Del: 5 Marzo 2022 Di: Rebecca Nicastri Commenti: 0
Bookadvisor, consigli di lettura di marzo

Il 5 di ogni mese, 5 libri per tutti i gusti: BookAdvisor è la rubrica dove vi consigliamo ciò che ci è piaciuto di recente, tra novità e qualche riscoperta.


Carne sprecata, Giovanni Pizzigoni (Poliniani) – recensione di Jessica Rodenghi

“Non ci sono buoni o cattivi, ci sono soltanto persone che credono fermamente negli ideali”. Giovanni Pizzigoni, youtuber e attore, inserisce questa frase nel suo romanzo d’esordio Carne sprecata. La narrazione viaggia lungo due binari, nel primo scenario il mondo che conosciamo è devastato da un’epidemia di ebola incontrollabile e da un’ulteriore mutazione degli Schizzati, persone diventate carnivore e simili a degli zombie. Qui troviamo due giovani, Sara e Bruce, che si spalleggiano per sopravvivere e spostarsi in un mondo che ha smesso di essere civile. Dall’altro lato troviamo la storia di Bryan, un giovane che si inserisce a pieno titolo nella politica americana e ne scopre i lati oscuri. Queste storie permettono di scoprire dei personaggi concreti, reali, che hanno paure, ambizioni, sogni, che sono delusi, intristiti e che faticano a convivere con il peso dei traumi. Sono talmente reali che possiamo comprendere come non siano davvero né buoni né cattivi, ma soltanto persone.


Una brancò di mandorle, Maria P. Mischitelli (Emersioni) – recensione di Matilde Elisa Sala

Avere una vita ordinaria a Livia non è mai interessato, tanto meno interpretare sempre lo stesso ruolo, di madre e moglie, ogni giorno. Per questo non ha paura di abbandonare la quotidianità in cui si sente intrappolata, lasciando il marito Tiziano e il figlio Alessio, per ricominciare da capo, rifugiandosi nella vecchia casa di sua nonna, in un piccolo paese dell’entroterra ligure. Proprio lì si snoderà la sua nuova vita, tra sguardi invadenti, giudizi indiscreti, incontri speciali e scoperte dolorose. Tra le pagine di questo romanzo prende forma la storia di una donna che non ha paura di lasciare, ma anche lasciarsi, andare, pur di sentirsi felice, libera e pur di inseguire le proprie convinzioni. Livia è un modello nel quale ognuno di noi potrebbe rispecchiarsi: tra tematiche importanti, come la violenza sulle donne, e numerose vicende, l’autrice invita ogni singolo lettore ad essere artefice di ogni cambiamento e padrone della propria vita.


La nostra Siria grande come il mondo, Mohamed e Shady Hamadi (ADD Editore) – recensione di Giulia Scolari

Shady Hamadi, già autore di diversi volumi riguardanti la situazione siriana degli ultimi anni, collabora in questo libro con Mohamed, suo padre. A quattro mani i due autori compongono un ritratto di un paese che da casa diventa per l’uno nemico, per l’altro straniero. Attraverso la storia della famiglia Hamadi essi raccontano la storia di una Siria che non è mai stata davvero raccontata all’occidente, che è stata accantonata tra le altre questioni globali fino ad essere dimenticata. In arabo, casa si dice bayt: la stessa parola si usa per indicare la famiglia, così che i due concetti si fondano in uno unico. Il libro inizia con la spiegazione di questo concetto che è la chiave per comprendere l’intera narrazione. Come le distanze e le incomprensioni fra i membri della propria famiglia creano un senso di incompletezza, così la lontananza dal proprio luogo d’origine e la consapevolezza che non vi si potrà mai tornare lasciano nella vita degli esuli un dolore ai più sconosciuto. Il libro è stato scritto nella speranza che, raccontando la storia della Siria, rendendola “grande come il mondo”, essa possa riuscire a salvarsi. È una lettura a tratti scomoda, dolce-amara, ma che scalda il cuore. Ricorda quanto è difficile lottare per una causa importante, quante soddisfazioni può dare, ma soprattutto quanto è necessario saper prendere i colpi.


Everyone You Hate is Going to Die*, Daniel Sloss (Knopf) – recensione di Rossana Merli

And Other Comforting Thoughts on Family, Friends, Sex, Love and More Things That Ruin   Your   Life.  Se   titolo   e   sottotitolo   vi   hanno   già   strappato   un   mezzo   sorriso incuriosito,   allora   questo   libro   fa   per   voi.   Nelle   sue   pagine,   il   comico   Daniel   Sloss (DarkX)   riesce   a   condensare   osservazioni   acute   sul   mondo   odierno   e   divertenti aneddoti, che fluiscono le une negli altri grazie a una scrittura scorrevole ricca d’ironia e irriverenza. I temi trattati toccano ogni aspetto della vita: dalle relazioni familiari alla mascolinità tossica, dall’ingombrante pensiero della morte all’amore indiscusso per la madre patria Scozia. Lo stile comicamente spudorato e l’umorismo un po’ dark  (non ditelo ad alta voce: l’autore combatterà fino alla morte tale definizione) plasmano il libro, alleggerendone così le tematiche più forti e portando il lettore in un viaggio un po’ caotico fatto non solo di risate ma anche di riflessioni profonde.


Il consiglio delle libraie di Colibrì.

Thérèse e Isabelle, Violette Leduc (Neri Pozza) – recensione di Giorgia Demuro

Nel 1954 Simone De Beauvoir presenta con molte lodi alle edizioni Gallimard il manoscritto di una sua amica e protetta: l’opera viene apprezzata e pubblicata con il titolo Ravages ma è pesantemente epurata di un centinaio di pagine ritenute “di un’oscenità incredibile”. Quelle stesse pagine usciranno a parte come racconto singolo nel 1966 in una versione rimaneggiata e in parte censurata, ma l’edizione integrale apparirà solo molto più avanti, nel 2000 in Francia e un paio d’anni dopo in Italia, e ora è qui ripubblicate da Neri Pozza.
Si tratta di Thérèse e Isabelle, scritto dalla sorprendente Violette Leduc. Poche parole ma cesellate, scure quando devono ritrarre la paura (della scoperta, della perdita, del cambiamento) ma luminose nel trasporre il sogno leggero del primo amore, compongono la storia “sconvolgente per il cuore e per il corpo” tra le due collegiali: Thérèse, alter ego dell’autrice, e Isabella vivono il crescendo del loro rapporto in un turbinio di emozioni che scuote la vita monotona e moderata all’interno della scuola. Leduc ha un ritmo pulsante che avvicina il breve romanzo alle passioni narrate da Saffo, ma le due protagoniste vivono l’abbandono sessuale in modo molto diverso: se per Isabelle è una sfida urlata al mondo per cercare di autoaffermarsi, Thérèse invece sembra cercare una tenerezza che riempia il vuoto lasciato dalla madre.

Rebecca Nicastri
Classe 2000. Studio lettere, sono innamorata del mondo e vorrei sapere tutto di lui. Per me le giornate sono sempre troppo corte.

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