Del: 17 Dicembre 2021 Di: Laura Cecchetto Commenti: 0
Alla Scala si torna in presenza con il Macbeth di Chailly

Dopo la scorsa edizione, in scena senza pubblico per via della pandemia, l’attesissima Stagione d’Opera 2021/2022 del Teatro alla Scala di Milano si apre (finalmente) in presenza il 7 dicembre con Macbeth, opera in quattro atti di Giuseppe Verdi tratta dall’omonima tragedia shakespeariana, della durata di circa 3 ore.

Dirige Riccardo Chailly con regia di Davide Livermore; con le scenografie di Giò Forma, costumi di Gianluca Falaschi e coreografie di Daniel Ezralow; con D-Wok per i video e Antonio Castro per le luci. Il coro è diretto dal Maestro Alberto Marazzi. Sul palco Luca Salsi (Macbeth), Anna Netrebko (Lady Macbeth), Ildar Abdrazakon (Banco), Francesco Meli (Macduff), Iván Ayón Rivas (Malcom).

La trama in breve: Macbeth uccide a tradimento Duncan, il re di Scozia, parente di Macbeth stesso nonché suo ospite, usurpandone ignominiosamente la corona, dopo che tre streghe hanno a lui predetto il futuro, in cui egli sarà al potere. Il motore dell’azione criminosa è in realtà Lady Macbeth che, accecata dall’ambizione, dà inizio insieme al marito ad una serie di delitti di sangue che porteranno i coniugi, tormentati dal rimorso e dalla bramosia di potere, a scontrarsi con Macduff e Malcom, decretando la propria fine.

Il Macbeth di Chailly è un’opera metropolitana e distopica: l’allestimento mette in scena una società contemporanea magniloquente e fragile allo stesso tempo, distorta, nella quale ogni suo aspetto gravita attorno al profitto.

Magistrale è la manipolazione di spazi e gravità tramite la rappresentazione di skyline rovesciati e distorsioni prospettiche, che richiamano tanto le città americane quanto il panorama meneghino, e che ampliano gli incubi dell’io dei protagonisti, fondendosi e comunicando l’uno dentro l’altro. I costumi, influenzati dalla moda milanese odierna, aggiungono un tocco di sfarzo ed eleganza ad arredi e scenografie altrettanto lussuosi e all’avanguardia, che lasciano senza fiato.

In collaborazione con la RAI, la Prima è stata trasmessa in esclusiva su Rai1, Rai3 e RaiPlay, con riprese audio e video in alta definizione e con la possibilità di assistere alle dirette in alcune sale cinematografiche in Italia e all’estero. È doveroso sottolineare l’importanza del dialogo che si è instaurato tra teatro, cinema e televisione, culminante nelle accattivanti scenografie digitali all’inizio del Macbeth, e che permette una fruizione dell’opera a 360 gradi sia dal vivo, sia in presenza, sia in replica, possibilità fondamentale e altrettanto significativa dopo il periodo pandemico.

Il Teatro diventa dunque mediazione “dal vivo” tra il teatro stesso e il video, rendendo l’Opera sempre più attuale e davvero alla portata di tutti, in ricerca di una fruizione sempre più partecipata e partecipativa.

Nell’opera di Chailly emergono prepotentemente i nuclei centrali della tragedia di Shakespeare: la monumentalità del potere, che acceca e porta a compiere azioni inenarrabili, dalle cui conseguenze non è possibile sfuggire né a livello sociale né a livello dell’io, che si trova tormentato tra ricerca di redenzione e perseguimento di malvagie volontà.

Questa è la narrazione tremendamente attuale di un’opera intramontabile che colpisce profondamente e, allo stesso tempo, incanta gli spettatori di tutti i tempi, resa oggi sublime dalla trasposizione in chiave moderna e vivida dell’allestimento scenografico e coreografico, che avvolge e guida verso il vivo della storia regalando allo spettatore tre ore di visione che scorrono tutte d’un fiato. Bravo!

Laura Cecchetto
Scopro il mondo e me stessa con il naso dentro a un libro, rifletto su ciò che mi circonda e prendo appunti. Narro ciò che leggo, e di conseguenza ciò che provo, per relazionarmi con ciò che mi sta attorno, possibilmente con una tazza di tè sulla scrivania.

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