L’era merkeliana è giunta al capolinea ed è il turno del nuovo Cancelliere federale di prendere in mano le redini della superpotenza europea. «Sarà un nuovo inizio per il nostro Paese, io farò di tutto per riuscirci» queste sono state le prime parole di Olaf Scholz come Cancelliere tedesco. È stato eletto lo scorso 8 dicembre dal Bundestag, il Parlamento tedesco.
Per la Germania è stata una giornata storica, siccome ha dovuto salutare ufficialmente la sua politica più iconica, Angela Merkel. I parlamentari l’hanno voluta omaggiare con un lungo applauso con ovazione all’inizio della seduta parlamentare che si sarebbe conclusa con l’elezione di Scholz come nuovo Cancelliere federale.
Il neo cancelliere ha ottenuto 395 voti su 707, la soglia minima era di 369, e ha potuto così succedere la “Cancelliera eterna”. Sulla carta, disporrà nel nuovo Parlamento di 416 voti su 736, la cosiddetta “maggioranza semaforo”, ossia la coalizione di governo formata da Spd (Scholz è infatti un socialdemocratico), Verdi e liberali.
Avendo i voti a sufficienza, il nuovo Cancelliere si è recato dal Presidente tedesco Frank-Wakter Steinmeier, che gli ha conferito formalmente l’incarico. Successivamente, è tornato al Bundestag per il giuramento. Per esso Scholz ha fatto a meno della formula religiosa finale «so wahr mir Gott helfe», “che Dio mi aiuti”, perché essendo ateo non appartiene a nessuna delle due confessioni principali tedesche, quella cattolica e quella protestante. Hanno giurato con lui anche i 16 nuovi ministri del gabinetto, nominati dal Presidente della Repubblica.
Serio e rigoroso, tanto da essere definito «l’incarnazione della noia in politica». Il suo comportamento, quasi robotico, gli è valso il soprannome di “Scholzomat”.
La sua austerità è sempre stata vista come un difetto, ma è stato grazie ad essa che è riuscito a conquistarsi l’onore di essere il nono Cancelliere tedesco del dopoguerra. Assomigliando molto alla Merkel dal punto di vista caratteriale ha infatti potuto presentarsi durante la sua campagna elettorale come “l’uomo della continuità”, quindi come il leader che avrebbe mantenuto la stabilità raggiunta dal suo predecessore. Per enfatizzare questo loro lato in comune, il politico ha mimato l’iconico gesto delle mani “a triangolo rovesciato” dell’ex Cancelliera e la foto che ha immortalato ciò ha fatto il giro del mondo.
Il 63enne neo Cancelliere ha alle spalle una lunga carriera politica. Iniziò iscrivendosi agli JUSOS nel 1975, ancor prima di iniziare i suoi studi in legge, diventando poi Vicepresidente della stessa associazione giovanile dei socialdemocratici negli anni ‘80. Fu eletto deputato al Bundestag nel 1998 e col tempo riuscì a farsi apprezzare all’interno della Spd, diventandone il Segretario Generale. Nel 2007 Scholz entrò a far parte del governo Merkel e venne nominato Ministro del lavoro e degli affari sociali. Nel 2017 Olaf Scholz venne proposto con l’unanimità dai partiti di coalizione come Ministro dell’economia. Nel marzo 2018 ha un ulteriore avanzamento di carriera, diventando il Vicecancelliere di Angela Merkel.
Sono stati poi questi due ultimi anni di pandemia a far crescere con gran successo la popolarità di Scholz, perché ha potuto agire in primo piano stanziando fondi di salvataggio senza precedenti per l’economia del Paese, tutelando particolarmente imprese e liberi professionisti. Le premesse di Scholz fanno ben sperare, ora bisognerà attendere di vedere nel concreto come il nuovo Cancelliere deciderà di affrontare il suo mandato, che non si presenta certo privo di ostacoli, fra la pandemia ancora in corso e la crisi tra Kiev e Russia.