Del: 22 Marzo 2022 Di: Elisa Letizia Commenti: 0
Guerra ed arte: l'orrore dipinto su tela

I recenti eventi bellici in Ucraina hanno risvegliato vecchi timori che stavano andando ormai scomparendo in ricordi lontani di guerre passate e di cui se ne apprendevano gli eventi drammatici solo nei libri di scuola. La guerra non è mai stata ben accolta dal popolo, la si condanna come il più terribile dei mali, una lotta sanguinaria che non vuole né vinti né vincitori ma solo morte e il dolore dei vivi, i quali devono affrontare l’inferno della sofferenza in terra, la distruzione d’ogni cosa. La crudeltà di questa sopravvive nelle opere dell’uomo: nell’arte, nel cinema, nella letteratura. L’arte figurativa ne è una preziosa testimonianza, la pittura e il disegno sono stati mezzi importanti attraverso cui gli artisti di epoche passate rappresentavano su tela le cronache di guerra che vivevano, secolo dopo secolo.

XIX secolo: Francisco Goya, I disastri della guerra

Tra 1808 e 1814 Francisco Goya realizza un ciclo di disegni che chiama I disastri della guerra, pubblicati solo nel 1863; disegni che testimoniano la resistenza spagnola all’esercito francese (1808-1814), concentrando l’opera non solo sulla guerra stessa ma anche sulle sue conseguenze. I disegni presentano un intenso monocromatismo che accentua la ferocia e l’insensata crudeltà della guerra. Los desastres de la guerra è la testimonianza artistica della sanguinosa resistenza spagnola, della disperazione del popolo che con i propri umili mezzi tenta in tutti i modi di contrastare l’avanzata napoleonica.

Tra questi disegni, Seppellire e tacere è un documento figurativo che definisce fondamentalmente le gravi conseguenze della guerra sui civili: una coppia in preda alla disperazione e allo sgomento porta le mani al volto per non annusare il fetore dei cadaveri ammucchiati ai loro piedi e denudati dai ladri occasionali. La paura della morte è ancora impressa sui loro volti fermi e contorti in posizioni innaturali e disumanizzate.

XX secolo: Salvador Dalí, Le visage de la guerre (Il volto della guerra)

Le visage de la guerre è un dipinto di Salvador Dalí, realizzato durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, dove si era rifugiato in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale. È una rappresentazione psichico-surrealista degli orrori della guerra e delle morti causati da questa. Nella tela un volto mostruoso ed enorme si innalza volteggiando sulla sabbia di un paesaggio desertico. Sembra il volto di un cadavere, scuro e scarnito, le rughe sono valorizzate dai giochi di luci ed ombre su di esso, culminando in una smorfia di sofferenza e disperazione. All’interno delle due orbite oculari scure e dell’incavo della bocca sono inseriti dei teschi. Questi a loro volta, presentano altri teschi all’interno delle tre cavità. Ai lati emergono dei serpenti minacciosi che si lanciano sul volto avvolgendolo e strisciando nelle orbite.

La rappresentazione ripetitiva dei teschi all’interno delle orbite rappresenta la perenne onnipresenza della guerra nella storia umana, una personificazione mostruosa e orripilante della guerra universale. Ogni secolo conosce la tragedia della guerra, il sangue di vittime innocenti, il dolore e la disperazione di chi sopravvive ai propri cari.

XXI secolo: Jago, Excalibur

Testimone del nostro secolo è Jago, artista e scultore italiano di fama internazionale. Jago scolpisce nel 2016 Excalibur, una scultura in marmo bianco che riprende il mito della spada nella roccia, sostituendo la spada con un mitragliatore AK-47; una denuncia contro la compravendita di armi. In seguito all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, l’artista ha riproposto sui social la foto dell’opera, carica di un nuovo significato contro la guerra. Il tutto è seguito da una didascalia.

Qui gladio ferit, gladio perit. Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.

Excalibur diventa così simbolo dell’abuso del potere e dell’ingiustificato sfruttamento di armi come mezzo di distruzione di massa; dell’insulsità della guerra, come ultima soluzione totalmente evitabile che non fa altro che danneggiare il popolo.

Elisa Letizia
Sono Elisa, studio lingue, appassionata d'arte, musica e cinema. Nel tempo libero scrivo del presente e lavoro per costruire il mio futuro.

Commenta