25 anni fa, Frankie Hi-Nrg Mc scriveva e pubblicava uno dei singoli simbolo della scena hip-hop del nostro paese: Quelli che benpensano, che nel 1997 viene premiata come migliore canzone italiana da Musica! Di Repubblica.
Tratto dal secondo album dell’artista La morte dei miracoli, è un brano che con la più totale lucidità denuncia la cultura capitalistica e la comunità che trova in essa la propria realizzazione. Ma chi sono i benpensanti? Sono i conformisti che nella maniera più semplice possibile, assentono ai valori tradizionali dello status quo che la società propone loro. La canzone vuole delineare l’immagine di quelli che ben pensano ma ci mette allo stesso tempo in allerta: potremmo essere anche noi i ben pensanti e lo dice esordendo all’inizio del brano con “Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai”, permettendoci di guardarci allo specchio. L’uomo che ben pensa, misura il valore delle persone su parametri quantitativi ed economici, sui ricavi e sui possedimenti materiali di cui si può vantare, “Il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile”, dice: il fine è il guadagno e il mezzo ogni possibile, e ciò va a discapito della comunità stessa che è costretta a subire soprusi per l’indole di onnipotenza perché “La posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere”.
Una critica ad una società che ti fa sentire inadeguato se non vinci, se non arrivi primo e se non hai un atteggiamento asfissiante nei confronti dei tuoi simili, con lo scopo di arrivare al tuo obbiettivo.
Passaggio molto chiaro nelle parole “Nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro, niente scrupoli o rispetto verso i propri simili, perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili”, con cui chiarisce tra l’altro come sia la furbizia ad essere l’unico mezzo utile per il raggiungimento del proprio intento, considerando le altre persone ostacoli oppure strumenti. Ed è in questa logica utilitaristica che “Sono tanti, arroganti, coi più deboli e zerbini con i potenti”: il potente deve essere venerato e rispettato (sempre perché se la misura è la quantità, chi è ricco deve necessariamente emergere nella comunità) e i benpensanti sono succubi di una forte perdita, quella della propria individualità, visto che ogni causa ha un proprio effetto. Lo dice anche Frankie: “Sono replicanti, sono tutti identici, guardali, stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere”.
Quelli che benpensano è uno dei tasselli fondamentali della tradizione del cantautorato italiano che con le sonorità hip hop alza gli occhi verso un paese che dopo Tangentopoli, una serie di inchieste giudiziarie che rivelarono come il sistema politico italiano fosse corrotto, credeva di avere finalmente “le mani pulite”, accorgendosi però che in realtà non era cambiato nulla. Nel 1997 infatti, sale in Italia un governo riformista di sinistra guidato da Romano Prodi in cui fu nominato come ministro dei lavori pubblici Di Pietro, che fu costretto a dimettersi poco dopo perché raggiunto da nuove accuse.
Se al primo ascolto è il testo a fare breccia nei cuori degli ascoltatori, in realtà anche dal punto di vista musicale il brano è ricco di peculiarità.
Una sonorità hip hop incalzante con la presenza di una tromba quasi strozzata all’inizio e durante il ritornello, e l’incipit, già conosciuto perché campionato dal brano intitolato Dawn Comes Alone cantata da Nicole Croisille nel 1968, singolo appartenente alla colonna sonora del film francese Les jeunes loups di Marcel Carné. Ritornello che in questo caso ha la voce di Riccardo Sinigallia, che per di più co-opera con lo stesso Frankie per la scrittura del pezzo e per la regia del videoclip della canzone.
A poco più di venti anni di distanza il brano viene rivisitato dal rapper Marracash pubblicato nel suo album Persona del 2019: “Siamo passati da quelli che ben pensano a quelli che non pensano” dice lui, facendo rivivere il pezzo musicalmente e non solo. Marracash scrive delle stesse tematiche ed è come se volesse offrire l’immagine dell’evoluzione della nostra situazione sociopolitica che ha come cardine il passaggio dal pensiero ampiamente moralista degli anni ’90 al “non pensiero” del nuovo millennio.
Quelli che benpensano è e deve essere considerata una pietra miliare della musica italiana: Frankie con questo pezzo parla di meccanismi loschi e di moralismo dilagante, elementi che hanno fatto parte del passato, persistono nel presente e probabilmente perdureranno anche in tempi futuri, con la più totale consapevolezza che la forza della denuncia sociale risieda nella sua diffusione.