Del: 11 Gennaio 2022 Di: Redazione Commenti: 0

Dopo vent’anni, Harry Potter, il giovane mago che ci ha accompagnato per l’intera infanzia, fa ancora parlare di sé e porta sullo schermo un evento unico nel suo genere. Stiamo parlando dell’Harry Potter 20thAnniversary: Return to Hogwarts. Il cast al completo si rivede e si fa rivedere, in quello che possiamo definire un evento cinematografico.

A mancare è però la mente dell’intera saga, JK Rowling che a causa delle sue forti opinioni inerenti i diritti delle donne e un atteggiamento che è stato definito transfobico, ha attirato l’antipatia di Radcliffe, Grint e Watson. Ma a quanto rilasciato dagli agenti della scrittrice, tutto ciò non ha impattato sulla sua esigua presenza, affermando invece che la sua comparsa, era semplicemente non necessaria.

La Rowling appare unicamente in un’intervista del 2019 e da quanto emerge pare abbia ricevuto l’invito per la partecipazione. Le affermazioni della scrittrice oggetto di critica risalgono al 2020, quando Rowling aveva pubblicato un esauriente post sul proprio sito, dove rispondeva alle accuse che le erano state mosse di transfobia, a causa di alcuni commenti che lei stessa aveva fatto riguardo l’identità di genere e quello che aveva chiamato come il “nuovo attivismo trans”: «Non mi piegherò di fronte a un movimento che ritengo stia facendo danni dimostrabili nel tentativo di erodere il concetto di “donna” come classe politica e biologica, offrendo protezione ai molestatori come pochi nella storia».

In seguito, aveva rivelato di esser stata vittima di violenze domestiche e abusi sessuali durante il suo primo matrimonio, motivando dunque le proprie idee riguardo l’identità di genere i diritti delle persone trans.

Le critiche alla scrittrice si sono ripetute quando aveva ironizzato sull’utilizzo dell’espressione “persone che hanno le mestruazioni” nel titolo di un articolo del sito Devex che usava l’espressione per includere esplicitamente persone trans e non binarie: «Sono sicura che esistesse una parola per queste persone» ha scritto Rowling, «Aiutatemi… Danne? Done? Dumne». Il commento, andava a separare nettamente le persone con le mestruazioni e le donne, negando l’esistenza di persone che le hanno ma non si identificano come donne.

Molti attori famosi, tra cui il beniamino Daniel Radcliffe, hanno pubblicato post in cui prendevano le distanze dalle parole della Rowling, evitando di attaccarla personalmente, e in cui esprimevano solidarietà verso le persone transgender e la volontà di “diventare un migliore alleato”. Commenti simili sono stati fatti anche dagli attori Eddie Redmayne ed Emma Watson. Ma non solo, la scrittrice ha parlato di pericolo, pericolo che lo «sgretolamento della definizione legale di sesso» comporterebbe per varie cause che le stanno a cuore. A sostegno delle sue idee, la donna ha portato in causa il problema per l’educazione e la tutela dei bambini e nella sua risposta ha citato uno studio della ricercatrice Lisa Littmann, basato sull’intervista di 256 genitori che parlano delle loro preoccupazioni riguardo alla disforia (sensazione di inadeguatezza del genere assegnato alla nascita) riferita dai loro figli.

Rowling dichiara inoltre preoccupazione riguardo alla proposta di una legge in Scozia che renderà più facile per le persone trans ottenere riconoscimento legale per la loro identità di genere. Rowling sostiene che la legge farà sì che «l’unica cosa che servirà a un uomo per “diventare donna” sarà dire di esserlo». La conseguenza, secondo Rowling, sarebbe che molte donne sarebbero costrette a condividere spazi intimi, come i bagni pubblici, con “uomini”, a discapito della loro sicurezza.

La scrittrice ha voluto mostrare la sua empatia, raccontando come negli anni ‘80 si sentisse inadeguata e colpita dagli stereotipi femminili tra cui il rosa, la frivolezza e l’arrendevolezza.

Le grandi testate giornalistiche hanno espresso il proprio parere. In una recensione il The Telegraph ha scritto: «Quello che alla fine manca è una visione genuina di Harry e di cosa c’era in lui che ha ammaliato così tanti lettori. E, ad essere onesti, solo JK Rowling avrebbe potuto offrire quel tipo di intuizione. Anche un babbano avrà concluso che la mancanza di tempo dato alla Rowling in questo documentario ha qualcosa a che fare con il rimprovero pubblico da parte delle star della serie in risposta alle sue opinioni sulle persone trans».

Anche il Times non è stato da meno e scrive che la reunion è una «lunga, scintillante, nostalgica festa dell’amore», ma che escludere un ingrediente chiave come la Rowling è stata una “strana omissione”. The Independent ha invece notato che i membri del cast, in effetti, affrontano l’importanza dei libri scritti da JK Rowling. «Penso che sia molto facile dimenticare che all’epoca la gente parlava della morte della lettura», dice Daniel Radcliffe a un certo punto. Robbie Coltrane – aka Hagrid – aggiunge:«Uno dei tanti motivi per cui ammiro così tanto JK è che milioni di persone ora leggono libri che non avrebbero mai letto nelle loro vite, e improvvisamente ti rendi conto del potere della scrittura».

Ai più, risulta davvero strana l’assenza della scrittrice per una delle reunion più attese e ci chiediamo se davvero per la Rowling bastasse il materiale d’archivio a sostituirla o se alla base di questa decisione ci siano proprie le antipatie che lei stessa ha attirato sulla sua persona.

Articolo di Gaia Iamundo.

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