Del: 16 Marzo 2022 Di: Laura Cecchetto Commenti: 0
Lina Bo Bardi

Fin dalla tenera età, mentre disegnava col padre Enrico, fu evidente che Lina Bo Bardi aveva tutte le carte in regola per finire tra le pagine più importanti dei libri di storia dell’arte. Fu una figura rivoluzionaria e pionieristica nell’architettura novecentesca, diventando punto di riferimento per l’eccezionalità dei suoi lavori, che coniugarono sperimentalismo e tradizione. 

Nata a Roma nel 1914, fu una delle poche donne a frequentare la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma. Dopo la laurea, passò un breve periodo a Milano, dove collaborò con Carlo Pagani e Giò Ponti. Partecipò alla Resistenza e, nel 1945, aderì al Movimento di Studi per l’Architettura (MSA).  

Nel 1946 si trasferì in Brasile insieme al marito, Pietro Maria Bardi.

Qui divenne architetto modernista all’avanguardia progettando molti edifici iconici, tra cui la Glass House, dove visse per quarant’anni con il marito. Costruita nel quartiere di Morumbi e totalmente immersa nella densa vegetazione della Foresta Atlantica, visibile dall’interno grazie alla realizzazione di pareti esterne in vetro (da qui il nome dello stabile), con i suoi ricchi arredi, ricercati oggetti ed opere d’arte, diventò simbolo di dialogo tra i valori della società brasiliana, profondamente debitrice del colonialismo, e la modernità, fondendo natura e opera umana in un sublime connubio. Inaugurata nel 1951, la Glass House divenne punto di riferimento per artisti ed intellettuali tale da essere considerata un’icona dell’architettura brasiliana moderna. 

Un altro suo importantissimo progetto fu quello legato al Museo d’Arte di San Paolo (MASP), uno dei più grandi punti di riferimento artistici brasiliani e tra i più importanti musei dell’America Latina, un capolavoro architettonico con la sua innovativa galleria fluttuante che venne contemplata da cornici galleggianti progettate per gli interni. Fondò successivamente il Museo dell’Arte Moderna di Bahia (MAM-BA), anch’esso finalizzato a plasmare la cultura brasiliana, esaltandone radici e sviluppi.

Moltissimi sono stati i progetti per edifici pubblici, suoi studi e le sue esibizioni, la sua attività nel campo del restauro, per esaltare il passato tramite il moderno.

Infatti, Lina Bo Bardi non si occupò solamente di architettura. Fu editrice e vicedirettrice di «Domus», fondatrice di «A – cultura della vita» e «Habitat». Fu insegnante alla Facoltà di Architettura ed Urbanismo all’Università di San Paolo in Brasile. Inoltre fu designer per il Teatro Officina, scenografa per Na Selva das CidadesGracias Señor, nonché curatrice ed attivista politica, sociale e culturale, partecipando alla progettazione del padiglione del Brasile per l’Expo di Siviglia nel 1992. Si dedicò al lavoro a 360 gradi per tutta la sua vita fino alla sua morte, avvenuta a San Paolo proprio nel 1992.

Attualmente la Glass House è sede dell’Istituto Bardi/ Casa de Vidro, fondato nel 1990 dai due coniugi. Da una parte promuove la produzione intellettuale legata ad architettura, urbanismo, design e arte, soprattutto brasiliana, dall’altra salvaguarda e tutela la conservazione e l’archivio dei beni appartenuti a Lina Bo Bardi e a Pietro Maria Bardi, mantenendo la Glass House un active space culturale aperto a visite, mostre, conferenze e seminari. 

Per un architetto, la cosa più importante non è costruire bene, ma sapere come vive la maggior parte della gente.

Lina Bo Bardi
Laura Cecchetto
Scopro il mondo e me stessa con il naso dentro a un libro, rifletto su ciò che mi circonda e prendo appunti. Narro ciò che leggo, e di conseguenza ciò che provo, per relazionarmi con ciò che mi sta attorno, possibilmente con una tazza di tè sulla scrivania.

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