà confrontarsi con l’accettazione di una perdita incommensurabile, capire come continuare una vita che sembra perdere sempre più il suo senso, un successo difficile da gestire un rapporto con i gatti sempre più stretto e profondo, fino a scontrarsi anche con la malattia mentale e tutte le sue conseguenze.
Il visionario mondo di Louis Wain è all’apparenza un classico biopic che segue fedelmente tramite una voce narrante (Olivia Colman in originale) la vita di un artista complesso, i suoi successi e le sue disavventure, ma riesce a farlo tramite una spiccata originalità, con un rapporto 4:3 e una fotografia colorata che rendono il film un quadro da ammirare. Will Sharpe però non ha creato solo un film ottimo visivamente, ma ha costruito una solida sceneggiatura che riesce a raccontare una storia lineare in un modo curioso e accattivante. L’incredibile storia di Louis Wain permette di riflettere sul senso di perdita e di vuoto, sia sul piano artistico tramite l’ostinazione del protagonista di seguire un’arte precisa difficile da vendere in quel periodo e soprattutto sul piano sentimentale tramite la perdita della moglie, unico suo faro in una vita costernata di variabili impazzite e una povertà cronica.
I punti focali del film sono anche lo strano concetto di elettricità e i gatti, due fissazioni importanti di Louis Wain.
La prima nata fin dalla sua giovane età, un’infinita ricerca dell’elettricità dentro le persone, quella scintilla che scatta nelle persone buone, vogliose, capaci di usare il proprio talento nel modo giusto e la seconda nata nel momento più difficile della sua vita, ma che lo ha accompagnato nel dolore e lo ha reso una persona migliore. Solo la figura del gatto poteva fare questo perché al contrario del cane è simile all’uomo, è un animale pauroso e coraggioso, buffo e sciocco, solitario ed egoista come l’essere umano e i suoi quadri, ora famosissimi e ricercati in tutto il mondo, è la descrizione dell’uomo visto dagli occhi grandi di centinaia di gatti, raffigurati a tavola, mentre posano, mentre giocano, mentre vivono.