Del: 16 Dicembre 2021 Di: Elisa Letizia Commenti: 0
Ricordando Virgil Abloh, genio rivoluzionario della moda

«Piaccia o no, l’irrilevanza è la morte»: questa è una delle citazioni dello stilista Virgil Abloh nel nuovo libro Abloh-ism uscito a marzo, una raccolta delle sue più importanti citazioni che riguardano la moda, l’arte, l’architettura e il design.

Certo è che la sua morte non è stata irrilevante nello scenario internazionale: i più grandi stilisti, le più importanti maison internazionali della moda, i personaggi dello spettacolo, tutti hanno reso omaggio al designer.

Il mondo della moda è in lutto per la perdita di Virgil Abloh, morto il 28 novembre 2021 a 41 anni, a causa di una forma estremamente rara di tumore, l’angiosarcoma cardiaco. Abloh lascia la moglie, Shannon, i due figli Lowe e Grey, la sorella Edwina, i genitori e i numerosi colleghi e progetti artistici cui non ha mai rinunciato, neanche durante le cure a cui si è sottoposto di nascosto per anni, lottando contro un male che lo ha prematuramente strappato al successo nel mondo artistico internazionale in cui stava emergendo.

Virgil Abloh è nato nel 1980 a Chicago, per metà ghanese. Si è laureato in ingegneria all’Università del Wisconsin, con un master in architettura. É stato Dj e produttore e si è perfino aggiudicato una nomination ai Grammy nel 2002.

Si è formato come architetto, alla moda è arrivato customizzando magliette e lavorando su messaggi ad alto impatto. Ha affiancato Kanye West come art director e Karl Lagerfeld per Fendi. Ha fondato il marchio Off-White nel 2013, di cui era Direttore Creativo. Le collezioni Off-White hanno visto numerose collaborazioni come quella con Jimmy Choo, Timberland, Moncler, Nike. La consacrazione arriva quando diventa direttore artistico di Louis Vuitton per la linea uomo nel 2018, quando lo streetwear entra ufficialmente in passerella.

In un’intervista gli viene chiesto chi sia Virgil Abloh nella vita: «Nessuno di speciale: una persona. Non c’è niente che mi renda diverso. Ho una moglie e due figli. Mi importa che loro vedano il mondo. Che è la grande cultura. E quando lo dico penso al Brunelleschi, a Michelangelo, al Rinascimento».

Era un artista, un factotum, capace in molti settori, creativo e rivoluzionario, bisognoso di apportare dei cambiamenti in un mondo ancora immobile. Il suo approccio rivoluzionario ha trasformato il concetto di moda, relazionandolo all’arte, all’architettura e al design. Lo chiamano “l’outsider”: «Perché non assomiglio allo stilista classico, non sono andato alla Saint Martins e non ho lavorato sotto nessuno. Il che mi va bene. Il fatto che fossi un outsider è ciò che mi ha dato l’energia. Il fatto che io sia qui significa che la moda sta cambiando, è diventata più inclusiva. Come quando Obama vinse le elezioni: fu pazzesco. Speriamo solo di migliorare ora questo mondo».

La collezione maschile Autunno-Inverno 2021 di Louis Vuitton ha decisamente battezzato Virgil Abloh come il game changer rivoluzionario e moderno di cui il fashion system aveva bisogno.

Qui ha messo in atto idee diverse, mai viste prima: la collezione maschile iniziava con un cortometraggio dal titolo Peculiar Contrast, Perfect Light, nel quale figurava il tentativo di normalizzare il periodo post-covid, tentando di definire un nuovo modo di fare sfilate adatto al cambiamento a cui si stava andando incontro.  Abloh si è ispirato al saggio Stranger in the Village (1953), dell’ancora troppo poco noto scrittore afroamericano James Baldwin, in cui egli racconta della propria esperienza di vita vissuta come uomo nero e omosessuale nel piccolo villaggio di Leukerbad, tra le Alpi svizzere.

La sfilata si concentra sulla reinterpretazione degli archetipi dell’umanità contemporanea: l’artista, il vagabondo, il venditore e l’architetto, soprattutto nella moda maschile che per troppo tempo ha riproposto gli stessi modelli. Queste figure sono rappresentate dai modelli, tra questi c’è Kai-Isaiah Jamal, primo modello nero e transgender a sfilare per Vuitton.

Abloh rinnova inoltre la figurazione della moda come arte complementare all’architettura e al design, per dimostrare che nel mondo della moda l’abito non è più solamente un prodotto commerciale da indossare, ma è anche un modo attraverso cui ci si esprime e ci si introduce al mondo e agli altri. Abloh affronta anche il tema contemporaneo del black lives matter, celebrando la propria cultura attraverso la scelta della musica e dell’ambiente in cui avviene la sfilata.

Nell’ultima collezione uomo primavera-estate per Louis Vuitton 2022 ha omaggiato il mondo delle sottoculture, neutralizzando i pregiudizi e  andando oltre ogni tipo di barriera, per un approccio più umano nel vestire.

Primo grande stilista nero, l’inventore dello streetwear di lusso, ha dato alla moda un modo d’essere più street e non convenzionale, quelli che diventano anche i valori di fondo del suo brand Off-White, creato nel 2013 a Milano, un brand che unisce l’abbigliamento basic dello sportswear (tute, pantaloni over, top con zip e felpe oversize) e le ultragrafiche, scritte e frecce bianche che, da quel momento in poi, connoteranno l’idea di lusso street.

Virgil Abloh è l’esempio perfetto per i millenials che si affacciano al mondo del lavoro, è la dimostrazione che lavorando duramente, tutto è possibile, anche per un figlio di immigrati che non ha mai studiato fashion design. È riuscito ad eccellere in molti settori come professionista, dj, architetto, designer, stilista, artista; è stato in grado di proiettare il futuro della moda verso un’idea più libera e democratica e a smuovere moralmente l’industria verso valori attuali quali l’inclusività culturale, sessuale, mentale, sociale e la sostenibilità, attraverso un profondo rinnovamento della tradizione, una rottura con la rigidità stilistica e artistica del passato, volta all’esigenza di esprimere i nuovi bisogni, i valori e i sentimenti delle nuove generazioni.

Elisa Letizia
Sono Elisa, studio lingue, appassionata d'arte, musica e cinema. Nel tempo libero scrivo del presente e lavoro per costruire il mio futuro.

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