Del: 10 Aprile 2022 Di: Contributi Commenti: 1
Come vi racconto Caparezza

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Questo articolo costituisce la prima parte di un’analisi che si concluderà con la pubblicazione di un secondo contributo, consultabile al seguente link.


Michele ha sette lettere, Caparezza ne ha nove. Nulla lasciato al caso. Strana e misteriosa introduzione, vero?
Oggi parliamo di Michele Salvemini, meglio conosciuto come Caparezza, rapper/cantautore molfettese tra i più intellettuali e interessanti ad aver conquistato negli ultimi anni il panorama musicale italiano.

Partiamo dall’inizio però, e partendo dall’inizio, la figura di Caparezza viene esclusa.

Sì, perché Caparezza prima non era una capa rezza (‘testa riccia’ in dialetto molfettese). Ei fu Mikimix durante gli anni ‘90, ciò di più lontano da quel che sarà in futuro. Canzoni estremamente pop e una partecipazione nel ‘97 a Sanremo con il pezzo E la notte se ne va. Per l’artista, il passato è spesso difficile da digerire se si è svolto come non lo si voleva, e per Caparezza fu così. Riuscirà a perdonarsi e ad accettare la figura di Mikimix solo con l’ultimo disco Exuvia (uscito lo scorso 7 maggio a distanza di quattro anni da Prisoner 709).

Per capire il declino di Mikimix e la conseguente nascita di Caparezza, però, bisogna geolocalizzarsi in un posto ben preciso, Milano. A inizio anni ‘90, finito l’istituto di ragioneria, Michele si sposta nel capoluogo lombardo per studiare all’accademia di comunicazione. Ma durerà poco, perché nel mentre inizia la sua carriera musicale. Ben presto si rende conto che Milano e Mikimix gli stanno stretti, non fanno per lui, non sono ciò che voleva essere. Cestina il tutto e ritorna a Molfetta.

1998, 99, 2000. 3 anni, 3 demo. Un numero dantesco per raccontarne l’evoluzione. Ricordare Dante, come detto precedentemente, poiché per questo artista nulla è lasciato al caso.

Ricomincio da Capa. Nessun errore ortografico: con questo titolo, nel 1998, esce la prima demo di Caparezza. La prima exuvia è completa.
Folti capelli e pizzetto riempiono quella faccia precedentemente conforme al canone estetico del mercato musicale commerciale, mercato da cui si discosta il nostro da adesso in poi. In un’ora e poco più si può capire che le intenzioni del signor Rezza Capa sono serie, un hip-hop old school fedele alle sonorità del tempo (sonorità alla quale però non bisogna abituarsi, perché se c’è una cosa che il nostro adora fare è evolversi in tutto). In questa demo, non tutte le canzoni sono importanti: solo Mea Culpa, Mi è impossibile e Ti clonerò verranno inserite nel primo disco ?! che vedrà la luce nel 2000.

La seconda demo, Con Caparezza… nella monnezza in realtà non è una demo importantissima, se non per il fatto che come per la precedente interamente autoprodotta, in essa sono contenuti solo tre pezzi scritti e cantati da lui: gli altri pezzi sono scritti e esibiti da altri rapper della scena pugliese.

Zappa. Frank Vincent? Zappa agricola? Chi lo sa. La terza ed ultima demo, del 2000, porta questo nome, nome non scontato dato che sono due i rimandi a cui si può pensare. Uno è Frank Vincent Zappa, musicista italo americano considerato tra i più grandi geni del ‘900 e grande fonte d’ispirazione, su opinione dello stesso Salvemini (“Dio si chiama Zappa Frank Vincent” in La rivoluzione del Sessintutto). Il secondo richiamo è la zappa sui piedi (nome del primo pezzo della demo): quella che si tirò precedentemente col personaggio di Mikimix, quella che si sta dando adesso? Ironia e mistero, da sempre capisaldi del suo tratto stilistico. Tra le tre demo Zappa è la più matura ed è l’apripista per il suo primo disco ufficiale.

Il primo disco ufficiale ?! esce a fine maggio 2000. Molti dei pezzi sono quelli delle demo precedenti, ma risulta un ottimo disco di debutto. È ancora un Caparezza grezzo ma sicuro di una cosa: non omologarsi ed essere una alternativa a quel rap gretto e materialista di inizio 2000.

Il successo però non arriva con questo disco. Il successo arriva nel modo più inaspettato possibile, nel 2003.

Ed eccoci a un punto cruciale: le canzoni più famose di Caparezza sono quelle meno capite. Dato di fatto. Siamo nel 2003, con Verità supposte, disco che lo porta alla fama. Disco incredibilmente più maturo, musicale e ancora più satiricamente pungente, Verità supposte contiene i due pezzi che lo hanno iniziato a quella che sarebbe stata una fama esponenziale in continuo aumento: Vengo dalla luna e Fuori dal tunnel. Se la prima, canzone di forte matrice antirazzista, è stata capita, per la seconda è il contrario. Fuori dal tunnel divenne un pezzo da discoteca. Discoteche che proprio in quella canzone critica definendole divertimentifici: il pezzo è una critica ai modi di divertirsi dei giovani e di come lui sia estraneo a tutto ciò, non è una canzone che parla di droga.

Concludiamo la prima parte di questa discografia di Capa con due curiosità.

Nel libretto del cd, precisamente nella canzone Follie preferenziali si può notare un gioco di parole nel ritornello:

Preferisco caricare la sveglia
Preferisco puntare alla roulette
Preferisco il fuoco di un obiettivo
.

backstage della registrazione di Verità supposte con interviste

Ogni preferisco è capo, appunto perché il senso è caricare, puntare fuoco – finendo con «preferisco che tu rimanga vivo». Ma tranquilli, è solo una delle mille curiosità che si incontreranno.

backstage della registrazione di Verità supposte con interviste

L’altra curiosità: parallelamente alla sua carriera, Caparezza assieme a due suoi amici, tra il 2005 e il 2006 fonda un gruppo raggaemuffin chiamato Sunnycola connection (che è anche il nome dello studio di registrazione che ha dentro casa) col quale, sotto il nome M-keal (slang giocoso che ricorda Michele, il suo nome, detto in pugliese), rappa in dialetto molfettese. Il disco è tutt’ora reperibile su internet, non esistono copie fisiche in quanto masterizzabile.

Articolo di Niccolò Mauceri.

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